“Il potere d’acquisto delle famiglie in cinque anni crolla di poco meno del 10%; quasi un pensionato su due percepisce un assegno mensile sotto i 1.000 euro; la spesa per gli ammortizzatori sociali aumenta, lo scorso anno, del 19%: l’emergenza sociale specie al Sud, tra le famiglie di pensionati al minimo o di cassaintegrati, ha toccato un livello allarmante che, dopo il rapporto diffuso oggi dall’Inps, dovrebbe far aprire gli occhi al Governo Letta”. A sostenerlo è Luciano Pisanello, responsabile nazionale organizzazione IdV, che ha presieduto a Potenza un incontro per rilanciare la presenza del partito sul territorio .
“Sempre avendo un rigoroso punto di osservazione sulle migliori pratiche in vigore in Europa per alleviare il disagio dei cittadini e contrastare la povertà, Italia dei Valori – aggiunge – propone di applicare in Italia il modello di “piano sociale” francese in cui i rappresentanti del governo del territorio oltre ai compiti tradizionali seguano un protocollo di intesa concordato con tutte le parti sociali realmente rappresentative al fine di mettere in moto un’autentica alternativa nell’affrontare l’emergenza sociale. Quanto al sistema previdenziale, l’applicazione della riforma Fornero sulle pensioni ha “radicalmente modificato” il sistema e, per ammissione degli stessi dirigenti Inps, ha prodotto un “freno ai nuovi pensionamenti”, con un calo complessivo del 7,4% rispetto al 2011. Il numero delle nuove prestazioni assistenziali è invece salito del 21,8% rispetto all`anno precedente (+23,4% i trasferimenti agli invalidi civili). Sono dati che confermano la giustezza della nostra posizione – afferma Pisanello – contro la riforma Fornero perché testimoniano che essa non ha migliorato la condizione dei lavoratori e delle lavoratrici precari e perché il contestuale aumento dell’età pensionabile ha impedito per il triennio successivo alla sua approvazione l’ingresso nel mondo del lavoro di circa 800mila giovani. Il sistema pensionistico invece va reso flessibile in uscita, tenendo conto della diversità del lavoro svolto. Occorre ripensare ad un nuovo modello di welfare inclusivo ed universale che accompagni le politiche attive per il lavoro e quelle di riconversione ecologica del nostro sistema produttivo capace di rispondere ai nuovi bisogni generali della crisi e di contrastare l’esclusione sociale. Per questo rinnoviamo l’iniziativa per l’istituzione del Reddito minimo garantito per precari e disoccupati come strumento di attivazione al lavoro all’interno della riforma strutturale degli ammortizzatori sociali e l’estensione delle protezioni di welfare a tutti i lavoratori e le lavoratrici indipendentemente dalla condizione lavorativa. Una proposta – conclude il dirigente nazionale di IdV – sostanzialmente diversa da quella contenuta nella Legge di Stabilità in quanto il provvedimento del Governo risulta estemporaneo e fortemente parziale”.
Dic 05