La Regione Basilicata ha formalizzato oggi, dopo gli incontri dei giorni scorsi, un’ipotesi di intesa con il Dipartimento Libertà civili e Immigrazione del Ministero dell’Interno, con l’Unione delle Province d’Italia (Upi) e con l’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) della Basilicata – per dare attuazione al Piano operativo nazionale “per fronteggiare il flusso straordinario di cittadini immigrati”, in ottemperanza a quanto stabilito in sede di Conferenza Stato-Regioni il 10 luglio 2014.
A darne notizia è Pietro Simonetti, il presidente dell’Organismo di coordinamento della Regione Basilicata in materia di immigrati e rifugiati politici. “Come coordinamento – ha spiegato – abbiamo trasmesso l’ipotesi d’intesa con Ministero, Upi e Anci, per l’attuazione dell’accordo Stato-Regioni del 2014. Per la Basilicata significherà, tra le altre iniziative in cantiere, la creazione di un “hub” regionale (cioè un nodo di smistamento dei profughi) e la messa a punto delle modalità per arrivare ad ospitare fino a duemila migranti, come annunciato ad aprile dal presidente della Regione Basilicata. Siamo entrati quindi – ha aggiunto Simonetti – nella fase esecutiva, ed ora si attende solo la firma dell’accordo definitivo. I contenuti del documento sono diversi, e riguardano anche le modalità di prima accoglienza, con il graduale superamento dell’ospitalità in grandi nuclei negli alberghi, privilegiando l’alloggio in case e abitazioni, previo accordo con i Comuni del territorio lucano”.
Intanto, i migranti arrivati in Basilicata da Trapani e Ragusa (in Basilicata ne sono un centinaio circa) saranno ospitati nelle strutture già attive e gestite da volontari nel territorio regionale. “Il Ministero dell’Interno – ha evidenziato il presidente dell’Organismo di coordinamento della Regione Basilicata in materia di immigrati e rifugiati politici – ha invitato ogni regione italiana a dare il suo contributo in vista dell’ennesimo flusso di immigrati dal Nord Africa: i migranti sbarcati saranno suddivisi tra le diverse province, in un numero che va dagli 80 ai 100 ciascuna. Tra pochi giorni ci sarà una riunione a livello nazionale per definire un quadro di intervento nel medio termine. Tutto questo – ha detto ancora – in attesa dell’incremento dei posti messi a disposizione a Scanzano Jonico (nell’ambito delle iniziative della Città della Pace), ma anche del recupero e del completamento di una struttura della Diocesi di Acerenza, per il territorio dell’alto Bradano, e della imminente trasformazione del Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Palazzo San Gervasio in Centro di accoglienza per richiedenti asilo (Cara)”