Riceviamo e pubblichiamo la lettera appello di Lucania World ai progressisti: portiamo a compimento le misure inclusive per il lavoro”. Di seguito la nota integrale.
Il progetto dell’Associazione Lucaniaworld entra nel 18° anno di attività, dove la naturempatia è elemento centrale, frutto della
riconnessione con il proprio sé e la consapevolezza della persona. Tale progetto non vuole essere alternativo ad altri tentativi di riequilibri, ma integrativo ad essi, con la capacità di stimolare la persona, che deve tornare a riprendersi la cittadinanza attiva con l’obiettivo di dedicarsi e praticare il volontariato della reciprocità, inteso quale ricerca e sperimentazione rispetto ai bisogni, a cominciare da quelli primari, e di stimolare la stessa politica, nella sua essenza di idealità, che supporti un benessere reale, che auspichiamo possa contrastare i processi di deriva, che, pare, si inneschino in ogni tentativo evoluzionisticamente positivo, sia individuale che sociale.
La ricerca e le sperimentazioni promosse in questi anni con la Naturempatia hanno riscontri tangibili e consistono nell’aver costruito
in alcune comunità, in collaborazione con le municipalità e in sintonia con la Regione Basilicata (vedasi cronologia attività Lucaniaworld
http://www.naturaleapplicato.eu/ https://www.facebook.com/Lucaniaworld/), i gruppi di progettazione organizzati e formati da cittadini
inoccupati e disoccupati con rilevante volontà e capacità lavorativa.
Il benessere reale non può raggiungersi senza un reddito da lavoro ed è per tale ragione che si riconosce al Governo regionale di
Centro Sinistra, dell’allora Presidente Filippo Bubbico, di aver avviato in Basilicata un processo positivo fatto di misure di auto inclusione
socio-lavorative a cominciare dal “Programma di Promozione della Cittadinanza Solidale”. I Governi regionali che si sono susseguiti con i
Presidenti Vito De Filippo e Marcello Pittella, hanno dato continuità con i programmi CoPES e Reddito Minimo d’Inserimento. La Basilicata vanta tale primato che anticipa di tanti anni il SIA (Sostegno per l’inclusione attiva) e il REI 2018 (Reddito di inclusione sociale), varati dai Governi Nazionali. I risultati raggiunti sono discutibili e pur attestandosi positivamente rispetto a limitati casi di inclusione sociale di pochi beneficiari, non si registrano dati positivi relativi all’inclusione lavorativa. Senza voler entrare nel merito del carattere universalistico che avrebbe dovuto caratterizzare queste misure, ci sentiamo di affermare che il non coinvolgimento del beneficiario abbia rappresentato la nota dolente. Non è sufficiente fare i provvedimenti se non si promuovono politiche che li supportino adeguatamente.
Attualmente i cittadini e le municipalità al fine di fare la loro parte possono anche prendere a riferimento la nuova normativa del
Terzo settore. Un esempio è il Codice del Terzo Settore, che ha come finalità e oggetto, così come disposto dall’art. 1, quello di: “sostenere
l’autonoma iniziativa dei cittadini che concorrono, anche in forma associata, a perseguire il bene comune, ad elevare i livelli di cittadinanza attiva, di coesione e protezione sociale, favorendo la partecipazione, l’inclusione e il pieno sviluppo della persona, a valorizzare il potenziale
di crescita e di occupazione lavorativa, in attuazione degli articoli 2, 3, 4, 9, 18 e 118, quarto comma, della Costituzione…”.
Tutte queste misure possono sicuramente dare ben altri risultati se ci si chiede:
1) Il lavoro di pubblica utilità può produrre beni e servizi che possono competere sui mercati globalizzati? O, più semplicemente, può
supportare creazioni di microeconomie sociali rispondenti ai bisogni della comunità a cominciare da quelli di sano e naturale?
2) Il no-profit e il Terzo Settore, supportati da misure inclusive, possono creare lavoro non mercificato?
3) Per il contrasto al dilagante impoverimento di un sistema alla deriva, non sarebbe opportuno liberare nuove culture di contesto rispetto
all’attività lavorativa e all’economia?
4) Nella nostra Basilicata è possibile fermare l’emorragia dei nostri giovani che emigrano e, inoltre, creare inclusione reale anche per gli stessi fratelli migranti?
In conclusione, l’appello rivolto ad ogni cittadino e alle organizzazioni politiche e sindacali progressiste è quello di connettersi con la
forza della propria diversità in una progettualità fatta di ricerca e sperimentazione, per dare concrete soluzioni ai bisogni primari, sbarrando così la strada a ulteriore deriva che potrà verificarsi attraverso l’uso di demagogia e populismo.
Gen 08