Pietro Simonetti (Cseres): La precarietà di assistenti sociali e psicologi In Basilicata. Retribuzioni da fame, contratti a termine, Partite Iva. Di seguito la nota integrale.
La condizione precaria si nutre dei contratti a termine,fatture Iva a prestazione con utilizzo a proprie spese del viaggio in quanto auto muniti.
Non crediamo che molti conoscano la condizione di psicologi,assistenti sociali,ed altro personale impegnati in Basilicata nei servizi sociali comunali e di area.
Partiamo dal salario: 25 euro ora per i primi 18 per gli assistenti sociali. Per 26/32 ore al mese.
Saranno diverse centinaia i professionisti impegnate per qualche ora al giorno in numerosi comuni della Basilicata per interessarsi di una umanità che frequenta il dolore, le malattie, l’esclusione sociale.
Un mondo a parte,mai considerato dalla comunicazione e dalla “industria degli eventi” che trionfa ormai da tempo: sagre, concerti, convegnite e il neo borghismo.
Il mio Paese è più bello del tuo: pertanto attenzione ai possibili turisti, quasi nessuna per i sofferenti e chi li assiste.una storia che dura da tempo, che non trova attenzione e soluzioni.
Siamo di fronte alla disfatta concreta dell’assistenza sociale e della cura delle persone, ormai affidate a rsa e badanti, assicurato dai precari che soggiornano in stanze provvisorie dei Comuni o di fortuna. Qualche ora settimana, a scavalco.
Un settore trascurato dalla Regione,non appetibile come ospedali e spese farmaceutiche o di riabilitazione.Solo precariato e nessuna programmazione e spesa non sempre gestita effettuata, basta guardare i rendiconti
Non sorprende che anche gli Ordini di appartenenza non facciano nulla per chiedere programmazione,spesa corretta, giuste retribuzioni e contratti di lavoro. Meglio apparire.
Ora le organizzazioni sindacali confederali hanno deciso di affrontare il tema e tentano di aprire un nuovo fronte che riguarda la condizione dei sofferenti,una grande quota è anziana ma non solo: al disagio anziano si somma quello che silenziosamente divora anche le nuove generazioni.
L’attenzione quotidiana è rivolta agli spacciatori ed ai venditori di morte.
Giusto. Ma occorre andare altrove al tempo della solitudine, della precarietà, dell’incertezza.
Forse è giunto il tempo della prevenzione e cura con risorse, programmi, evitando il precariato socio sanitario per un vero sostegno in varie forma ad anziani e giovani. Il tempo stringe per operatori e le persone da assistere.