Uilm Basilicata: “105 vittime di femminicidio: è allarme sociale. Di seguito la nota integrale.
La giovane Giulia Cecchettin, si aggiunge alla lista delle donne uccise dall’inizio del 2023; una lista deplorevole: in cui oltre che alle 105 vittime, i colpi mortali sono stati inflitti a 105 famiglie, a 105 comunità … insomma ad una società!
Quando parliamo di Femminicidio, parliamo di una violenza dilagante che travolge intere famiglie e accomuna sempre più donne, unite dallo stesso tragico destino. Si tratta di mamme, sorelle, figlie, fidanzate, mogli, donne giovani e meno giovani. Si tratta di storie, di vite spezzate, di sogni infranti.
Eppure quello che mi rende più difficile, oggi, scrivere è quella sensazione di impotenza di chi sa, perché lo so io, ma lo sappiamo tutti, che Giulia non è e non sarà l’ultima! E allora, ci sono delle domande che urlano: “Perché?”
Perché, un uomo che dovrebbe proteggere e sostenere una donna, condividere sogni e progetti con una donna, gioire dei successi di una donna, conservare e custodire con tenerezza e rispetto anche il ricordo di una donna con cui non ha funzionato, riesce a diventare cosi brutale, cosi sentimentalmente analfabeta, al punto da uccidere!
In tema di Femminicidio, e più in generale di violenza sulle donne, la responsabilità è del tutto sociale, a nulla serve infierire, come spesso accade – complici i media ed i social -, sulle famiglie che dovrebbero o avrebbero dovuto essere più presenti. La verità è diversa, e soprattutto scomoda. Va detto che viviamo un’epoca di grande accelerazione, di grande frenesia, dove la società tutta – nelle sue diverse facce di una stessa medaglia: economica, lavorativa – ha avuto un ruolo cruciale nell’impoverirci di valori, senso civico, solidarietà, senso di appartenenza ad una comunità.
Siamo in balia della sensazione di non avere tempo, della sensazione che gli altri abbiano più di noi, ed è nell’affannosa ricerca di raggiungere e superare l’altro, e nella paura di perdere quello che abbiamo, che abbiamo perso di vista l’importanza di vivere i rapporti, sentimentali così come quelli interpersonali, all’insegna della trasparenza, del rispetto, della reciprocità, della parità.
Abbiamo smesso di ascoltarci, di guardarci negli occhi, per strada, nei luoghi di lavoro, e questo ci ha reso persone che vivono in maniera individuale contesti che dovrebbero essere collettivi. Se così non fosse, alcuni femminicidi, forse, si sarebbero potuti evitare … Ci si sarebbe potuti accorgere di un’amica, una sorella, una collega, una vicina di casa, con un dolore, una paura, insomma un fardello sulle spalle!
E nell’ottica di una responsabilità che dovrebbe essere sentita e condivisa da tutti, le Parti Sociali hanno un ruolo importante, quasi strategico nel rapporto quotidiano di mediazione e comunicazione fra Persone – prima ancora che lavoratrici e lavoratori – Parti Datoriali ed Istituzioni. Quest’anno dunque, vista la portata ormai emergenziale, FIM, FIOM e UILM insieme a Federmeccanica ed Assistal hanno lavorato ad un progetto che promuova proprio sui luoghi di lavoro la sensibilizzazione di tutti sul tema della Violenza contro le donne.
Il progetto “GENERIamo Cultura”, ha l’obiettivo di iniziare un percorso di evoluzione culturale, passando attraverso la divulgazione e l’informazione oltre che degli articoli dedicati al contrasto della violenza di genere, introdotti nel rinnovo del CCNL del 2021, anche di alcune slide che aiutino nella comprensione di come alle volte la portata di frasi dette o di atteggiamenti assunti verso le donne nascondano una forma di violenza.
È un progetto importante, dove la collaborazione creatasi fra Aziende e Parti Sociali, con le diverse iniziative messe in campo nei diversi luoghi di lavoro, rilancia con forza la volontà di fare squadra nel contenimento, contrasto – e si spera col tempo – abbattimento del fenomeno.
Concludendo, a poco più di un mese dalla fine del 2023, vorrei come Responsabile delle PO per la UILM di Basilicata, dire che quello che volge al termine è stato per la nostra Regione, e più specificamente per la città di Potenza un anno segnato da una ricorrenza spiacevole ma che sembra aver riacceso il senso di appartenenza ad una grande Comunità.
30 anni fa, il 12 Settembre, a Potenza, scomparve Elisa, giovanissima studentessa, rivelatasi, dopo 16 anni, forse fra le prime vittime di femminicidio del nostro tempo. Sono trascorsi 30 anni fra tante ombre e davvero pochissime luci, oggi note a tutti, che nella condivisione del dolore, dell’ingiustizia e della vigliaccheria di quel gesto compiuto 30 anni fa, ma che è lo stesso gesto, che ad oggi è stato già compiuto 105 volte nel nostro paese, ci insegna che solo attraverso l’acquisizione di una coscienza civica e sociale che possa essere trasmessa agli altri si può cercare di combattere questo fenomeno che nulla più ha a che vedere con una società civile quale la nostra dovrebbe tornare ad essere.