Un’intera giornata dedicata all’interscambio spontaneo di sensazioni, emozioni e di modi di guardare alla vita e di viverla. E’ quanto si è verificato il 3 novembre 2018 presso la sede della Comunità Emmanuel di Salandra con l’”Open Day” organizzato dall’equipe dello stesso centro psicopedagogico, che da ventisei anni opera nel campo del recupero dalle dipendenze. E’ stata l’occasione, da una parte, per rinsaldare il rapporto già esistente tra Comunità e territorio e dall’altra per approfondire la conoscenza reciproca tramite riflessioni su argomenti di interesse comune. Hanno dato il via all’Open Day Rosanna Forestieri, Massimiliano Margarito, Gaetano Morelli e Maria Veglia, che (insieme al dr. Pietro Cirillo, presente anche in altra veste, come vedremo più avanti) costituiscono l’equipe del Centro di Salandra. “Attraverso le parole – ha sottolineato Forestieri – si rinasce; il silenzio uccide. Ci auguriamo che con questa occasione si dia voce alle tante espressioni del territorio in cui come Centro Emmanuel operiamo”. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Salandra Gianfranco Tubito, accompagnato dal vicesindaco Sebastiano Lobianco e dall’assessore ai Lavori Pubblici Angelo Grillo; il vicesindaco di Ferrandina Maria Murante, Teresa Russo, presidente dell’Associazione Ipazia, operatori ed ospiti dell’Associazione “Tolbà”, tirocinanti e volontari che ruotano intorno all’Emmanuel, don Giorgio Saleh, parroco di Salandra, rappresentanti della Pro Loco e tanti semplici cittadini.
Nel corso dell’incontro sono stati utilizzati alcuni spunti particolarmente stimolanti. E’ stato proiettato in anteprima il video della canzone che Pietro Cirillo (ideatore del progetto “Officine Popolari Lucane” e “Tamburi di Tricarico”, nonché educatore del Centro Emmanuel di Salandra) ha dedicato a Elisa Claps. Parole e musica che hanno profondamente emozionato tutti i presenti e che inevitabilmente hanno dato la stura ad una serie di considerazioni per tutto ciò che quell’orrendo delitto ha rappresentato e continua ad implicare circa le aberrazioni che anche una società cosiddetta civile può esprimere e che ancora oggi preferisce non guardare.
E’ stata poi la volta del giovanissimo scrittore di Tricarico Donato Montesano, che ha presentato la sua opera prima, “I grandi scrittori non mangiano”, insieme a Pancrazio Toscano, già dirigente scolastico e sindaco del Comune materano. Toscano ha preso spunto dalle origine stesse dell’opera di Montesano, tenacemente legate alla tradizione orale ricevuta, che l’autore evidentemente ama al punto da volerne combattere il rischio di estinzione, riproponendola in una forma fresca e scorrevole. Così, antiche fiabe si trasformano in moderni racconti dal sapore autobiografico, a volte onirici, a volte dissacranti, in ossequio anche ad un preciso stile narrativo legato in particolare alla beat generation, di cui Montesano è dichiaratamente innamorato.
Citando alcuni passi del libro, Pancrazio Toscano ha poi ampliato la prospettiva su alcuni aspetti dell’agire comune che si riflettono nel quotidiano di ciascuno di noi. Come il confronto, cioè la capacità di rispettare con l’ascolto la persona che ci sta di fronte; come il rischio, che arricchisce e fortifica l’esperienza. “Più rischi si corrono, più vita è – ha sottolineato Toscano, citando Ibsen – E’ mettendo in ordine l’esperienza che si può agire e sperimentare. La creatività non è privilegio di pochi”.
E di creatività, legata a particolari momenti della propria vita, ne è emersa molta. Pietro Cirillo, insieme a Domenico Tedesco e Antonio Rito (di “Officine Popolari Lucane”) alle percussioni, ha dato il via ad un intermezzo musicale estremamente coinvolgente, basato sui ritmi e le melodie del suo repertorio. Hanno fatto seguito alcune riflessioni personali, portate da chi spontaneamente ha sentito il bisogno di condividere emozioni, piacevoli e non, godute o subite in passato. Come chi ha intravisto la causa della propria dipendenza dall’alcool e dal gioco in una storia d’amore lasciata morire sul nascere.
Ma l’aspetto maggiormente positivo scaturito dalla giornata è stato quello di una condivisione totale, senza muri più o meno invisibili tra le persone accolte in Comunità e gli ospiti giunti dall’esterno. Sono stati infatti proprio questi ultimi a ringraziare l’equipe del Centro Emmanuel e le stesse persone accolte per quanto hanno ricevuto durante l’Open Day. Non è un caso se in molti hanno espresso il chiaro desiderio di tornare nel Centro per altre occasioni di confronto. E questo è un dato di fatto che è servito a sbriciolare in mezza giornata una montagna di pregiudizi che si poteva temere di incontrare lungo il cammino sia di chi la Comunità la vive sia di chi l’ha conosciuta per la prima volta.
Tutto ciò ha fatto comprendere l’importanza (se non la necessità) di tali occasioni d’incontro. E proprio al fine di dare valore aggiunto a questo genere di iniziative è già in programma l’organizzazione di un secondo “Open Day”, da tenersi in prossimità delle festività natalizie. Un’altra giornata che ci si augura possa accrescere ulteriormente la voglia di fare e di sperimentare insieme le tante potenzialità presenti (ma a volte nascoste) in questo lembo di Basilicata.
Nov 21