Separati, cassaintegrati, disoccupati. Sono i poveri del terzo millennio, quelli che la Caritas Italiana cerca di sostenere anche sul nostro territorio attraverso una serie di iniziative di solidarietà che vanno dalla mensa dei poveri di Don Giovanni Mele al progetto Cibus, che consente la raccolta di derrate alimentari da distribuire a chi non riesce ad arrivare alla fine del mese in ambito familiare. Il Rapporto Caritas Italiana 2018 su povertà e politiche di contrasto è stato presentato nel pomeriggio nella sala convegni della Caritas Diocesana di Matera-Irsina. Nell’occasione è stato illustrato il volume “Povertà in attesa”, che si compone di due parti, il diciassettesimo Rapporto sulla povertà e il quinto Rapporto sulle politiche di contrasto.
Particolare attenzione è rivolta al tema della povertà educativa, un fenomeno principalmente ereditario nel nostro Paese, che a sua volta favorisce la trasmissione intergenerazionale della povertà economica. I dati nazionali dei centri di ascolto, nei quali sono presenti anche i dati dell’Osservatorio Povertà Risorse della Diocesi di Matera-Irsina, oltre a confermare una forte correlazione tra livelli di istruzione e povertà economica, dimostrano anche un’associazione tra livelli di istruzione e cronicità della povertà. Nel corso del Convegno i dati nazionali sono messi a confronto con quelli diocesani con l’obiettivo di leggere il contesto locale per animare la comunità al senso di carità.
L’iniziativa della Caritas Diocesana di Matera-Irsina rientra nel Progetto “I Cammini”, ed in particolare fa riferimeto al “Cammino delle letture”, ovvero, il contributo concreto della Chiesa di Matera-Irsina al percorso della città dei Sassi, che il prossimo anno sarà la Capitale Europea della Cultura.
Il progetto, promosso dall’Arcidiocesi di Matera-Irsina attraverso il Parco Culturale ecclesiale “Terre di luce” – APS, declina i cinque verbi di Firenze – uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare – in azioni concrete di riflessione e azione, per ritrovare il «gusto per l’umano. Ritrovare il gusto per l’umano vuol dire anche conoscere le povertà per rispondere in modo adeguato e consono ai tempi e ai bisogni.
Al dibattito, coordinato dalla giornalista Beatrice Volpe, hanno partecipato Monsignor Pino Caiazzo, Vescovo dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, la direttrice Caritas Diocesana Anna Maria Cammisa, l’assessore regionale Roberto Cifarelli, Federica De Lauso dell’Ufficio Studi di Caritas Italiana, Francesca Levroni dell’Ufficio Formazione-Animazione di Caritas Italiana, Lucia Surano dell’Osservatorio Povertà Risorse Diocesano e don Filippo Lombardi per il Parco Culturale Ecclesiale Terre di Luce.
Di seguito una sintesi del rapporto sulla poverità della Caritas Diocesana
Informazioni generali
Superficie (totale): Km² 2.095,63
Abitanti (totale): 145.362 (dato aggiornato ad ottobre 2016)
Parrocchie : 55
Comuni di appartenenza
Bernalda: Km² 126.72 – Abitanti: 12.453
Craco: Km² 76.28 – Abitanti: 762
Ferrandina: Km² 215.55 – Abitanti: 8.973
Grottole: Km² 115.88 – Abitanti: 2.371
Irsina: Km² 262.21 – Abitanti: 5.100
Matera: Km² 388.14 – Abitanti: 63.230
Miglionico: Km² 88.93 – Abitanti: 2.543
Montalbano Jonico: Km² 136.44 – Abitanti: 7.427
Montescaglioso: Km² 176.74 – Abitanti: 10.089
Pisticci: Km² 231.39 – Abitanti: 17.768
Pomarico: Km² 128.74 – Abitanti: 4.150
Salandra: Km² 77.11 – Abitanti: 2.934
Scanzano Jonico: Km² 71.50 – Abitanti: 7.562
Il contesto della raccolta dati
Osservatorio Povertà Risorse Diocesano al quale afferiscono30 CdA parrocchiali (alcuni CdA sono inter-parrocchiali) e una rete di oltre 100 volontari.
La Basilicata è tra le regioni con più poveri d’Italia. Lo dicono i dati Istat. Il tasso di povertà relativa, nel 2017, è allo 21,8%: lo
dice l’ISTAT. In Basilicata si è 2 volte e mezzo più poveri che nel resto d’Italia. Proprio il Texas d’Italia.
In generale i dati dei CdA Diocesani delle Caritas di Basilicata dicono che il 43,2% delle famiglie non riesce a far fronte ad
una spesa imprevista di 700 euro; il 32,9% delle famiglie non ha soldi per vestiti necessari; il 24,8% delle famiglie arriva a fine
mese con molte difficoltà.
Le cause della povertà non si limitano ai vissuti individuali, ma questi sono collegati ai mutamenti in atto a livello macro: dai cambiamenti del mercato del lavoro, alla precarietà esubalternità lavorativa, alle diverse condizioni p olitiche, alla riduzione delle protezioni sociali
e all’impoverimento del sistema di welfare pubblico. Emerge una componente antropologico-culturale che induce colui che chiede interventi ai CdA a “mettersi al riparo dalla povertà”.
A questo dato afferisce anche la distribuzione delle eccedenze alimentari recuperate con il Progetto CIBUS.
Dato 2017: Merce recuperata: 19.399,75, kg. Valore: 141.844,16 euro
Il nostro territorio è un contesto che accoglie come questa terra lo è sempre stata fin dalle origini: è stata colonizzata dai Greci; si è
ribellata ai Romani; ha conosciuto Bizantini, Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini e Aragonesi; famiglie nobili e profughi sfortunati, che hanno, in alcuni momenti storici, convissuto e integrandosi.
Terra ospitale che, alle avversità, ha saputo sempre reagire con determinazione e fermezza e alle occasioni propizie con compostezza e dignità.
Questo dato cela il “lavoro sommerso”. Non sono la mancanza di beni o i livelli di vita e di consumo a definire, di per sé, il povero. Il povero è tale se non hariconosciuta la sua dignità di uomo, che si esplica nel lavoro.
Per contrastare, seppur in minima parte, la rottura dei legami familiari, il senso di dipendenza e di vergogna, l’isolamento sociale, ci si organizza e si accettano lavori sommersi e a nero. Questo dato ci dice che siamo chiamati a svolgere un’azione prevalentemente di tipo “promozionale” nei confronti della
“cultura” del lavoro.
“Quelli che resistono”. Sono donne, uomini, mamme, figli, padri, che con la loro determinazione, la loro forza e spesso con la loro ribellione resistono e provano a creare vere rivoluzioni sociali.
La cultura è arma di riscatto. Rimangono saldi alcuni valori importanti come il senso di appartenenza alla propria terra di origine, la famiglia, la Chiesa come punto di riferimento.
Se la cultura è arma di riscatto occorre “rianimare” la cultura della solidarietà e tradurla in termini operativi.
E’ questa la sfida per la politica, ma anche per quanti sono interpellati dal Vangelo della Carità.
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La fotogallery del convegno (foto www.SassiLive.it)