POTENZA – Giorgio ha cinquanta anni, ha perso il lavoro, non può più pagare il fitto di casa, ha avuto lo sfratto per morosità. Ora dorme sulle panchine di Potenza, o vicino gli ascensori che salgono in centro città, a volte non sa neanche dove mangiare. Possibile che a Potenza, capoluogo di regione, non esiste ancora una mensa dei poveri? Tra i nuovi diseredati ci si arrangia come meglio si può. Giorgio raccoglie la carta, fa lavori saltuari. Non si arrende, ma ha negli occhi tutta l’angoscia di chi è rimasto solo, di chi si sente schiacciato e senza più punti di riferimento. Giorgio è una delle tante vittime anonime della crisi, che morde anche qui, all’ombra delle Dolomiti lucane, scavando un solco sempre più ampio, di vecchie e nuove povertà, con un popolo di invisibili che si ingrossa ogni giorno di più. Quanti Giorgio ci sono a Potenza? Quanti in Lucania? A lanciare l’allarme è il Commissario regionale della Croce rossa di Basilicata, la dottoressa Annamaria Scalise. “Sempre più gente, sempre più giovani, ogni mercoledì fanno la fila al nostro sportello per la distribuzione viveri – avverte la Scalise – è la spia, anche qui di una crisi che morde il ceto medio e i nuovi poveri. La situazione si fa sempre più drammatica, lo vedo ne loro occhi. A volte ci sembra di non fare abbastanza, o di fare troppo poco. Noi avremmo gli spazi idonei per allestire una mensa per gli indigenti, abbiamo tutto l’occorrente, anche una grande cucina funzionante, presso la nostra sede in contrada Sant’Antonio la Macchia. Se le Istituzioni ci dessero una mano, si potrebbe fare in fretta”.
I casi sono tanti e diversi, c’è chi non riesce a pagare le bollette, chi combatte con l’affitto e le rate del mutuo non pagate, chi, vivendo un estremo disagio, ha paura che un giorno o l’altro gli assistenti sociali gli tolgano la potestà genitoriale e l’affidamento dei figli. La povertà ha molti volti, spesso dignitosamente nascosti. Le statistiche parlano di una situazione a macchia di leopardo, ma è difficile ricavare ed aggregare un dato ufficiale. Il disagio sociale investe tutti, giovani e vecchi, la disoccupazione giovanile è a livelli di guardia, tutti si finisce in un vortice di nebbia che travolge fatti e situazioni che fino a ieri ti sembravano risolvibili – continua la dottoressa Scalise ma che oggi ti trascinano sull’orlo del baratro. La disperazione non ha età e latitudine. E qui in provincia, dove sono ancora saldi i presidi sociali della famiglia e dei nuclei parentali ed amicali, il senso di perdita diventa ancora più lacerante.
Che fare? Associazioni e Istituzioni si rimboccano le maniche, si cerca di lavorare insieme, in sinergia, ora si deve fare anche i conti con i gravi tagli alla spesa sociale, spesso la rete delle parrocchie rimane l’ultimo orizzonte per chi cerca aiuto.
La Croce rossa è in prima linea, come tante altre realtà ha un osservatorio privilegiato su problematiche sommerse, che affiorano a pelo d’acqua, ma che non vanno sottovalutate.
Potenza sopravvive, si affida al suo spirito di solidarietà e concretezza, in attesa che passi la notte.
Forse sarebbe il caso di puntare i riflettori, ancora e di più su queste zone d’ombra, prima che diventino un buco nero. Intanto Giorgio continua a dormire sulle panchine. E molti altri resteranno all’addiaccio. Per l’ennesima notte.
La commissaria regionale della Croce Rossa Italiana,dott. Anna Scalise, ha avuto un’ottima idea nell’offrire alle
istituzioni i locali mensa della CRI per i poveri che quotidianamente devono combattere per sopravvivere.
Forse è un’idea da non sottovalutare. Le istituzioni facciano quello che possono,al resto ci penserà il volontariato della Croce Rossa che in Basilicata ha in più occasioni dimostrato di essere ,attivo, ,motivato, intensamente impegnato nell’assistenza a bisognosi di aiuto di qualsiasi genere.
Chi scrive questo commento è impegnato da oltre trent’anni nel volontariato e conosce molto bene il contributo
dato dalla Crocerossa Italiana a tanti disperati.
Anna Maria Scalise ,in qualità di Commissario Regionale della Basilicata,ha lavorato con impegno e grande entusiasmo al servizio degli indigenti. Mi sento orgoglioso essendo mia allieva,poichè ho messo tutte le mie energie a disposizione della CRI da oltre trent’anni. dott. Franco Bisaccia