Alla vigilia della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità (istituita il 3 dicembre dall’ONU nel 1992) l’Aias di Potenza ha ricevuto ieri un riconoscimento per l’impegno di solidarietà sociale. Il riconoscimento è stato consegnato al presidente dell’Aias Gerardo Grippo, accompagnato dal direttore sanitario, dott. Giuseppe Cugno, sul palco del 22esimo Festival di Potenza. A spiegare il significato il direttore artistico del Festival Mario Bellitti, insieme all’assessore comunale di Potenza Stefania D’Ottavio. La musica e lo spettacolo – ha sottolineato Bellitti – sono forse gli strumenti più diretti per inviare messaggi sociali e promuovere campagne di sensibilizzazione sui temi sociali più attuali come la violenza sulle donne e i diritti delle persone con disabilità. L’iniziativa del Festival ha, infatti, l’obiettivo di stimolare il dibattito pubblico sul tema del diritto universale alla cultura, in modo da contribuire al superamento di ogni forma di discriminazione e di esclusione con azioni costanti e tangibili. L’Aias di Potenza – ha ricordato il presidente Grippo – si occupa di servizi a favore di circa 600 persone disabili, in gran parte giovani, supportando le famiglie. È il volontariato la spinta propulsiva che ha reso l’AIAS una delle prime Associazioni di disabili e per i disabili d’Italia e che ne ha fatto un’Associazione attiva e longeva, con i suoi settant’anni di attività che celebrerà nel 2024. Sin dalla sua nascita, l’AIAS (quella di Potenza è nata successivamente) svolge attività di tutela dei diritti delle persone disabili. Nata per sopperire alla carenza di strutture adeguate e di centri specializzati per la riabilitazione delle gravi disabilità, l’AIAS ha favorito la creazione di centri di riabilitazione e di scuole per la formazione di operatori, ha promosso e avviato la promulgazione di leggi, di normative e di quanto potesse servire all’integrazione sociale del disabile. L’Associazione – ha sottolineato il dottor Giuseppe Cugno -ha sempre assunto una visione globale del disabile, considerando basilare lo sviluppo della “cultura della disabilità” ma anche la propensione alla solidarietà. Ha da sempre voluto ribadire che ogni persona – a prescindere dalla condizione di handicap vissuta, dallo stato di salute o dall’età – ha il diritto inalienabile ad una vita libera, che sia il più possibile autonoma ed indipendente.
In Italia le famiglie che versano in una situazione di povertà e in cui è presente una o più persone con disabilità vivono in una condizione di isolamento creata da muri relazionali, istituzionali e di contesto. Ma cosa chiedono e cosa desiderano per raggiungere una migliore qualità di vita? Tra gli aiuti richiesti, 9 su 10 non sono contributi economici bensì servizi “umanizzati”, sia per la persona con disabilità sia per i familiari, che siano in grado di mettere la persona al centro, per una presa in carico globale: è quanto emerge dalla ricerca Disabilità e povertà nelle famiglie italiane, condotta da CBM Italia – la nota organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità e nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e in Italia – insieme alla Fondazione Emanuela Zancan (Centro Studi e Ricerca sociale), che indaga il legame, nel nostro Paese, tra condizione di disabilità e impoverimento economico e culturale. Ed è questa – è stato sottolineato – la missione dell’Aias di Potenza che ha in programma specifici progetti a favore di persone con disabilità e famiglie. “Non ricordiamoci dei diritti dei disabili una volta l’anno”: è il messaggio inviato dal Festival di Potenza per spezzare quel circolo vizioso in cui povertà e disabilità si alimentano a vicenda nei Paesi del Sud del mondo, attuando progetti di salute, educazione e vita indipendente che mettano appunto al centro le persone con disabilità e i loro diritti.