L’Ispettore della Polizia di Stato Anna Maria Piarulli e componente attivo della vita associativa Fidas ha voluto affidare ad una lettera alcune delle emozioni provate durante il conferimento dell’onorificenza di Cavaliere della Repubblica che ha ricevuto nei giorni scorsi. Di seguito il testo integrale.
“Cara famiglia Fidas Basilicata,
il giorno 18 dicembre 2018 mi è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere della Repubblica concessami dal Capo dello Stato e, durante la formale cerimonia svoltasi in Prefettura, mi sono fermata a riflettere sui miei trascorsi professionali e non.
Mentre lo speaker ripercorreva fatti salienti della mia vita, enumerandoli come meritevoli, mi sono chiesta “questa sono io, davvero quello che ho fatto ha dei meriti?”
Non so dare una risposta, mi sembra di aver fatto solo il mio dovere. Certamente, ho lavorato in tanti posti, ho incontrato tanta gente e cambiato spesso idea su fatti e persone, ma una cosa non è mai cambiata: ho sempre pensato al bene da portare agli altri, senza aspettarmi qualcosa in cambio.
La mia quotidianità lavorativa mi ha fatto toccare con mano il dolore e gli errori dell’essere umano, ma è sempre prevalsa in me l’idea che tutti siano capaci di amore e solidarietà.
Quando sono entrata nella famiglia Fidas Basilicata ed ho iniziato a donare con periodicità e costanza, in molti mi hanno chiesto come mai ci fossero tanti poliziotti tra i donatori di sangue, ho risposto che aiutare il prossimo, essere tra la gente, è la missione di chi indossa la mia stessa divisa. Per un poliziotto è quasi naturale mettersi a disposizione di chi ha bisogno.
Oggi, quindi, sono io a ringraziare chi mi ha consentito di esprimere la mia naturale propensione aiutare chi è meno fortunato. Cerco di farlo, ogni giorno mentre lavoro e nel mio tempo libero con la Fidas.
Nel breve bilancio della mia vita fatta durante i minuti che lo speaker della Prefettura mi ha dedicato mi sono emozionata nel ripercorrere la storia della Fidas di Barile, nata da una mia idea e fatta camminare sulle gambe di giovani capaci e meritevoli più di me (mi riferisco ai presidenti Rocco Franciosa e Nicola Grimolizzi).
Non è stato un percorso facile, infatti, nella nostra società fare del bene spesso diventa difficile perché tanti esprimono diffidenza, tuttavia, ,l’amore e la solidarietà che connotano il dna della Fidas sono riusciti a far crollare barriere e divisioni con una forza quasi dirompente.
Oggi, guardando i risultati credo di poter affermare che la Fidas Basilicata abbia creato anche in piccoli contesti patrimonio sociale e coesione.
Concludo augurandomi che l’onorificenza concessami possa riempirsi di ulteriore significato fungendo da emulazione soprattutto per le giovani donne affinché siano sempre più protagoniste del miglioramento socio-culturale.
Ancora una volta grazie Fidas”.