Ogni cittadino ha diritto di vivere in un contesto di qualità, dove siano assicurati servizi sociali, servizi sanitari, servizi all’istruzione, alla mobilità sostenibile, alla cultura, al lavoro di qualità; questa è la società, la comunità che vogliamo e che dobbiamo progettare.
E’ tempo di welfare community, basato sulla attuazione della c.d. “sussidiarietà circolare” – relazioni basate sulla creazione di beni relazionali e azioni di co-progettazione strategica -, per fare in modo che Sanità, Sociale e Comunità Locale interagiscano con rapporti di collaborazione, progettazione e gestione congiunta.
Da qui la necessità di utilizzare al meglio tutti gli strumenti disponibili: dalle Case di Comunità alla Legge Quadro sulla disabilità; dalla riforma dell’assistenza per gli anziani non autosufficienti al nuovo modello di assistenza domiciliare integrata.
L’ipotesi è che si riesca finalmente a implementare un modello operativo che consideri la persona come baricentro dell’azione professionale, in continua interazione con quattro forze esterne che con essa interagiscono:
a) il territorio, come luogo che connota i bisogni e fornisce le risorse necessarie a individuare le risposte;
b) i servizi pubblici, come attori responsabili del benessere globale delle persone e chiamati a fornire risposte ai cittadini che si trovano in stato di bisogno;
c) il Terzo settore, interlocutore privilegiato dell’attore pubblico e co-costruttore delle politiche di intervento socio-sanitario;
d) la comunità, ambito di intervento e risorsa che permette di sviluppare senso di appartenenza, partecipazione ed empowerment.
Nei venti anni successivi alla Legge n. 328 del 2000 sul sistema integrato di interventi e servizi sociali, l’integrazione socio-sanitaria è stata differentemente interpretata nei sistemi locali del welfare italiano.
A seguito dell’emergenza epidemiologica, però, è divenuto dirimente un elemento che fa assumere caratteristiche nuove alle forme di sperimentazione di servizi socio-sanitari: si tratta del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che è stato adottato dal Governo italiano e che vede il settore sanitario e quello sociale come ambiti di sviluppo di specifiche “Missioni” che impattano direttamente sul sistema dei servizi territoriali.
In quest’ottica l’Assessore Fernando Picerno e il dirigente SaP Giuseppe Romaniello hanno presentato a Roma, in ANCI per l’annuale appuntamento sul PNRR, Missione Italia, le scelte ed i progetti avviati e mirati ad affrontare alcune questioni cruciali, quale quella dei livelli essenziali (LEA e LEPS) per tendere alla costruzione di un vero sistema integrato di servizi sociosanitari organizzato su base territoriale, che ad oggi non rifletta solo l’esigenza operativa di rispondere ai bisogni complessi sempre più emergenti, ma che sia ispirato da una precisa visione costituzionale che lega i bisogni di salute ai diritti alla cura e all’assistenza della persona.
Occorre poi rafforzare le dimensioni dell’intestazione socio-sanitaria, che va perseguita nelle sue 5 dimensioni: Dimensione Istituzionale, Dimensione Programmatoria e direzionale, Dimensione Interprofessionale, Dimensione Gestionale e organizzativa, Dimensione Comunitaria.
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza vede il settore sanitario e quello sociale come ambiti di sviluppo di specifiche “Missioni” che impattano direttamente sul sistemi dei servizi territoriali; obiettivi perseguiti, stato dell’arte, occasioni da non perdere; le missioni M5C2 e M6C1 riguardano le infrastrutture sociali e la sanità territoriale
Occorre quindi progettare Idee e Proposte di Welfare Comunity, a Potenza come in Basilicata, per far interagire Sanità, Sociale e Comunità Locale con rapporti di collaborazione, progettazione e gestione congiunta, utilizzando al meglio tutti gli strumenti disponibili: dalle Case di Comunità alla Legge Quadro sulla disabilità; dalla riforma dell’assistenza per gli anziani non autosufficienti al nuovo modello di assistenza domiciliare integrata.
Il Comune di Potenza ha attivato, attraverso il Piano Sociale di Zona progetti e processi di riorganizzazione in tutti gli ambiti menzionati, introducendo innovazioni che già da quest’anno risulteranno visibili ed impattanti per la qualità del welfare cittadino.