Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, mantenendo gli impegni assunti nel corso della riunione di giovedì 4 agosto con i migranti, ha inviato oggi una lettera ai sindaci di Venosa, Palazzo San Gervasio, Lavello e Maschito. Qui di seguito il testo integrale:
“Cari Sindaci,
so di parlare a persone sensibili, alle quali, come me, sicuramente non sfugge che il tema legato all’accoglienza dei braccianti di colore, impegnati nella raccolta del pomodoro nelle campagne di Venosa e Palazzo San Gervasio, rappresenta da anni una sorta di vulnus per la coscienza democratica di una Regione inclusiva e solidale come la Basilicata.
Sin dall’inizio di questa legislatura, insieme con Voi e con i componenti della Task Force Migranti, sono state poste le premesse perché attraverso una sistemazione civile e dignitosa garantita, con fondi regionali, all’interno dei campi gestiti dalla Croce Rossa Italiana, fosse definitivamente superata la “vergogna” di Boreano. E l’abbattimento delle baracche abusive, avvenuto in questi giorni con l’assistenza delle Forze dell’Ordine, premia il lavoro corale posto in essere dall’Amministrazione comunale di Venosa e dal Governo regionale, da un lato, e dalla Prefettura di Potenza, dall’altro.
Ora è necessario fare un ulteriore passo in avanti, garantendo ai lavoratori che rimarranno nei Vostri territori al termine della campagna autunnale di raccolta dei pomodori, una sistemazione, la più dignitosa possibile, in case e/o casolari sfitti, da mettere a loro disposizione, previa corresponsione di una regolare pigione mensile.
La Regione Basilicata vuole fare la propria parte, come ho avuto modo di assicurare ieri ad una delegazione di braccianti di colore accompagnati da rappresentanti sindacali della Usb, supportando Voi Sindaci nel predisporre e pubblicare quanto prima appositi bandi pubblici finalizzati ad agevolare la locazione di appartamenti e/o casolari sfitti ai braccianti migranti stanziali.
A Voi chiedo però un’opera di “moral suasion” nei confronti dei Vostri concittadini, perché integrazione ed accoglienza rappresentino sempre più valori condivisi e praticati all’interno delle nostre comunità.
Certo, come sempre, di poter contare sulla Vostra collaborazione, resto in attesa di un cortese cenno di riscontro”.
Francesca Messina, Responsabile regionale Dipartimento Immigrazione e Integrazione Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale Basilicata: “Pittella sta ammazzando il popolo lucano ed ha deciso di sostituirlo con immigrati”. Di seguito la nota integrale
Qualche giorno fa una delegazione di lavoratori stranieri si è presentata davanti la Regione Basilicata per avanzare richieste circa le proprie condizioni lavorative ed abitative. Ad attenderli c’era il governatore della Regione Basilicata, il quale si è prontamente calato le braghe e, all’esito della riunione, svoltasi con i rappresentanti dell’Unione Sindacale di base (USB) alla presenza degli assessori Flavia Franconi e Luca Braia, ci ha fatto sapere che sono state accolte tutte le proposte per far fronte alle esigenze dei migranti.
Vediamo quali: un servizio navetta che dal centro di accoglienza di Venosa li possa comodamente trasportare al centro del paese, la creazione di apposite attività culturali e ricreative e la “drastica” risoluzione delle difficoltà di tipo abitativo non solo per i lavoratori stagionali, ma anche per quelli stanziali.
Pare che proprio su quest’ultimo aspetto si stiano concentrando gli “sforzi” del Governatore e, infatti, non solo nelle prossime ore invierà ai sindaci di Venosa e Palazzo San Gervasio una richiesta finalizzata ad individuare case sfitte da mettere a disposizione dei migranti, ma si è già attivato con il governo nazionale per reperire un finanziamento necessario alla realizzazione di strutture abitative da assegnare a lavoratori stranieri. Saranno contenti i lavoratori lucani che di rado il Governatore si degna di incontrare e di cui mai accoglie le istanze.
Pittella sta ammazzando il popolo lucano ed ha deciso, facendo diventare la nostra Terra l’hub dei clandestini, di sostituirlo con immigrati, quasi tutti irregolari, su cui il PD Basilicata, con le sue filiere fatte di associazioni e cooperative, potrà mangiare a sbafo per i prossimi anni.
Osservatorio migranti Basilicata: “Per un’accoglienza senza lucchetti”. Di seguito la nota itntegrale
Giovedì 4 agosto abbiamo vissuto e condiviso con i braccianti stranieri, allontanati con la forza e con le ruspe dal “ghetto” di Boreano,una giornata di verità e giustizia. Cosi come è stata una giornata intensa nei palazzi della Regione. L’incontro con il presidente Marcello Pittella, cordiale e interessato alle ragioni dei braccianti, ha condottoalla stipula di un accordo, nel quale si ribadisce l’importanza delle istanze portate dai braccianti e la volontàdi cominciare a lavorare proprio a partire da queste ultime, piuttosto che dalla “militarizzazione” del territorio.
Da questa mattina, 5 agosto, è partito un servizio navetta dal Centro di accoglienza di Venosa verso il centro cittadino e ritorno, con corse a distanza di un’ora la mattina e di mezz’ora il pomeriggio. Il servizio utilizzerà fondi regionali e sarà garantito dalla CRI, che resta, al momento, il gestore unico del Centro di accoglienza.
Nel frattempo, Luca Braia, Assessore alle Politiche Agricole e Forestali della Regione,ha tenuto una riunione sul tema dell’attuazione dell’accordo quadro Basilicata, attuativo del protocollo sperimentale nazionale per il contrasto al caporalato ed allo sfruttamento lavorativo in agricoltura. La riunione ha visto presenti al tavolo anche Pietro Simonetti, presidente del coordinamento migranti e rifugiati della Regione Basilicata, rappresentanti dell’Asp e dell’Ispettorato del lavoro insieme a rappresentanti delle Associazioni datoriali per l’agricoltura (Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Alleanza Cooperativa e delle organizzazioni sindacali di settore Flai Cgil, Fai Cisl, Uila UilI, della Caritas, della Croce Rossa Italiana e di Libera). L’assessore ha chiesto alle associazioni datoriali insieme alle organizzazioni sindacali di redigere un progetto in tempi brevi, che assicuri il servizio di trasporto dei migranti dai centri di accoglienza alle aziende agricole che li impegnano. Ma al tempo stesso “è emersa la necessità di comunicare all’opinione pubblica il percorso di legalità dallo sgombero di Boreano verso i centri strutturati per l’accoglienza, dotati di servizi e che combattono la piaga del caporalato”. Voce fuori dal coro, Pietro Simonetti, che ha contestato la protesta dinanzi la Regione, ritenuta del tutto “strumentale”.
Nel frattempo, dovrebbero partire le lettere a firma del presidente Pittella indirizzate ai comuni di Palazzo San Gervasio e Venosa, per sollecitarli ad adoperarsi nella ricerca di abitazioni da affittare ai braccianti stanziali.
Vale la pena, però, di sottolineare un importante risultato ottenuto grazie al lavoro svolto con tenacia dall’OMB, dopo anni di battaglie: l’apertura dei centri di accoglienza verso l’esterno e la rottura con le politiche “isolazioniste” portate avanti in questi anni. Sulla gestione del Campo ex Cartiera di Venosa si è convenuto di regolamentare “in termini condivisi la libertà di accesso e la creazione di spazi di socializzazione, evitando l’utilizzo di dispositivi che possano compromettere o offendere la piena affermazione dei fondamentali principi, a tutela della dignità delle persone”, recita l’accordo.Una richiesta reiterata più volte già a maggio scorso, ma che aveva ottenuto solo una promessa di accesso per un rappresentante locale dell’Usb (sindacato di base). Nel giugno scorso, lo ricordiamo, l’OMB, insieme alla Campagna nazionale LasciateCIEntrare, aveva chiesto di poter entrare nel centro di Venosa per verificare le condizioni dei migranti ospitati. Una richiesta caduta nel vuoto assoluto, e rimasta senza risposta.
Le istanze portateieri dall’OMB al cospetto del presidente Pittella, evidentemente, erano tali da non poter più rimandare la questione dei diritti lesi fino ad oggi. Essi andavano ripristinatisubito e in direzione di una apertura e non di ulteriore segregazione. Per questa ragione, la CRI si adopererà a costruire spazi di socializzazione e di incontro per i braccianti, toglierà il lucchetto al cancello di entrata,che veniva aperto all’occorrenza e subitamente richiuso, permetterà le visite di persone esterne (anche avvocati, personale sanitario)e l’accesso diassociazioni,che potranno, tramite la
presentazione di progetti da inviare direttamente alla Presidenza della Regione, svolgere attività ricreative e formative all’interno degli spazi dedicati. Su questo l’OMB sarà vigile e intransigente.
Tuttavia, ci rammarica molto l’atteggiamento scorretto dell’Usb che non ci ha consentito di firmare l’accordo in Regione, in quanto, a loro dire,si tratta meramente di un “accordo sindacale”, pur essendo stato l’OMB presente a tutta la discussione. E peccato che, immediatamente dopo la stipula del suddetto accordo, sui social network, abbia circolato la notizia vittoriosa dell’attribuzione della gestione di una scuola di lingua italiana all’interno del Centro di Venosa ad un membro Usb, proveniente dal Nord Italia.
Peccato, vedere la “bagarre” anche tra le fila di chi sembrava condividere un percorso partecipativo e non esclusivo. Questo ci conferma la debolezza della nostraRegione rispetto al non riuscire fare rete e l’atteggiamento diffuso di molti che vengono dall’esterno a “fare cose”, ignorando le realtà che da anni sono sul territorio.
Auspichiamo, come OMB,che venga data la possibilità a tutte le associazioni regionali che si occupano di migranti di essere protagoniste di questo processo di apertura, di collaborazione e di cammino verso la legalità. Ci attendiamo delle risposte.
E purtroppo ci sono ancora troppi “lucchetti” da togliere.