Parità di genere, Fnp Cisl: “Percorso ancora lungo e faticoso”. Di seguito la nota integrale.
Per i molteplici cambiamenti, realizzati negli ultimi cento anni, gli studiosi affermano che il XXI secolo è “donna”. In realtà il percorso verso la parità, necessario per un’adeguata rappresentanza della popolazione femminile, è ancora lungo e faticoso, in quanto continua a prevalere una cultura che sul piano politico, sindacale e istituzionale considera l’uomo l’unico legittimo protagonista. Una amara sconfitta per le donne è la sotto-rappresentanza: lo dimostrano i dati allarmanti delle ultime elezioni in Basilicata, dove una sola donna è entrata a far parte del Consiglio regionale.
Quote rosa e doppia preferenza di genere non hanno prodotto alcun risultato. Esiste un grave problema di genere in Basilicata, a differenza di altre regioni che sono molto più avanti. Basti pensare all’Emilia Romagna, dove nel 2014 l’assemblea legislativa regionale ha approvato la legge quadro sulla parità e contro le discriminazioni.
Se guardiamo al passato, grazie alle battaglie sostenute dalle nostre madri costituenti, la società è progredita nel tempo con significativi miglioramenti legislativi, ma ancora oggi è sulle spalle delle donne che ricade il funzionamento della famiglia e la cura dei componenti più deboli senza alcun sostegno sociale. Sono, inoltre, le donne le più penalizzate dalla crisi e dal basso tasso di occupazione, sempre a rischio di povertà e di esclusione, oltre che oggetto di discriminazioni e di violenza.
Come sindacato sentiamo forte l’urgenza di un cambiamento culturale, di una maggiore consapevolezza e impegno per rafforzare la rappresentanza delle donne in tutti gli organi elettivi, anche in Europa. In tal senso le elezioni europee del 26 maggio sono cruciali per dare forza ai valori fondativi dell’Europa unita e per rilanciare il ruolo delle donne nelle istituzioni.
Viviamo in tempi difficili, in cui uno tsunami economico-finanziario ha stravolto la gerarchia dei valori e calpestato i diritti, soprattutto dei giovani. Pertanto, desideriamo mettere in campo tutte le nostre capacità per un sereno rapporto intergenerazionale, capace di garantire ai nostri figli e al Paese un futuro migliore.
I giovani sono spaventati, oltre che indignati, vanno dunque risarciti per le aspirazioni infrante e i traguardi interdetti. Non basta che siano laureati, che frequentino corsi di specializzazione, che facciano la coda davanti agli sportelli della burocrazia: il loro futuro rimane incerto.
In questo mondo in frantumi noi dobbiamo affidare il futuro alla nostra intelligenza, alla concretezza delle nostre azioni, alla capacità di rimettere in gioco la voglia di conoscere, di costruire e di impegnarci per rendere sempre più attraenti i nostri spazi e i nostri percorsi. Le donne hanno tutte le capacità per ambire alla governance, oltre che della famiglia, dei processi economici, politici e sociali.
Ci auguriamo che nel tempo conquistino potere diffuso, impongano nuove sensibilità, nuovi modi di essere e di pensare.