E’ stato un convegno ricco di spunti e di riflessioni, quello che si è svolto sabato, 19 novembre a San Mauro Forte dal tema “Incontro con la Ricerca ” organizzato dal comitato AIRC di San Mauro Forte, nella splendida location di Palazzo Arcieri.
Perno dell’incontro è stato l’intervento della dottoressa, Luciana Russo, ricercatrice che ha spiegato ai numerosi partecipanti, con slide semplici e nozioni fruibili, non solo la giornata “tipo” di un ricercatore e l’enorme lavoro svolto nel silenzio dei laboratori ma anche gli step di ricerca che portano, spesso a distanza di anni e sperimentazioni, ad avere certezze circa il comportamento di alcune cellule nei processi tumorali. “Tanto la ricerca ha fatto ma tanto ancora ha sicuramente da fare”, ha ricordato la dott.ssa Russo che attualmente lavora in specifico, grazie ad una borsa di studio dell’AIRC, allo studio del cancro del colon.
Impossibilitato ad essere presente, per sopraggiunti impegni, il commissario prefettizio dott. Francesco D’Alessio che si è premurato di mandare ai presenti comunque un suo saluto, mentre ad aprire il convegno, moderato dalla giornalista Anna Giammetta, è stato l’intervento della coordinatrice AIRC di San Mauro Forte, Teresa Autera che sin dalla nascita del comitato ha seguito con costanza e determinazione il buon andamento delle iniziative legate all’Associazione Italiana per la Ricerca del Cancro e che ha ricordato e ringraziato anche i referenti di Garaguso e di Oliveto Lucano che da diversi anni sono coinvolti nel progetto.
“Ho deciso di impegnarmi e di sostenere l’AIRC, ha detto la coordinatrice, perché sono convinta che la ricerca, affinchè possa andare avanti, debba essere sostenuta da ciascuno di noi. Solo così, un giorno, i nostri ricercatori, che lavorano per la nostra salute, potranno vincere questa battaglia contro il cancro e renderlo definitivamente curabile in tutte le sue forme, perché, in fondo, l’AIRC altro non è se non un facebook reale, una rete di contatti reali attorno ad un obiettivo comune: la ricerca sul cancro. Ed è importante che ognuno di noi possa dire con orgoglio ‘’contro il cancro io ci sono’’, perché aiutando la ricerca, aiutiamo noi stessi”.
Poi è stata la volta di Felicia Di Pierro, prima promotrice del comitato del paesino lucano, che ha ricordato come l’impegno AIRC, nato con la vendita delle azalee, era sorto agli inizi degli anni novanta, dalla necessità di “fare qualcosa” dopo la morte di una cara amica e parente e dopo la perdita di persone a lei vicino, a causa del cancro.
Il medico di base, dott. Rocco Belmonte ha poi portato una testimonianza professionale: “ ho visto persone mancare,in tanti anni, ma grazie alla prevenzione ed agli sviluppi in campo medico, ha visto anche malati guarire”.
Positivo anche l’intervento del parroco, don Giuseppe Di Perna che ha sottolineato l’importanza della ricerca e del donare qualcosa in maniera incondizionata agli altri.
Di seguito la testimonianza di un giovane socio, l’architetto Rosario Racaniello, che ha raccontato: “avvicinandomi al comitato ho constatato il gioco di squadra e quasi un clima familiare volto al raggiungimento della sensibilizzazione e della prevenzione”.
Moltissimi spunti di riflessione sono infine arrivati dall’intervento del presidente dell’Airc di Basilicata, arch. Saverio Calia il quale, oltre a fare il punto sulle difficoltà ma anche i traguardi dell’AIRC ha voluto ricordare un incontro personale con il prof. Umberto Veronesi.
“ Durante un convegno, Veronesi disse: il primo passo per stare bene � volersi bene. E pertanto vi do 3 numeri da tenere sempre presente. I numeri sono lo zero, il cinque ed il trenta. E poi spiegò che lo zero deve corrispondere a “zero sigarette”; il cinque ai “cinque pasti al giorno di frutta e verdura”; il trenta sono i minuti di attività fisica da fare ogni giorno”.
Una piccolissima formuletta che, però, è la base di partenza per una vita sana.
Soddisfatti gli organizzatori per la riuscita e la grande partecipazione della cittadinanza all’incontro. Perché a rendere il cancro una malattia sempre più curabile concorrono, da una parte, l’ingegno e la passione dei ricercatori e dall’altra l’impegno di tutti coloro che credono nell’operato della ricerca e che non smettono di sostenerla”.