Il Museo dell’emigrazione lucana ha aperto, oggi, ufficialmente le porte al pubblico. Ha fatto da cornice la celebrazione della “Giornata dei lucani nel mondo”, una manifestazione che si è svolta nello splendido palcoscenico del castello di Lagopesole, dimora di Federico II di Svevia, luogo scelto per ospitare le sale dell’esposizione multimediale che la Regione Basilicata, attraverso il Centro Lucani nel Mondo “Nino Calice” ha voluto realizzare.
Uno spazio espositivo sul tema dell’emigrazione italiana, soprattutto lucana, con particolare riguardo al tema del viaggio a partire dal periodo dell’Unità d’Italia sino alla metà del ventesimo secolo. Il visitatore è guidato nel percorso attraverso un allestimento che consente, tramite fedeli riproduzioni di ambienti e luoghi, di rivivere il viaggio e l’emozione dello stesso con l’ausilio di strumenti multimediali, installazioni interattive ed arti visive.
Quattro le sale allestite. Nella prima, “La Regione Basilicata”, l’ospite è accolto da un ‘carretto’, oggetto che porta con sé la memoria del 1902, anno del viaggio del primo ministro Zanardelli in Basilicata. Qui è stato pensato un excursus storico sulla situazione della regione all’epoca delle grandi migrazioni. Nella seconda sala, “Il mondo nuovo”, protagonisti sono pannelli espositivi con raffigurazioni dal mondo intero: Londra, Parigi, New York e Pechino, mescolate a manifesti d’epoca. Presente anche il Globo terrestre che riporta quelle traiettorie migratorie che dalla Basilicata si dipanano a raggiera verso nuovi stati e continenti e la ‘macchina del Mondo nuovo’, vecchio strumento ottico, ricostruito, che permetteva la visione di realtà planetarie all’epoca ritenute fantastiche. Nella stessa sala la ricostruzione di un vagone d’epoca. Il treno era il mezzo con il quale molti emigranti, dal Sud, riuscirono a raggiungere l’Europa o i grandi porti italiani per poi imbarcarsi verso le Americhe. Sul fondo del treno sono proiettati filmati di approfondimento in loop, che descrivono la partenza degli emigranti.
Nella terza sala intitolata “La bussola del viaggio” lo spettatore attraverso proiezioni a parete si immerge nelle atmosfere del viaggio in nave: l’arrivo al porto di New York, scene di naufragio e la cabina/dormitorio. L’ultima sala è la “Ellis Island”. Dopo il viaggio il visitatore ripercorre un passaggio obbligato, dove i tubolari che simulano i divisori del centro di Ellis Island lo indirizzano lungo la parete d’esposizione sul tema dell’arrivo. Al termine del passaggio sono posizionati tre schermi touch screen in cui delle applicazioni riproducono quei test che gli americani facevano agli emigrati per consentire l’accesso al paese.
Passata la ‘frontiera’ una catasta di valigie diviene installazione per raccontare alcune storie particolari di figure emblematiche quali: Felicia Muscio, Charles Paterno, Antonio (Anthony) Cilibrizzi, Rosita Melo, Leonard Coviello, Joseph Stella, Nicola Santo, Beniamino Benvenuto, Francesco Miglionico, Garibaldi Lapolla, Pietro Cristiano, Francesco Farenga, Filomena Iacovino, Rocco Anthony Petrone, Jhonny Rocco Barbalinardo Lombardi.
“Persone che hanno lasciato la nostra regione con un bagaglio di poche cose diventate reliquie da custodire gelosamente e di cui ora – ha detto Luigi Scaglione, coordinatore tecnico – scientifico del Centro ‘Nino Calice’ – è venuto il tempo di raccoglierne le testimonianze e di lasciarle come monito a futura memoria”.
Apertura del Museo dell’emigrazione lucana, gli interventi
Ad introdurre i lavori il coordinatore del Comitato scientifico del Centro Nino Calice, Scaglione, e il presidente della Commissione regionale dei lucani nel mondo, Benedetto. Le conclusioni affidate al presidente del Consiglio regionale Mollica
“Quale migliore data se non quella di oggi, 22 maggio, giorno in cui si celebra la ‘Giornata dei Lucani nel mondo’, per aprire ufficialmente al pubblico il Museo dell’Emigrazione Lucana che la Regione Basilicata, per il tramite del Centro Lucani nel Mondo ‘Nino Calice’, ha voluto realizzare al fine di rendere omaggio a tutti quei nostri corregionali che hanno lasciato la propria terra, i propri affetti, in cerca di una migliore condizione di vita. Non solo un luogo dove custodire testimonianze culturali ma una forza dinamica, generatrice di un nuovo e forte rapporto con il territorio e, quindi, con la collettività. Un museo da percepire come spazio di dialogo e confronto che metta al centro il pubblico, protagonista privilegiato dell’azione museale”. E’ quanto ha affermato il coordinatore del Centro, Luigi Scaglione, nell’aprire i lavori presso il Castello di Lagopesole. L’auspicio – ha affermato – è che queste stanze diventino spazi vitali capaci di dare un valido input alla valorizzazione del territorio circostante e dove interpretare storie, quelle di tanti lucani partiti alla volta di un orizzonte più favorevole, e da lì trarne il giusto insegnamento. Senza nostalgie – ha proseguito – e con il sorriso più che con le lacrime. Proprio come la prima storia che racconteremo tra un po’, quella di Rosita Melo, compositrice e cantante originaria di Rionero in Vulture e donna di grande successo in Sud America”.
“Il museo dell’emigrazione – ha detto il sindaco di Avigliano Vito Summa, che ha portato il saluto della comunità locale e dell’Anci – completa il percorso di valorizzazione del castello di Lagopesole avviato con ‘Il mondo di Federico’, e rafforza l’operazione di recupero della memoria storica e dell’identità culturale che appartiene alle nostre comunità e rimane ancora forte in coloro che vivono in altri territori. Auspichiamo – ha aggiunto – che accanto al museo si preveda la realizzazione di un centro di documentazione sull’emigrazione che possa avere sede nel castello di Lagopesole”.
“L’apertura del Museo dedicato alla storia dell’emigrazione lucana va sottratta ad ogni aspetto commemorativo per farla diventare l’occasione per rilanciare tutte le opportunità, in gran parte ancora inespresse, rappresentate dalla rete di associazioni, federazioni, circoli di lucani all’estero”, gli ha fatto eco il presidente della Commissione regionale dei lucani nel mondo, Nicola Benedetto. Nel ricordare le iniziative su cui la Crlm intende puntare, trasformando le sedi delle federazioni e delle associazioni dei lucani nel mondo in ‘ambasciate del made in Lucania’ e quindi in strutture permanenti per promuovere l’export dei nostri prodotti e attività imprenditoriali, puntando sul turismo culturale contando sull’apporto dei connazionali, incentivando le associazioni dei giovani, ‘sfruttando la loro freschezza di idee’, la realizzazione di azioni di marketing territoriale e di promozione culturale, economica e turistica del territorio regionale e dei prodotti eno-gastronomici anche attraverso il progetto ‘Basilicata da amare’, Benedetto ha concluso con l’auspicio che “il museo, all’interno del castello federiciano, diventi da luogo di memoria a strumento di attrazione turistica, anche per quel turismo di ritorno, che l’Expo di Milano ha inaugurato”.
“È fonte di orgoglio per me, come lucano e come presidente del Consiglio regionale, pensare ai tanti lucani all’estero come una vera risorsa per il Paese. Come portatori di arricchimento valoriale. Ma affinché lo stereotipo del lucano all’estero continui a ricalcare questa immagine è fondamentale coltivare il mantenimento dei rapporti e dei legami al di là del tempo e dello spazio. E la giornata di oggi, con lo sguardo rivolto all’apertura del ‘Centro Nino Calice’ ne è la prova ” ha detto nell’intervento conclusivo il presidente del Consiglio regionale Francesco Mollica. “La testimonianza del cammino intrapreso dai nostri migranti lasciando la propria terra e fronteggiando le mille difficoltà che gli si sono presentate in terra straniera – ha aggiunto -, deve essere per noi monito per fare sempre di più e garantire il legame tra noi e loro. Il mio augurio per l’apertura ufficiale di questo museo è che possa diventare un luogo culturale dove la cultura non è meramente accademica ma è vita, storia. Un luogo di appartenenza per sentire a noi vicini una cittadinanza a distanza, globale, un luogo che valorizzi la persona e la sua storia linguistica, culturale e sociale”.