Il 30 ottobre si è conclusa la prima fase del percorso di inclusione culturale “I diritti umani: un salvagente per i rifugiati” che si sta realizzando nell’ambito delle attività previste dal progetto S.P.R.A.R. del Comune di Matera, gestito dalla cooperativa sociale “il sicomoro” in collaborazione con tolbà.
Durante questi primi 16 laboratori, con altrettante classi di studenti, si sono suggerite alcune riflessioni sui diritti umani, in un interessante e sempre diverso dialogo con gli alunni della scuola media Torraca, di Via Fermi, Pascoli e Festa e di due classi del liceo artistico statale “C. Levi”, con la collaborazione di richiedenti asilo e rifugiati, la coordinatrice del progetto SPRAR Matera Serena Vigoriti, gli operatori dell’integrazione Brunella Loiudice, Adele Paolicelli, Valeria Zampagni e le volontarie Grazia Tinelli e Serena Altamura, con il supporto tecnico di Gianni Maragno.
Il percorso, ideato e coordinato da Graziella Cormio, parte dall’idea di immaginare i salvagente come metafora dei diritti umani ai quali i migranti ma non solo, si aggrappano per vedere rispettato ciò cui tengono di più; sono stati coinvolti richiedenti asilo e rifugiati accolti nel progetto SPRAR, 365 alunni e 20 insegnanti.
Gli incontri si sono svolti dal 15 al 30 ottobre nelle Sale di Palazzo Lanfranchi a Matera, grazie alla collaborazione della Soprintendenza ai beni artistici, storici ed etno antropologici della Basilicata e alla disponibilità della soprintendente Marta Ragozzino e di Silvia Padula.
I percorsi laboratoriali sono partiti dalla visita della mostra di Pier Paolo Pasolini per poi spostarsi in una delle sale della Collezione D’Errico. Qui, dopo la visione del Documentario sui diritti Umani di Human Rights, di grande impatto emotivo, si è passati a discutere con i ragazzi, anche con la presenza di persone che sono inserite nel progetto SPRAR o con testimonianze scritte. L’attenzione è stata focalizzata sulla necessità della “partecipazione” come atteggiamento utile al mantenimento e all’affermazione dei diritti umani e al conseguimento della costruzione di una Comunità consapevole ed attenta alla solidarietà e all’accoglienza ed anche al bello, all’ambiente e ai valori etici, al di là della ricchezza materiale, anche per rispondere consapevolmente alla “sfida” di Matera capitale europea della cultura per il 2019.
Sono, poi, state distribuite delle “caramelle” contenenti parole-chiave sui diritti umani e che costituiranno, per i ragazzi e gli insegnanti, lo spunto per una più attenta discussione e riflessione in classe, anche con gli operatori coinvolti, in altri 2 incontri, in classe, a novembre e dicembre.
Per la fine di gennaio 2015 si arriverà, dunque, alla scrittura di tanti diritti umani quanti sono i ragazzi, gli insegnanti e i migranti che hanno partecipato al percorso. Ogni diritto umano verrà scritto su un salvagente, uno per ogni pensiero e i 400 circa salvagente costituiranno una “installazione creativa” a Palazzo Lanfranchi.
“I diritti umani: un salvagente per i rifugiati” va nella direzione della costruzione di una idea di “cultura” rispettosa della dignità delle persone e della pluralità delle culture e coincide sicuramente con la storia di Matera che è da 20 anni “città della pace e dei diritti umani” e per il 2019, capitale europea della cultura.
L’appuntamento con i ragazzi è per novembre e dicembre e con la città a gennaio 2015 per l’installazione dei salvagente.