La festa della donna: gli obietGLI OBIETTIVI DI “DONNE IN CAMPO” – CIA BASILICATA
Valorizzare l’imprenditorialità ed il protagonismo femminile nelle imprese agricole; migliorare la condizione della donna in agricoltura e nelle zone rurali; sostenere iniziative volte a realizzare condizioni di pari opportunità tra uomini e donne; promuovere la partecipazione femminile ai processi decisionali; incoraggiare una più sostanziale parità nella proprietà e nella gestione delle aziende agricole; offrire sostegno alle donne che operano in agricoltura per consentire loro di avere quella visibilità che spesso manca, nonostante il forte impegno della loro attività per il settore: sono questi gli obiettivi dell’Associazione Donna in Campo-Cia Basilicata ribaditi alla vigilia dell’8 marzo.
In attesa di bandire l’edizione 2013 del Premio Donne in campo, riconoscimento assegnato ogni anno a titolari di iniziative innovative, a ricercatrici e giornaliste, l’associazione evidenzia che l’agricoltura ‘in rosa’ punta anche ai settori più innovativi come biologico, produzioni di nicchia Dop e Igp e vitivinicoltura, creando agriturismi, fattorie didattiche e fattorie sociali, agri-asili e agri-nidi. In particolare l’associazione segnala che, insieme al commercio, è proprio l’agricoltura il settore produttivo dove il tasso di ‘femminilizzazione’ è più elevato. Solo negli ultimi dieci anni la quota di aziende ‘rosa’ è passata dal 30,4% al 33,3% attuale. Questo vuol dire che un imprenditore agricolo su tre è donna. Un trend confermato anche dall’Istat, secondo cui nell’ultimo decennio le aziende a conduzione femminile sono diminuite meno di quelle a conduzione maschile (meno 29,6% contro meno 38,6%).
Le aziende ‘al femminile’, dunque, tengono la crisi ma, sottolinea l’associazione Donne in Campo, “le agricoltrici hanno ancora poca visibilità rispetto agli uomini e subiscono forti discriminazioni nell’accesso al credito agricolo, mentre oggi andrebbe studiato un fondo ad hoc o piuttosto un progetto sul microcredito specifico per la categoria, senza dimenticare l’importanza degli incentivi all’imprenditoria ‘rosa’”.
Tornando ai numero, l’associazione segnala che le imprenditrici ‘in rosa’ guidano oltre 530 mila aziende su tutto il territorio nazionale offrendo servizi che contribuiscono a far schizzare al 35% il contributo delle donne al valore aggiunto complessivo dell’agricoltura, che si aggira intorno ai 26 miliardi di euro. Di questi, quindi, ben 9,1 miliardi sono ‘rosa’.
Solo negli agriturismi, per esempio, sottolinea Donna in Campo-Cia, metà del giro d’affari ‘dipende’ dalle donne: su 19 mila strutture in tutt’Italia, quasi il 40% è gestito da imprenditrici, che muovono ogni anno un fatturato di circa 500 milioni di euro su un totale di 1,1 miliardi dell’intero settore. Anche nel comparto vinicolo, continua Donne in Campo-Cia, ben il 35% della forza lavoro è femminile.
Riguardo al cosiddetto processo di modernizzazione dell’agricoltura – evidenzia Rosanna Bollettino, presidente Donne in Campo Basilicata – caratteristica specifica è la sostenibilità economica e sociale delle aziende agricole femminili che producono tanti dei prodotti di eccellenza orgoglio del made in Italy e che si distinguono per una particolare sensibilità ambientale, di tutela del territorio e delle tradizioni rurali.
In Basilicata, secondo una tendenza che si va consolidando, è in corso da diversi anni un percorso di crescita delle donne agricoltrici. Aumenta la capacità delle donne di fare impresa agricola e, insieme, sale la necessità di una partecipazione attiva e diretta alla rappresentanza dei loro bisogni. Una conferma viene dai dati dell’ultimo Censimento nazionale dell’agricoltura che -sottolinea Bollettino – evidenzia in maniera chiara l’importante ruolo delle donne. Per il prossimo sessennio del Psr sarà fondamentale promuovere l’imprenditoria femminile agricola e sostenerla nei processi di innovazione.
Le donne del MOICA celebreranno l’8 marzo 2013 con un silenzio e una riflessione profonda.
Il termine donna deriva dal latino “domina” che vuol dire signora, padrona. Nell’età classica era la donna che mandava avanti sia la casa e sia gli affari economici. Con il passare del tempo la donna ha perso questo ruolo, come mai? E’ stata relegata ad occupare i posti più umili sia in casa e sia nella società. Fino agli anni ‘ 50- ’60 la donna doveva sottostare al volere non solo del marito ma anche dei figli maschi. Improvvisamente già dagli anni ’70 si assiste ad una presa di coscienza femminile.
Chi fatica a recuperare il ruolo di “domina” ancora oggi è la signora di casa perché il suo lavoro è SOTTOVALUTATO ed invece, il suo, è il lavoro sociale più importante perché è nella casa che si forma la nuova generazione. Questa voglia di riscatto ha portato ad un aumento vertiginoso dei casi di violenza e sono proprio le casalinghe a soffrire di più nel silenzio delle loro case per amore dei figli e della loro stessa dignità. Cosa si può fare per loro dal momento che non hanno risorse economiche?
Questo fenomeno purtroppo è più pressante in Basilicata che, secondo l’indagine ISTAT, presenta il tasso di povertà più alto, in Italia, e tra le casalinghe.
Le donne del MOICA celebreranno l’8 marzo 2013 con un silenzio e una riflessione profonda su tutto ciò che puntualmente si disattende durante l’anno.