Giornata Internazionale delle Persone Anziane, intervento di Ferraiuolo (CENSABA – Centro Studi Anziani di Basilicata).
Anziani e cultura, un rapporto stretto e una risorsa su cui contare. Cosa significa anche per le persone anziane il grande evento di “Matera Capitale Europea della Cultura 2019?
Come ogni anno con la risoluzione 45/106 del 14 dicembre 1990, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il giorno 1° Ottobre come Giornata Internazionale delle Persone Anziane (United Nations Day for Older People – UNIDOP). L’<< UNIDOP 2018 >>, ricorrendo la commemorazione del 70esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, si concentra quest’anno sul tema “CelebratingOlder Human Rights Champions” (”Festeggiando i vecchi paladini dei diritti umani”), perché invecchiare non porta alla diminuzione della dignità di una persona e dei diritti fondamentali. Questa ricorrenza mira a far riconoscere che gli anziani sono una risorsa per la società che può contribuire in modo significativo al processo di sviluppo anche culturale di una comunità.
L’occasione per la nostra riflessione ce la offre Matera – Capitale Europea della Cultura 2019: un grande riconoscimento per una piccola città in una piccola Regione italiana. Come vivono questo evento le persone anziane? Quelle che sono nate a Matera ma si sono trasferite nelle altre nazioni europee? Quelle che hanno sempre vissuto qui? E quelle che lavisitano? Tutti sembrano sentire l’effetto a catena di Matera 2019.
Le “industrie” culturali e creative sono già state identificate come una delle potenziali risorse in crescita all’interno dell’economia materana e lucana.
L’economia di Matera e del suo territorioè in continuo movimento grazie al passaggio da una società agricola a una basata sui servizi. Dopo le lotte contadine del dopoguerra, la crescita in qualsiasi settore è la benvenuta oltre che tanto auspicata.
Oggi Matera con i suoi Sassi è anche Patrimonio dell’Umanità Unesco, perché esempio disimbiosi fra le caratteristiche culturali e naturali del luogo.
Ma la città deve ancora modernizzarsi anche nelle sue componenti umane e il fatto di essere nominata Capitale della Cultura ha agito da catalizzatore. Tutte le generazioni devono essere coinvolte in modo diverso non solo ospitando spettacoli di musica, danza e teatro ma continuare con unagraduale politica di inclusione.
Certamente, ci sono preoccupazioni sulla monumentalizzazione della città identificata nei Sassi Barisano e Caveoso con le sue Chiese rupestri.
Matera è sempre stata una città attiva e lavorativa, ma con l’arrivo di più denaro, i prezzi aumentano e le attività tradizionali si estinguono. Le persone anziane di Matera temono che la città possa diventare un semplice luogo di spettacolo per i turisti, piuttosto che una città culturalmente speciale.
In Italia, il 18,6 per cento della popolazione non svolge nessuna attività culturale, per quanto semplice e occasionale.A partire dai sessanta anni coloro che non partecipano superano il 20 per cento e aumentano decisamente al crescere dell’età (Fonte Istat). Questi dati particolarmente significativi pongono per Matera il compito di migliorare la partecipazione culturale sia in città che in Regione per residenti e visitatori. Secondo le persone anziane che frequentano i nostri Circoli della Cultura “l’unico modo in cui la cultura può davvero prosperare dipende se essa viene raccontata dalle persone che ci vivono quotidianamente. La città di Matera e i paesi della Lucania non possono avere storie incollate su di loro.”
Pertanto essere Capitale Europea della Cultura non deve semplicemente attirare visitatori e turisti, ma avere un impatto sulla vita delle persone che ci vivono già.
Promuovere una “Cultura partecipativa” che coinvolga i cittadini, con particolare attenzione alla fascia anziana, farà prender coscienza che illibero contributo di tutti dovrà sempre essere attentamente considerato e valorizzato. Questo concorrerà ad un miglioramento della comunità attraverso l’incentivo all’espressione creativa e alla partecipazione attiva alla vita culturale.
Infatti la cultura di un territorio fa riferimento alle molteplici espressioni artistiche, antropologiche, letterarie che si sono sviluppate in esso, ma anche alle esperienze, conoscenze, storie di vita delle persone che hanno vissuto e vivono in quel contesto. Il territorio non può essere inteso solo come luogo fisico, ma come l’insieme delle culture delle nostre municipalità lucane, delle relazioni anche intergenerazionali, degli attori che hanno vissuto e fanno riferimento ad esso.
La cultura di un territorio non può essere intesa solo come prodotto di professionisti esperti, ma anche come impresa sociale che coinvolge tutti i cittadini materani. Si rompe pertanto la divisione dei ruoli fra chi produce e chi fruisce della cultura perché il cittadino in generale e l’anziano in particolare è al tempo stesso consumatore, ma anche produttore di cultura. In questa prospettiva, nel territorio, la cultura tende ad assumere nuovi ruoli e nuove funzioni. Una cultura che proviene dalle persone anziane promuove accoglienza, costruisce benessere, inclusione sociale, che arricchisce il turismo nella sua specificità di conoscenza di vita vissuta, crea nuovi linguaggi, educa e forma le nuove generazioni.
Il territorio, attraverso la cultura, diventa laboratorio di costruzione di educazione, formazione, qualità della vita, luogo di accoglienza e di incontro, e le persone anziane diventano speciali “mediatori”, ponte comunicativo fra residenti e turisti.
Il vero banco di prova sarà quanto bene durerà e si consoliderà il cambiamento, se Matera 2019 userà i giusti strumenti saprà rilanciare l’economia, alimentarel’attività culturale e soprattutto generare un sentimento di orgoglio per i cittadini che vi abitano comprese le persone anziane.