Nell’ambito del progetto “Le città delle donne” gli Stati Generali delle Donne e l’ANDE presentano il documento “Ancora tracciati al femminile…”, il Valore delle donne lucane nella storia e nella toponomastica raccontato nel “nome delle strade lucane”.
E’ stata inviata una richiesta ai Comuni lucani e ai Comuni aderenti al Progetto “Le Città delle donne” per intestare vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici alle Donne lucane e di installazione di busti, monumenti e video art.
Di seguito il testo integrale.
Maria Anna Fanelli Referente Stati Generali delle Donne della Basilicata e Consigliera Nazionale / Presidente ANDE Potenza e Isa Maggi Referente Nazionale degli Stati Generali delle Donne comunicano che le attività del Progetto “Le Città delle Donne” riprendono con una significativa attenzione relativa alla toponomastica femminile in Basilicata, nella convinzione che i saperi storico-civili, volti a sottolineare il valore delle donne lucane, vanno impressi e ricordati nel “nome delle strade lucane”. Pertanto, invitano i Comuni, in questa fase che ci sta portando verso il 2 giugno 2021 e, quindi, verso il 75° anniversario della Repubblica Italiana, ma anche successivamente, a denominare vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici… soprattutto alle donne lucane, che hanno portato un significativo contributo “in politica”. L’iniziativa è stata condivisa dall’ANPI e dal suo Presidente Regionale Michele Petraroia e da Antonella Giosa Responsabile ANPI Coordinamento Donne, oltre che da Danilo Di Chio del Provinciale ANPI di Potenza.
In particolare tutte le Iniziative di toponomastica femminile presentate e suggerite, riportate in un dettagliato documento, segnalano la necessità di raccontare il valore delle donne, di seguito citate, “nel nome delle strade lucane in tutta la regione”:
• Le donne del movimento liberale e politico del 1799 (pag. 4): le 19 donne e cioè le Martiri di Picerno, citate nell’importante lapide commemorativa dei “Settanta Repubblicani Martiri” della Rivoluzione Partenopea del 1799. Queste 19 donne “Martiri di Picerno” ebbero un ruolo fondamentale nelle vicende del 1799, tanto da combattere in abiti maschili al fianco dei loro uomini, per come ci ricorda Vincenzo Cuoco nel Suo saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli. È necessario ricordarle tutte nelle nostre città attraverso la toponomastica: Angela Cappiello, Stefania Caivano, Lavinia Caivano, Angela D’Antonio, Rosa Vazza, Domenica Russiello, Domenica Bove, Brigitta D’Aquino, Maria Gioiosa, Rosa Potenza, Carmelina Potenza, Giuseppa Pasquale, Angela Russillo, Laura Capece, Caterina Decanio, Brigida Colletta, Rosa Sapienza, Rosa Cataldo e Rosa Tommasillo.
Ricordiamo ancora Rachele Cassano Montalbano Jonico, Francesca De Carolis Cafarelli Tito, Giulia Santoro San Chirico Nuovo, grandi e forti combattenti per la libertà………………………………………………………………………….;
• Il cammino delle donne e il contributo delle generose donne lucane per l’Unità d’Italia (pag.5): Costanza Chiurazzi, Angela Maria Caterina di Palazzo S. Gervasio, Maria Teresa Di Pierro, Teresa Cirillo di Salandra, Teodora Cibarelli” di Muro Lucano, Marianna Carelli, Margherita Di Sisto di Stigliano, Angela Marino di Potenza, Caterina Vignarulo contadina di Venosa ………………………..;
• Le donne liberali della tradizione Risorgimentale (pag.6). La dinamica partecipazione delle donne alla politica risulta non solo da documentazione processuale, ma anche da saggi e riviste di stampo liberale, a tale proposito sono da ricordare il Comitato di Donne “Giornaletto Muliebre” 9 marzo 1948, che ebbe tra le sue collaboratrici Rosina Lucana, Maria Angela De Filippis, madre di Carmine Senise di Corleto, le Monache Clarisse del Convento di San Luca di Potenza, le generose Donne Potentine, cosiddette da Francesco Marchesiello, Sindaco di Potenza, 26 giugno 1866 ……………………;
• Il Risorgimento in poesia (pag.7): l’impegno poetico/politico di Laura Battista di Potenza (1845-1884), importante il suo lavoro per la libertà e la dignità delle donne;
• Donne, politica e ribellismo: i gruppi di donne di Forenza, Laurenzana, Tramutola, Melfi, Tolve, San Mauro Forte, San Giorgio e Viggiano… nella Lucania fascista tra il 1937 e il 1940 (pag.7);
• La straordinaria e generosa partecipazione delle donne tra il 1943 e il 1945 (pag.8): la presenza di Bruna Dradi e Camilla Ravera in Basilicata confinate politiche;
• Il voto delle donne 31 gennaio 1945. La Toponomastica per ricordare le donne e la politica in Basilicata nel Dopoguerra (pag.9): le donne candidate nella lista D.C. al Comune di Potenza furono soltanto 4 su un totale di 39 candidati: Dora Grimaldi Rossi, casalinga, Ida Postiglione, casalinga, Adalgisa Carriero, casalinga, Elda Graziadei, professoressa; nella Lista comunista, appena due donne: Paolina De Rosa – Sbrozzi e Rosa Sanza dell’UDI. A Matera, due donne candidate nella Lista Democristiana la professoressa Teresa Vezzoso e Maria Ferrandina. Nessuna presenza femminile nelle altre compagini politiche. Per i comizi elettorali arrivò in Basilicata Angela Maria Cingolani, Dirigente del Movimento Femminile D.C. e futura Madre Costituente. A Lavello si distingue nei comizi del P.C.I. la compagna Michetti.
Con il voto in provincia di Potenza e di Matera uniche donne ad entrare in Consiglio Comunale furono a Potenza Dora Grimaldi Rossi, a Matera Teresa Vezzoso. A Teresa Vezzoso il Comune di Matera, per come già detto, intesterà un nuovo Parco Urbano al Nord della Città. Pertanto si propone che, all’unica donna eletta nel Consiglio Comunale Dora Grimaldi Rossi con le prime elezioni libere dopo il Fascismo in Basilicata, il Comune di Potenza faccia una scelta di toponomastica femminile intestandole una via, o un viale, una piazza, uno slargo, uno spazio pubblico, un parco, considerato anche che il Comune di Potenza meritoriamente implementa quattro nuovi parchi.
A Lavello furono elette due Consigliere, le comuniste Anna Fuggetta ed Antonietta Robbe. Anche a Venosa fu eletta una donna, sempre del P.C.I. Filomena Mucci;
• Le elezioni del 2 giugno 1946. Le elette nella Costituente da ricordare in Basilicata attraverso la toponomastica (pag.10): Adele Bei, Bianca Bianchi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Maria De Unterrichter Jervolino, Filomena Delli Castelli, Maria Federici, Nadia Gallico Spano, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angelina Merlin, Bianca Bianchi, Angiola Minella Molinari, Rita Montagnana Togliatti, Maria Nicotra Verzotto, Teresa Noce, Ottavia Penna Buscemi, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi, Vittoria Titomanlio;
• L’impegno di Carla Garabelli Orlando fondatrice dell’ANDE nazionale 1946: la sua battaglia per l’espressione, da parte delle donne, di un voto consapevole (pag.10);
• L’impegno culturale e giuridico per le politiche di genere dell’Avvocata Ester Scardaccione (pag. 11);
• La toponomastica femminile a sostegno delle vittime di violenza e di femminicidio (pag.12): Ottavia De Luise, Valentina Stella, Anna Rosa Fontana, Vita Maria Farina Padula, Antonietta Ciancio, Maryna Novozhilova, Angela Ferrara, Carolina D’Araio …………………………;
• Linee per il futuro e richiesta di una testimonianza nella toponomastica per l’arpista Teresa Zito Fanelli (pag.12).
Ricordiamo nel nome delle “nostre strade” tutte le donne a cui abbiamo fatto riferimento, quindi nella toponomastica delle città del nostro territorio.
Questo l’appello che lanciamo ai Comuni, alle Prefetture, all’Università degli Studi della Basilicata, agli Studiosi, agli Storici, alla Deputazione di Storia Patria, alle Sovrintendenze ai Beni Culturali, agli Istituti di Ricerca, alle Scuole, agli Insegnanti, alle Studentesse e agli Studenti, alle Associazioni Culturali e Femminili, alle Case Editrici affinché la storia, anche nella toponomastica, sia recuperata e divulgata “senza ulteriori discriminazioni di genere” in quanto storia fatta da uomini e donne.
Nel ringraziare per l’attenzione, porgiamo cordialità e saluti
Isa Maggi, referente nazionale Stati generali delle Donne e Maria Anna Fanelli, referente regionale Stati generali delle donne e Ande Basilicata
DI SEGUITO IL DOCUMENTO INTEGRALE
Progetto “Le Città delle Donne” degli Stati Generali delle Donne e dell’ANDE: Iniziative di toponomastica femminile e trasmissione del documento:
“ANCORA TRACCIATI AL FEMMINILE…” il Valore delle donne lucane nella storia e nella toponomastica.
Richiesta ai Comuni lucani e ai Comuni aderenti al Progetto “Le Città delle donne” di denominazione, a seguito di autorizzazione dei Prefetti di Potenza e di Matera e delle norme vigenti di vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici alle Donne lucane e di installazione di busti, monumenti e video art; Donne citate nel Documento che segue.
Gentilissime/i,
Centrale nell’attività degli Stati Generali delle Donne, dell’ANDE e dell’ANPI, nell’ambito del Progetto “Le Città delle Donne”, l’attenzione alla toponomastica femminile nella convinzione che i saperi storico-civili, volti a sottolineare il valore delle donne lucane, vanno impressi e ricordati nel “Nome delle strade lucane”. Pertanto, si allega alla presente nota il documento “Ancora Tracciati al femminile…” con il quale s’invitano i Comuni, in questa fase che ci sta portando verso il 2 giugno 2021 e, quindi, verso il 75° anniversario della Repubblica Italiana, ad intestare vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici… soprattutto alle donne lucane, che hanno portato un significativo contributo “in politica”. Pur sapendo di non poter essere esaustive ci soffermiamo su alcuni punti salienti del documento, che segue, invitiamo a ricordare nella toponomastica:
• Le donne del movimento liberale e politico del 1799_pag. 4
• Il cammino delle donne e il contributo delle generose donne lucane per l’Unità d’Italia_ pag.5;
• Ancora sulle donne liberali della tradizione Risorgimentale_pag.6
• Il Risorgimento in poesia_ pag.7;
• Donne, politica e ribellismo: i gruppi di donne di Forenza, Laurenzana, Tramutola, Melfi, Tolve, San Mauro Forte e Viggiano… nella Lucania tra il 1937 e il 1940 _pag.7;
• La straordinaria e generosa partecipazione delle donne tra il 1943 e il 1945_ pag.8;
• Il voto delle donne 31 gennaio 1945. La Toponomastica per ricordare le donne e la politica in Basilicata nel Dopoguerra_pag.9;
• Le elezioni del 2 giugno 1946. Le elette nella Costituente da ricordare in Basilicata attraverso la toponomastica_pag.10;
• L’impegno di Carla Garabelli Orlando fondatrice dell’ANDE nazionale 1946: la sua battaglia per l’espressione, da parte delle donne, di un voto consapevole_pag.10;
• L’impegno culturale, giuridico per le politiche di genere dell’Avvocata Ester Scardaccione_pag. 11.
• La toponomastica femminile a sostegno delle vittime di violenza e di femminicidio_pag-12;
• Linee per il futuro e richiesta di una testimonianza nella toponomastica per l’arpista Teresa Zito Fanelli_pag.12
Invitiamo i Sindaci del Progetto “Le Città delle Donne”, e non solo, a dedicare la toponomastica delle proprie Città “a quante Donne” il cui contributo in politica e per la libertà è stato fondamentale.
In altre occasioni sarà senz’altro dedicato impegno alle donne lucane più rilevanti nella narrativa, nella poesia e nella saggistica lucana, che costituiscono, anche insieme alle donne politiche, “un archivio delle presenze” da cui attingere “nomi per la toponomastica femminile della Basilicata”.
Prima di chiudere questa lettera vogliamo ricordare gli obiettivi e le prossime attività del Progetto “Le Città delle Donne”, che devono riguardare: il rafforzamento della governance urbana per garantire un migliore accesso ai servizi da parte dei cittadini e delle cittadine (inclusa l’e-governance) anche per promuovere un “approccio territoriale” allo sviluppo locale in sintonia con la valorizzazione costante e continua dei saperi storico-civili delle donne lucane.
In omaggio alle donne lucane, nel contempo, chiediamo di rendere più verdi le città e di migliorarne la resilienza per incrementare la qualità della vita e l’utilizzo efficiente delle risorse attraverso modalità sostenibili di produzione e consumo.
Attraverso il Progetto “Le Città delle Donne”, piattaforma politica offerta ai tanti Comuni lucani, vogliamo favorire il superamento degli stereotipi, dei pregiudizi e delle discriminazioni, che ancora si riversano sul mondo femminile lucano per sviluppare ulteriormente, attraverso attività ed iniziative, l’emancipazione femminile e le politiche di genere. I prossimi lavori, insieme con i “Percorsi di toponomastica femminile e di storia delle donne” affronteranno nuovamente i seguenti temi “Agenda 2030”, “Il Patto per le donne”, Il Patto per le donne ed il lavoro”, “Il Patto per le donne e l’ambiente”, “Il Rafforzamento del gender mainstreaming e della democrazia paritaria”, “La Cooperazione nelle Politiche di Genere e di Pari Opportunità per creare beni comuni”, “Lo Sviluppo, l’Inclusione, l’Occupazione e il Lavoro”, “Il Ruolo delle Donne per lo sviluppo dell’imprenditoria femminile in tutti i settori dell’economia: Agricoltura, Industria e Terziario”, “La Banca dati sui lavori ed i percorsi delle donne”, “La trama dell’Arte”, “Le stanze del colore “, la Presentazione del Dizionario “Le parole delle donne 2020”.
Auspicando una proficua e serena collaborazione, porgiamo ai Sindaci aderenti al Progetto “Le Città delle Donne” ed a tutti i Sindaci lucani, cordialità e saluti, ringraziando quante/i ci hanno consentito di redigere e presentare il documento, che segue, dal titolo
“ANCORA TRACCIATI AL FEMMINILE…”
il Valore delle donne lucane nella storia e nella toponomastica raccontato
nel “nome delle strade delle città della Basilicata”.
Richiesta ai Comuni lucani e ai Comuni aderenti al Progetto “Le Città delle donne” di intestazione di vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici… alle Donne lucane.
Isa Maggi Maria Anna Fanelli
Referente Nazionale Referente Regionale
degli Stati Generali delle Donne degli Stati Generali delle Donne e ANDE Basilicata
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
DONNE ELETTRICI
1949 – 2021 STATI GENERALI
Nazionali
delle Donne
STATI GENERALI
delle DONNE
della Basilicata
ASSOCIAZIONE ADERENTE
DI POTENZA
1979 – 2021
Alle/ai Sindache/Sindaci
Assessore/Assessori
Consigliere/Consiglieri
aderenti al Progetto “Le Città delle Donne”
Potenza, lì 29 maggio 2021
Oggetto:
“ANCORA TRACCIATI AL FEMMINILE…”
il Valore delle donne lucane nella storia e nella toponomastica
raccontato nel “nome delle strade delle città della Basilicata”.
Richiesta ai Comuni lucani e ai Comuni aderenti al Progetto “Le Città delle donne” di intestazione di vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici, busti, monumenti … alle Donne lucane.
“ANCORA TRACCIATI AL FEMMINILE…”
Il valore delle donne lucane
nella storia e nella toponomastica
raccontato nel “nome delle strade delle città della Basilicata”
Come già sottolineato in recenti occasioni, i “saperi storico-civili”, che si possono esprimere attraverso la toponomastica, sono senz’altro percorsi privilegiati dell’identificazione personale anche per quanto riguarda le donne lucane. Pertanto, la toponomastica femminile lucana, andrebbe, di sicuro, incrementata e valorizzata ancor di più rispetto a quanto lo sia stata fino ad oggi e, di certo, adottata dai Comuni Lucani, che hanno aderito al Progetto “Le Città delle Donne” degli Stati Generali delle Donne, come pure dagli altri Comuni lucani.
La toponomastica femminile lucana va incrementata, infatti, a parte alcune piazze o strade dedicate in vari comuni a Isabella Morra di Valsinni, a parte le due strade di Venosa, dedicate ad Isabella D’Aragona e Maria Donata Orsini, Duchessa di Venosa, moglie di Pirro Duca del Balzo, e quelle dedicate alle poetesse Clara Rispoli di Melfi e Laura Battista di Potenza, troviamo, mi scuso per eventuali omissioni, anche piazze e strade intestate alla Regina Margherita di Savoia, alla nuora Regina Elena, alla Principessa Giovanna, ad Anita Garibaldi (Avigliano), alla Regina Giovanna D’Angiò, a Eleonora Pimental Fonseca a Montalbano Jonico, alle nobildonne, protagoniste della Rivoluzione napoletana del 1799, a Luisa Sanfelice, a Ondina Valla e a Anna Maria Ortese a Potenza e la recente intitolazione della rotonda in via del Gallitello a Potenza a Mariya Alseika Gimbutas non troviamo, pare, tanti altri nomi di strade con intestazioni femminili.
Questo è quanto ho avuto modo di affermare il 9 aprile 2021 a proposito dell’intitolazione a Teresa Vezzoso del nuovo Parco Urbano di Matera (in allegato n.1 Comunicato Stampa degli SGD e dell’ANDE dal titolo “Nuovo Parco Urbano a Matera intitolato a Teresa Vezzoso”) e il 14 maggio 2021 in occasione dell’anniversario del Decennale della Convenzione di Istanbul in cui abbiamo richiesto l’intitolazione di vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici, busti, monumenti … anche per le donne vittime di violenza (in allegato n. 2 il Documento SGD dal titolo “2011-2021 Decennale della Convenzione di Istanbul”).
Occasioni in cui di recente ho espresso grande apprezzamento per l’impegno delle/dei Sindache/Sindaci, Amministratrici/tori lucane/i, che custodiscono e/o hanno promosso già tracciati di toponomastica al femminile e mi riferisco al lavoro del Sindaco Mario Guarente, del Vice Sindaco Antonio Vigilante, nonché dell’Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Potenza Vittoria Tiziana Rotunno, che oggi rappresentano Potenza, che ha sì già un parco intestato ad Elisa Claps e un giardino dedicato a Grazia Gioviale, ma che ci auguriamo possa avere, tra i prossimi nuovi quattro Parchi, due almeno intestati a donne lucane, anche se non vittime di violenza. Esprimo anche grande apprezzamento per l’impegno del Sindaco del Comune di Matera Domenico Bennardi e dell’Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Matera Tiziana D’Oppido (prossima l’intitolazione di un parco a Matera intestato a Teresa Vezzoso, prima Consigliera Comunale della Città) e del Sindaco del Comune di Avigliano Giuseppe Mecca e dell’Assessora del Comune di Avigliano Federica D’Andrea (di recente è stata avviata la procedura di intitolazione, in corso di completamento, di una strada alla prima farmacista di Avigliano la dott.ssa Michelina Laguardia) e ancora esprimo apprezzamento per l’impegno della Consigliera Comunale di Matera Adriana Violetto, che, con la condivisione di tutte le donne che siedono in Consiglio Comunale, ha richiesto l’intitolazione di strade o di altri luoghi alle vittime di femminicidio, ricevendo un “voto” unanime.
Pertanto, coerentemente alle attività delle Associazioni STATI GENERALI DELLE DONNE e ANDE, per le quali opero, ed insieme con l’ANPI provinciale, regionale e femminile, riprendo e sottolineo, affinché le donne non siano discriminate negli studi storici, alcune riflessioni e considerazioni sull’impegno e sul contributo delle donne in alcuni periodi importanti della nostra storia lucana.
CON QUESTA AZIONE GLI STATI GENERALI DELLE DONNE DELLA BASILICATA E L’ANDE ASSOCIAZIONE NAZIONALE DONNE ELETTRICI DELLA BASILICATA, CON L’ADESIONE DELL’ANPI ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI ITALIANI COORDINAMENTO PROVINCIALE DI POTENZA – COORDINAMENTO REGIONALE BASILICATA E COORDINAMENTO BASILICATA DONNE ANPI
DICONO SÌ:
AL RICONOSCIMENTO DEL VALORE DELLE DONNE NELLA STORIA E NELLA TOPONOMASTICA RACCONTATO “NEL NOME DELLE STRADE LUCANE”
Pertanto, insieme lanciamo un appello ai Comuni, alle Prefetture, all’Università degli Studi della Basilicata, agli Studiosi, agli Storici, alla Deputazione di storia patria, alle Sovrintendenze ai Beni Culturali, agli Istituti di ricerca, alle Scuole, agli Insegnanti, alle Studentesse ed agli Studenti, alle Associazioni Culturali e femminili, alle Case Editrici…, affinché la storia, anche nella toponomastica, sia recuperata e divulgata senza ulteriori discriminazioni di genere, in quanto storia fatta da uomini e donne.
LE DONNE DEL MOVIMENTO POLITICO LIBERALE DEL 1799
Nel guardare al Risorgimento e cioè alle vicende dell’unificazione nazionale in Basilicata, partendo dai prodromi e, quindi, dal movimento politico liberale del 1799, per come ci dice Laura Moschini in “Donne e Risorgimento”, edito da Il Mulino, l’apporto femminile all’Unità d’Italia fu considerevole, ma allo stesso tempo i moti risorgimentali furono fondamentali per le donne, in quanto permisero loro di uscire dall’ambito familiare per porsi al “centro dello spazio pubblico”. Per la prima volta nella storia le donne, di solito invisibili, si sentirono cittadine.
Voglio ricordare per tale periodo:
le 19 donne e cioè le Martiri di Picerno, citate nell’importante lapide commemorativa dei “Settanta Repubblicani Martiri” della Rivoluzione Partenopea del 1799. Queste 19 donne “Martiri di Picerno” ebbero un ruolo fondamentale nelle vicende del 1799, tanto da combattere in abiti maschili al fianco dei loro uomini, per come ci ricorda Vincenzo Cuoco nel Suo saggio storico sulla Rivoluzione di Napoli. È necessario ricordarle tutte: Angela Cappiello, Stefania Caivano, Lavinia Caivano, Angela D’Antonio, Rosa Vazza, Domenica Russiello, Domenica Bove, Brigitta D’Aquino, Maria Gioiosa, Rosa Potenza, Carmelina Potenza, Giuseppa Pasquale, Angela Russillo, Laura Capece, Caterina Decanio, Brigida Colletta, Rosa Sapienza, Rosa Cataldo e Rosa Tommasillo.
Ad ognuna di queste 19 donne gli Stati Generali delle Donne, l’ANDE con l’ANPI propongono che vengano intestate e dedicate, non solo a Picerno, loro Città natia, ma anche a Potenza, Capoluogo di Regione, a Matera, Capoluogo di Provincia, in tutto il Territorio regionale e nei Comuni aderenti al Progetto “Le Città delle Donne”, strade, piazze, parchi, giardini, alberi, viali, busti, monumenti etc. …
All’attenzione della toponomastica, attraverso un invito diretto ai Sindaci, evidenziamo altre donne politiche del 1799, già da me studiate e ricordate nella Mostra “Tracciati al femminile. Storie di genere e di contesti economici in Basilicata nel processo di unificazione nazionale”, agosto 2011, Mostra le cui tavole sono state pubblicate in “Mercato del lavoro, tutela antidiscriminatoria, pari opportunità – Rapporto delle attività della Consigliera Regionale di Parità della Basilicata gennaio 2010 settembre 2011” a cura di Maria Anna Fanelli Consigliera di Parità, More et Jure edizioni, 2011, mi fa piacere, inoltre, riprendere il profilo di:
• Rachele Cassano di Montalbano Jonico, nata a Montalbano Jonico nel 1779, interessata ad ogni evento e particolarmente volitiva, partecipò ai moti dell’instaurazione della Repubblica partenopea ponendosi a capo della rivolta contro i Borboni. La sua casa divenne “sala patriottica”, divulgo il Monitore Napoletano di Eleonora Pimental Fonseca sul Territorio. Nel febbraio del 1799 fu issato l’albero della libertà in piazza Rondinelli a Montalbano Jonico e Rachele Cassano fu in prima fila con i manifestanti, in quell’occasione Rachele parlò con Luigi Lomonaco ad una folla, che continuamente applaudì al grido di “viva la Repubblica”. Con il fallimento in pochi mesi del “tentativo repubblicano” venne restaurato il potere borbonico. Rachele Cassano scampò alla vendetta borbonica anche grazie all’intercessione del cognato Carlo Troyli, borbonico convinto, rimanendo comunque simbolo di libertà (fonte https://www.parcoletterariolomonaco.it/i-personaggi/rachele-cassano/);
• Francesca De Carolis Cafarelli nata nel 1755 in San Marco in Lamis, sposò il nobiluomo Don Scipione Cafarelli seguendolo a Tito e dal fratello di Scipione, Angelo che viveva a Napoli, apprese le “nuove idee di libertà e democrazia rivoluzionaria che dalla Francia si erano andate diffondendo in Italia”. Anche a Tito nel marzo 1799 veniva innalzato, per festeggiare la Repubblica partenopea, l’albero della libertà con grandi feste popolari, feste ed entusiasmi che vennero interrotti dallo sbarco sulle coste Calabresi del Cardinale Ruffo, il movimento reazionario popolare fu arginato e fu restaurato il vecchio regime borbonico, anche con l’aiuto di briganti tra i quali Gerardo Curcio detto Sciarpa. Fu proprio Sciarpa che attacco non solo Picerno ed altri comuni, ma anche Tito fortemente difesa dai coniugi Cafarelli. Il 3 maggio 1799 i Briganti di Sciarpa saccheggiarono Tito con una feroce rappresaglia. Il 27 maggio Francesca De Carolis Cafarelli venne fucilata dopo aver rinnovato la sua fede alla Repubblica ed alla libertà.
(https://www.aptbasilicata.it/a_galloitalico/_uneroina_titese)
IL CAMMINO DELLE DONNE E IL CONTRIBUTO DELLE GENEROSE DONNE LUCANE PER L’UNITÀ D’ITALIA
Ricordando, poi, che in questo 2021 è ricorso (17 marzo), per come già ho avuto modo di scrivere nell’articolo 9 aprile u.s., il 160esimo anniversario dell’Unità d’Italia, è necessario dedicare nella toponomastica lucana strade,piazze, parchi, giardini, alberi, viali, busti, monumenti etc… ad altre donne liberali nobili e anche del popolo, e tra queste ricordiamo nella “Storia Risorgimentale” dei nostri Comuni, per come ci ha detto Antonietta Botta, già Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità “Costanza Chiurazzi, nata a Carbone nel 1830. Appartenente ad una famiglia gentilizia, dopo aver seguito il marito a Castelsaraceno, si schiera con gli insorti nei moti del 1860 e, il 21 ottobre di quello stesso anno, viene massacrata dai contadini del paese i quali, innalzata la bandiera borbonica, dopo averle ucciso il marito, invadono e saccheggiano la sua casa. La popolana “Angela Maria Caterina di Palazzo S. Gervasio” nel 1849 è l’unica ad avere il coraggio di prendere in consegna tutti i documenti del Circolo Costituzionale del proprio paese e, per tale motivo, nel 1851 viene arrestata, insieme al marito, e condannata per “detenzione di libri proibiti”. “Maria Teresa Di Pierro”, madre superiora del Convento di S. Chiara di Genzano, dopo il 1848, nascose e custodì i documenti dei liberali del proprio paese. Patriota e liberale fu anche Teresa “Cirillo di Salandra”. Arrestata nell’agosto del 1858 con l’accusa di cospirazione, fu scarcerata soltanto dopo la promulgazione della Sovrana Indulgenza del 25 giugno 1860. E patriota fu “Teodora Cibarelli” di Muro Lucano, di professione “domestica” che, dopo essere stata coinvolta nei moti Carbonari potentini del 1820-21, viene colpita da mandato di arresto con l’accusa di ‘associazione illecita’, riuscendo a fuggire e a darsi alla latitanza. Stesso discorso per “Marianna Carelli”, nata a Picerno da ricca famiglia gentilizia. Trasferitasi a Potenza con il marito, Domenico Antonio Marone, fu coinvolta nei moti carbonari del 1820-21. A maggio dell’anno seguente venne arrestata con l’accusa di ‘associazione illecita’. Relegata nella propria abitazione, nel 1923 ottenne la libertà provvisoria. L’Unità d’Italia l’hanno fatta anche loro”.
Aggiungiamo, inoltre:
• Margherita Di Sisto di Stigliano;
• Angela Marino di Potenza;
• Caterina Vignarulo contadina di Venosa, che partecipò ai moti del ’48 nella sua città. Nel 1853 fu arrestata e condannata a sette anni di prigione per aver confezionato alcune bandiere tricolore, ritrovate in casa di Gabriele Tummolo. ……………………………………………………………………………………………….
ANCORA SULLE DONNE LIBERALI DELLA TRADIZIONE RISORGIMENTALE
Rifacendoci, sempre, alla Mostra “Tracciati al femminile. Storie di genere e di contesti economici in Basilicata nel processo di unificazione nazionale”, agosto 2011 (inaugurata a Fiumicello di Maratea, lunedì 8 agosto e da me curata, nel ruolo di Consigliera Regionale di Parità, con la supervisione di Valeria Verrastro Direttrice dell’Archivio di Stato di Potenza, insieme a Donato Verrastro, allora Ricercatore presso l’Università degli Studi di Salerno, oggi all’Università della Basilicata, in qualità di Docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento di Scienze Umane), bisognerebbe utilizzare la toponomastica per ricordare la dinamica partecipazione delle donne alla “politica” attraverso la diffusione delle idee liberali con riviste e saggi di stampo liberale firmati da donne, tra i quali è da annoverare un:
• Comitato di Donne “Giornaletto Muliebre”, che ebbe tra le sue collaboratrici una certa “Rosina Lucana”.
Ed inoltre:
• Tra settembre e ottobre 1859 comparvero in vari comuni della Basilicata bandiere tricolori innalzate per ordine del Comitato insurrezionale di Napoli. Furono proprio le donne delle famiglie liberali lucane a cucire le bandiere, le coccarde, le giacche ed i cappelli dei patrioti ed a sostenere i figli in un’epoca nella quale le donne non avevano ancora conquistato il voto, a tale proposito andrebbe ricordata nella toponomastica Maria Angela De Filippis, madre di Carmine Senise di Corleto, che guidò l’azione politica del figlio.
Infine ricordiamo tra le donne patriote e liberali, meritevoli dell’attenzione della toponomastica potentina, “le Monache Clarisse del Convento di San Luca di Potenza”, che risposero generosamente alla richiesta del governo prodittatoriale italiano a sostegno dell’insurrezione con “prestito forzoso”, come pure le donne di Accettura, che offrirono i loro gioielli. Quando, infatti, lo Stato italiano decise di chiudere i conventi, si appellarono al Principe Eugenio di Savoia – Carignano, luogotenente generale del Re nelle province napoletane, affinché fosse loro concesso di rimanere nel proprio convento e ricordarono i meriti acquisiti come patriote, tra cui quello di esser state le prime a Potenza ad innalzare sul monastero la bandiera italiana. Nel 1866, da un messaggio del 26 giugno di Francesco Marchesiello, Sindaco di Potenza, si evidenzia l’invito alle “GENEROSE DONNE POTENTINE” a fabbricare bende, sfili, camice rosse… per i valorosi soldati che dovevano liberare Venezia (Archivio Tommaso Pedio).
Pertanto, gli STATI GENERALI DELLE DONNE e l’ANDE con l’ANPI richiedono di intestare alle Monache del Convento di San Luca, alle Generose Donne Potentine e a tutte le altre sopra citate dei vari comuni della Basilicata strade, parchi, piazze, larghi e/o vie… nel Capoluogo lucano, a Matera e non solo.
IL RISORGIMENTO IN POESIA
Avendo voluto, in questo documento, sottolineare soprattutto l’impegno delle donne liberali del 1799 e della tradizione risorgimentale… non possiamo, certo, trascurare il Risorgimento in poesia di:
• Laura Battista di Potenza (1846 – Tricarico nel 1884), il cui nonno Michelangelo Atella fu uno dei martiri del 1799. La poetessa si pone tra le espressioni più significative della cultura lucana di fine Ottocento, alla quale a Potenza, Sua Città natale, è dedicato solo un vicolo, peraltro non carrabile. Laura (studiata con particolare attenzione da Valeria Verrastro in “Laura Battista nel Risorgimento dei generosi lucani” in “Mondo Basilicata, n.21, 2010, pp. 116-119 ) conobbe fin dai sui primi anni di vita gli ideali risorgimentali, che coltivò insieme agli studi letterari con passione e profonda abnegazione, di Lei abbiamo liriche celebrative per l’Italia unita e per la “Festa dello Statuto” e componimenti inneggianti ai grandi protagonisti del Risorgimento come Garibaldi, Cairoli, Monti, Tognetti, Cappellini. Le sue liriche confluirono nel 1867 in una raccolta intitolata “Cantie” e nel 1869 in un dramma storico che narra le vicende di un giovane pugliese Emanuele De Deo, per come già evidenziato nella tabella a lei dedicata nella Mostra “Tracciati al femminile. Storie di genere e di contesti economici in Basilicata nel processo di unificazione nazionale” a cura di Maria Anna Fanelli, agosto 2011.
Per quanto riguarda altre Poetesse, Studiose, Religiose, Narratrici del secondo Ottocento rimandiamo ad altri approfondimenti in ulteriori documenti più specifici.
DONNE, POLITICA E RIBELLISMO: I GRUPPI DI DONNE DI FORENZA, LAURENZANA, TRAMUTOLA, MELFI, TOLVE, SAN MAURO FORTE, SAN GIORGIO E VIGGIANO… NELLA LUCANIA TRA IL 1937 E IL 1940…
Scrive Michele Strazza in “Le donne nella storia della Basilicata”, collana “Un archivio della memoria”, luglio 2010, Grafiche Zaccara snc, che il ribellismo popolare “lo si ritrova durante tutto il ventennio ed in esso spesso le donne ebbero un ruolo centrale. Le ragioni delle proteste furono essenzialmente di natura economica e sociale, salvo qualche eccezione, e l’aspetto municipale e locale fu una costante presente in tutti i tumulti” […] “nella Lucania fascista le donne non restarono sull’uscio di casa a guardare, né si limitarono ad appoggiare le rivolte dei propri uomini facendosi esse stesse promotrici di alcuni tumulti che assunsero spesso forme anche violente” e così il 28 gennaio 1934, a Forenza gruppi di donne protestarono contro l’imposta del valore locativo, con una manifestazione definita “radunata sediziosa”, testimoniando “un nuovo protagonismo delle donne lucane che senza aspettare gli uomini, prendono un’iniziativa sociale per protestare contro la “gravità del diffuso impoverimento delle campagne”. A giugno 1937 si verificò un nuovo episodio di ribellismo nel comune di Laurenzana, nella notte tra il 5 e il 6 giugno un gruppo di donne reclamò contro il Podestà con l’obiettivo di determinare una pubblica manifestazione di protesta. L’intervento dei Carabinieri fermò le donne e i contadini, che vennero deferiti all’Autorità giudiziaria. Anche a Tramutola nel 1938 le donne si rivoltarono per una limitazione loro imposta per l’uso delle acque. Sessanta le donne che il 24 aprile manifestarono la propria opposizione ai lavori di riorganizzazione e ridistribuzione delle acque. L’intervento dei Carabinieri bloccò la manifestazione non consentita dalle leggi e le “partecipanti” vennero allontanate e diffidate. Anche a Melfi nel 1938 le donne si resero protagoniste di disordini, disordini che preoccuparono non poco le Autorità, come pure nel 1940 a Tolve alle ore 9,00 del 3 gennaio si verificò una “pubblica manifestazione” di 300 persone, in prevalenza donne, che protestarono per una cattiva gestione delle imposte a danno della popolazione. La pubblica dimostrazione fu frenata dall’arrivo di un Reparto dell’Esercito. Più di tutte s’impose la rivolta di San Mauro Forte in cui le donne pagarono personalmente la difesa della povera economia familiare. Il 30 e 31 marzo 1940 scoppiò una rivolta, 13 persone furono fermate dall’Arma, due donne furono ferite Maria Antonia Nuccio, Maria d’Eufemia, 51 le donne arrestate. Il mese successivo la protesta da San Mauro arrivò a San Giorgio, come pure a Viggiano. L’Italia il 10 giugno entrò in guerra e con la partenza degli uomini, soprattutto giovani, sulle donne si riversò il peso dei lavori agricoli in sostituzione degli uomini andati in guerra.
Tutti questi gruppi di donne, espressione di un fondato ribellismo sociale, è giusto che, nei comuni di appartenenza, siano ricordate attraverso la toponomastica.
LA RESISTENZA
LA STRAORDINARIA E GENEROSA PARTECIPAZIONE DELLE DONNE TRA IL 1943 E IL 1945
Le “Donne della Resistenza” nonostante il loro grande impegno nella storia “sono sempre state indietro, se non ignorate”. In realtà l’impegno femminile fu ampiamente ramificato e risultò, e tutt’oggi risulta, fondamentale ed importante. Per onorarLe l’A.N.D.E. di Potenza ha invitato iscritte, amiche ed amici a riunirsi idealmente e coralmente il pomeriggio del 24 aprile 2021 alle ore 18,00 per seguire il bellissimo documentario del 1965 di Liliana Cavani dal titolo “Le donne nella Resistenza” https://youtu.be/j7p7v504j6M, documentario anticipato alla lettura del bellissimo scritto di Marielle Franco “La Resistenza Taciuta”.
È emerso in occasione di quest’ultimo 25 aprile 2021, ancora una volta, l’importante apporto delle donne alla Resistenza, la cui memoria di Partigiane, Staffette e Combattenti va conservata. Tra le donne che furono attive nella Resistenza, a livello nazionale, dobbiamo ricordare in particolare Adele Bei (condannata nel 1934 dal Tribunale Speciale a diciotto anni di carcere per attività antifascista), Teresa Noce (detta Estellas, che dopo aver scontato un anno e mezzo di carcere, perché antifascista, fu deportata in un campo di concentramento nazista in Germania dove rimase fino al termine della guerra) e Rita Montagna (che aveva passato la maggior parte della sua vita in esilio).
Naturalmente, nella toponomastica lucana, non possiamo trascurare la partigiana Bruna Dradi, che ha lasciato un profondo ricordo in Basilicata. Dopo la Liberazione nel 1950, su invito del Partito Comunista, si trasferì in Basilicata con lo scopo di contribuire alla crescita culturale ed all’emancipazione femminile. Qui fu tra le fondatrici dell’UDI, sempre in primo piano in difesa della donna, per come scrive Massimo Brancati, ed in Basilicata morì nel 2010. Bruna Dradri riconosciuta come patriota dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Capo Nucleo di nove uomini, fu la prima donna partigiana, nella Storia delle Repubblica Italiana, a ricevere il grado di Sergente, insieme con le altre donne partigiane, che avevano preso parte alla Resistenza.
Sempre per quanto riguarda la Basilicata non possiamo non ricordare nella toponomastica Camilla Ravera, in confino a San Giorgio lucano ed a Montescaglioso, “piemontese di nascita, deputata della Repubblica Italiana per due legislature in seguito nominata senatrice a vita dal Presidente Sandro Pertini, prima donna a ricevere questa nomina. Prima donna a ricevere l’incarico di guidare il suo partito (segretaria del PCI) ed era il 1927. Prima di ricevere questo incarico si era occupata, sempre all’interno del partito, della guida del movimento femminile e aveva fondato il periodico “La Compagna”. Una donna moderna che basò il suo lavoro di giornalista e il suo impegno nell’antifascismo militante, capace di ritagliarsi spazi di libertà in un momento storico caratterizzato da una forte oppressione di regime, soprattutto per le donne. Visse così gli anni della lotta, quella lotta dura, ancor più dura se si è donna. Fu arrestata nel 1930 e condannata a quindici anni che scontò fra carcere e confino”. Ha scritto di lei in questo 2021, Antonella Giosa Responsabile Coordinamento Donne ANPI Basilicata: “Ecco, ci piace pensare a lei, in questa data, e in questo preciso momento storico, come una “figura ponte”, capace di unire terre, sentimenti e lotte. Una donna minuta che, spesso all’ombra di figure maschili enormi, fu capace di opporsi alla forza dirompente del regime fascista e affrontare le tante difficoltà che una donna dell’epoca viveva nell’impegno politico e che, forse ancora oggi, per diverse motivazioni le donne continuano a vivere”.
Ci piace trasmettere di lei, soprattutto alle giovani donne, l’esempio di impegno politico e civile alto, dove non spaventa la lotta per la libertà di sé stessa e per il bene del proprio Paese. Le donne nella storia hanno sempre costruito ponti, mai muri. Anche il nostro impegno deve camminare su questa strada, perché la libertà o è per tutte e tutti o non lo è per nessuno”.
Pertanto gli Stati Generali, l’ANDE e l’ANPI propongono di dedicare, soprattutto a Bruna Drardi e a Camilla Ravera, vie, viali, piazze, larghi, parchi, giardini, spazi pubblici, come anche a tutte le altre donne della Resistenza, che combatterono per le libertà democratiche.
IL VOTO DELLE DONNE 31 GENNAIO 1945
LA TOPONOMASTICA PER RICORDARE LE DONNE E LA POLITICA IN BASILICATA NEL DOPOGUERRA
Passando ad un altro periodo importante della nostra storia vogliamo ricordare il 31 gennaio 1945, quando con il Decreto “De Gasperi – Togliatti” venne concesso alle donne il “diritto di voto”.
In attesa del 2 giugno 1946 (per come ho già scritto nella Pubblicazione dell’ANDE e degli Stati Generali delle Donne con il Patrocinio della Regione Basilicata, a mia cura dal titolo “La Democrazia Paritaria. Da un diritto all’esercizio del voto”, pubblicato da “Il Segno Arti Grafiche”, Potenza 2017) nell’aprile 1945 si costituì la Consulta, che ebbe come principale compito quello di elaborare una Legge elettorale per l’Assemblea Costituente. La Consulta fu il primo Organismo politico istituzionale in cui entrarono 13 donne.
La prima volta che le donne poterono esercitare il loro diritto elettorale attivo e passivo fu in occasione delle elezioni amministrative dal 10 marzo al mese di aprile del 1946, le donne votarono in cinque turni. La partecipazione alle urne fu altissima, ne furono elette 2000 nei consigli comunali, ma le cose non andarono così in Basilicata, le donne candidate nella lista D.C. al Comune di Potenza furono soltanto 4 su un totale di 39 candidati: Dora Grimaldi Rossi, casalinga, Ida Postiglione, casalinga, Adalgisa Carriero, casalinga, Elda Graziadei, professoressa; nella Lista comunista, appena due donne: Paolina De Rosa – Sbrozzi e Rosa Sanza dell’UDI. A Matera, due donne candidate nella Lista Democristiana la professoressa Teresa Vezzoso e Maria Ferrandina. Nessuna presenza femminile nelle altre compagini politiche. Per i comizi elettorali arrivò in Basilicata Angela Maria Cingolani, Dirigente del Movimento Femminile D.C. e futura Madre Costituente. A Lavello si distingue nei comizi del P.C.I. la compagna Michetti.
Con il voto in provincia di Potenza e di Matera uniche donne ad entrare in Consiglio Comunale furono a Potenza Dora Grimaldi Rossi, a Matera Teresa Vezzoso. A Teresa Vezzoso il Comune di Matera, per come già detto, intesterà un nuovo Parco Urbano al Nord della Città. Pertanto si propone che, all’unica donna eletta nel Consiglio Comunale Dora Grimaldi Rossi con le prime elezioni libere dopo il Fascismo in Basilicata, il Comune di Potenza faccia una scelta di toponomastica femminile intestandole una via, o un viale, una piazza, uno slargo, uno spazio pubblico, un parco, considerato anche che il Comune di Potenza meritoriamente implementa quattro nuovi parchi.
A Lavello furono elette due Consigliere, le comuniste Anna Fuggetta ed Antonietta Robbe. Anche a Venosa fu eletta una donna, sempre del P.C.I. Filomena Mucci.
In tutto questo periodo, inoltre, continuarono le iniziative assistenziali per l’infanzia, soprattutto da parte delle donne dell’U.D.I. di Potenza, tra cui le signore Sanza e Di Muro, che riuscirono ad assicurare un pasto caldo ai bimbi poveri.
A tutte le donne, ripeto, che abbiamo citato come candidate o elette o come operatrici per l’assistenza all’infanzia, i Comuni di appartenenza, qualora non lo avessero già fatto, sarebbe bene che intestassero loro strade, piazze, larghi, giardini, parchi, vie…
Il 2 giugno 1946 la partecipazione delle donne al voto assunse il significato di un Evento storico, anche se, è inutile negarlo, furono pochissime le donne candidate alla Costituente, ed appena 21 quelle elette a fronte delle 12.998.131 donne che andarono a votare. A dispetto del numero esiguo le prime deputate della storia d’Italia diedero un contributo significativo nella definizione della Legge fondamentale dello Stato, specialmente quelle che presero parte ai lavori della “Commissione dei 75”, pur con le differenze dei rispettivi partiti, spesso le Costituenti fecero causa comune sui temi dell’emancipazione femminile, cui dedicarono, anche se non esclusivamente, gran parte della loro attenzione. Ed infatti esse furono chiamate come relatrici ad affrontare delicatissimi argomenti quali la famiglia o i diritti delle lavoratrici.
Le due donne candidate in Basilicata non furono elette, Maria de Unterrichter ottenne ben 2.127 preferenze lucane (913 in provincia di Potenza e 1.214 in quella di Matera) entrando, comunque, a far parte dell’Assemblea Costituente, ma in rappresentanza di un altro collegio. La Dirigente dell’UDI Rosa Anna Sanza, invece, riportò soltanto 173 voti di cui 127 in provincia di Potenza e 46 in quella materana.
Teniamole presenti nella nostra toponomastica.
LE ELEZIONI DEL 2 GIUGNO 1946
LE ELETTE NELLA COSTITUENTE DA RICORDARE IN BASILICATA
ATTRAVERSO LA TOPONOMASTICA
Per come già ricordato, il 2 giugno 1946 finalmente tutte le donne poterono recarsi alle urne ed essere elette in elezioni politiche: ventuno furono elette nella Costituente, duemila nei Consigli Comunali; sui banchi dell’Assemblea Costituente sedettero le ventuno Prime Parlamentari, a ragione denominate “Madri Costituenti”: nove della DC, nove del PCI, due del PSIUP e una del Partito dell’Uomo Qualunque. Cinque di loro, per come da me riportato nella pubblicazione a mia cura dal titolo “La Democrazia Paritaria. Da un diritto all’esercizio del voto”, pubblicato da “Il Segno Arti Grafiche”, Potenza 2017, entrarono nella “Commissione del ‘75”, incaricate di scrivere la Carta Costituzionale: Maria Federici, Angela Gotelli, Tina Merlin, Teresa Noce e Nilde Iotti; solo più di trent’anni dopo Nilde Iotti fu la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei Deputati, una delle cinque cariche dello Stato mai ricoperte prima, occupando lo scranno più alto di Montecitorio per tre legislature dal 1979 al 1992.
Queste tutte le 21 Madri Costituenti:
Adele Bei; Bianca Bianchi; Laura Bianchini; Elisabetta Conci; Maria De Unterrichter Jervolino; Filomena Delli Castelli; Maria Federici Agamben; Nadia Gallico Spano; Angela Gotelli; Angela Guidi Cingolani; Nilde Iotti; Teresa Mattei; Angelina Merlin; Angiola Minella Molinari; Rita Montagnana; Maria Nicotra Verzotto; Teresa Noce; Ottavia Penna Buscemi; Elettra Pollastrini; Maria Maddalena Rossi; Vittoria Titomanlio.
Tutte le Madri, con il loro impegno e le loro capacità, segnarono l’ingresso delle donne nel più alto livello delle Istituzioni rappresentative; quattordici erano laureate e molte insegnanti, c’era qualche giornalista pubblicista, una sindacalista ed una casalinga; quattordici erano sposate con figli.
Ricordiamo tutte le Madri Costituenti nella Toponomastica della Basilicata.
L’IMPEGNO DI CARLA GARABELLI ORLANDO FONDATRICE DELL’ANDE NAZIONALE NEL 1946: LA SUA BATTAGLIA PER L’ESPRESSIONE, DA PARTE DELLE DONNE, DI UN VOTO CONSAPEVOLE E PER L’AFFERMAZIONE DEI PRINCIPI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
Mi sia consentito, in qualità di fondatrice nel 1979, Consigliera Nazionale e Presidente dell’ANDE di Potenza di ricordare e di richiedere l’intestazione di una strada, piazza, parco, giardino a Carla Garabelli Orlando fondatrice dell’ANDE nazionale. Per come risulta dallo Studio “Una vita, forse due: Carlotta Orlando – appunti per una biografia di Elvira Valleri” da “Passato e Presente” n° 103 – 2018, editore Franco Angeli e dalla Pubblicazione “Mezzo secolo da cittadine 1946 – 1996” dell’Associazione Donne Elettrici, Roma, Carla Garabelli Orlando figlia di Vittorio Emanuele Orlando, Presidente del Consiglio dal 1917 al 1919, dopo aver vissuto e viaggiato in Sud e Nord America tra il 1920 e il 1940, tornata in Italia nel 1943 assistette all’eccidio di via Rasella nel quale venne lanciata una bomba verso un camion di tedeschi. Camionette tedesche, accorse all’istante, prelevarono degli ostaggi… oggi le Fosse Ardeatine, custodiscono nel silenzio eroi, amici e anche sconosciuti, casuali passanti travolti da un’ondata di vendetta…, senz’altro questo episodio insieme alla sua formazione furono alla base della costituzione dell’ANDE, alla quale lei procedette insieme a donne di diversa formazione politica, nell’ottobre del 1946. Così nacque l’ANDE con un autentico spirito di indipendenza e un alto senso civico, principi che si ritrovano nello Statuto dell’Associazione, che nacque con l’obiettivo di far sì che le donne potessero esprimere un voto consapevole. Per come ben si evince dai primi due articoli, che riportiamo.
Art. 1. L’ANDE associa le cittadine italiane che desiderano acquisire e far acquisire maggior coscienza politica in quanto consapevoli delle responsabilità inerenti al diritto di voto e all’influenza che attraverso di esso si può esercitare sia per lo sviluppo della società che per la tutela delle libertà democratiche, premessa di ogni progresso civile.
Art. 2. L’ANDE promuove ed incoraggia ogni iniziativa atta a facilitare la formazione e la partecipazione politica della donna e a combattere l’indifferenza e l’assenteismo nell’elettorato.
[…]
Già da questi due articoli è ben evidente “l’impegno politico”, relativo cioè alla crescita della Polis e alla partecipazione delle donne alla “vita politica” del Paese. Forte il sostegno offerto per la nuova Carta Costituzionale e per la nascita di tante sezioni attraverso gruppi numerosi in “72 provincie italiane”. Così lei a tale proposito scrisse “cominciai a scorrazzare in macchina per tutte le provincie d’Italia, insieme ad una o l’altra di due giovani figlie di socie, entrambe diciottenni Giulia Borghese e Elena Federzoni, che mi facevano da segretarie. Le strade allora erano disagiate, non esistevano autostrade e le mie segretarie dovevano aiutarmi a cambiare ruote nel fango e a portare valigie e pacchi.” Sacrificio ed impegno, questo di Carla Garabelli Orlando, che dà i suoi frutti ancora oggi, considerata la brillante ed impegnata attività dell’ANDE nazionale a Roma e da Trieste a Palermo nelle regioni d’Italia.
LA TOPONOMASTICA PER SOTTOLINEARE L’IMPEGNO CULTURALE, GIURIDICO, CIVILE E SOCIALE PER LE POLITICHE DI GENERE DELL’AVVOCATA ESTER SCARDACCIONE
Tra le donne lucane che si sono imposte per la loro cultura giuridica a sostegno delle donne vittime di violenza e per le politiche di genere, chiediamo l’intitolazione di una piazza di una strada, di uno spazio pubblico all’Avvocata Ester Scardaccione, prima Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, ma soprattutto donna dalla forte personalità, per come scrive Giuseppina Cervellino Masiello, e dalla forza progettuale tutta volta ad affermare il diritto al lavoro e la qualità della vita dell’essere donna. “Ester, certo, non ha affidato all’arte, alla poesia, alla musica il suo messaggio di rivendicazione della dignità della donna, ma ha speso tutta la sua vita nell’impegno civile e politico sul terreno pragmatico del riconoscimento giuridico”. Una vita carica di scelte mature in cui ha coniugato “in perfetta simbiosi l’esperienza politica con quella professionale”. Titolare di uno studio legale a Potenza, ma anche a Roma, privilegiò la famiglia, i minori, le donne maltrattate e violentate, il diritto di famiglia e, comunque, le persone emarginate e sofferenti, riservando dal 1989, un grande sostegno all’autodeterminazione della donna anche attraverso, l’Associazione “Telefono Donna”, che contribuì a fondare, come ricorda la figlia Avvocata Cristiana Coviello. Ester Scardaccione Componente del Direttivo Nazionale Forum – Associazione Donne Giuriste e Presidente Regionale dell’Associazione Giuriste Italiane dette anche il meglio di sé in campo sociale e politico nella sua qualità di Presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità, attraverso la quale portò la sua attività su tutto il Territorio, la sua eredità di saperi e di idee e il suo “contributo di responsabilità, di scelte ed azioni nella direzione di Pechino e dell’importanza delle Azioni Positive per l’empowerment e il mainstreaming”, di cui rimangono ancora oggi tracce e percorsi significativi. Dedichiamo ad Ester spazio nella toponomastica lucana.
LA TOPONOMASTICA FEMMINILE A SOSTEGNO DELLE VITTIME DI VIOLENZA E DI FEMMINICIDIO
Un significativo spazio attraverso la toponomastica va dedicato e riservato alle numerose vittime di femminicidio e violenza in Basilicata, dopo il Parco Elisa Claps, che si colloca nel bosco di Macchia Romana di Potenza ed i Giardini dedicati a Grazia Gioviale, nel Parco Europa Unità a Poggio Tre Galli, già ricordati, sempre a Potenza, non possiamo dimenticare le altre vittime di femminicidio e non possiamo non chiedere alle Istituzioni democratiche, quali le Istituzioni pubbliche, agli Organismi del corpo sociale e a tutti i Comuni in cui le donne sono state vittime di femminicidio, di installare delle Panchine Rosse, proposte dagli Stati Generali delle Donne, e di utilizzare la toponomastica con riferimento alle donne vittime di femminicidio, in maniera tale che le intitolazioni si pongano come monito e sensibilizzazione della cittadinanza contro la violenza. È necessario e doveroso ricordare attraverso la toponomastica Ottavia De Luise, Valentina Stella, Anna Rosa Fontana, Vita Maria Farina Padula, Antonietta Ciancio, Maryna Novozhilova, Angela Ferrara… anche le donne vittime di violenza nell’insieme rientrano nella “macrostoria delle donne lucane” pertanto non vanno trascurate. In tal modo la memoria storica contribuirà a formare a tutti i livelli, ed in particolare nelle giovani e nei giovani, un’autentica cultura di “Storia delle Donne” e di Parità completata da un impegno prioritario contro la violenza, che non si può non ribadire. Impegno da esplicitare, inoltre, soprattutto nei programmi scolastici di Storia, di Filosofia, di Educazione Civica, di Diritto, di Economia, della Storia letteraria e dell’Arte, nonché nello studio della Costituzione e degli Studi informatici, che ci conferiscono Cittadinanza Digitale, così da riconoscere il valore storico dell’esperienza femminile, della storicità dei compiti svolti dalle donne, del loro pieno incidere nella storia generale ed anche contemporanea.
Non possiamo di certo dimenticare la prof. Carolina D’Araio di Satriano di Lucania, uccisa da un suo ex alunno e distintasi nella sua vita per un forte impegno caritatevole ed una dedizione verso i giovani attraverso l’insegnamento
LINEE PER IL FUTURO E RICHIESTA DI UNA TESTIMONIANZA NELLA TOPONOMASTICA PER L’ARPISTA TERESA ZITO FANELLI
Pur riservando uno spazio, in un prossimo futuro, per come già detto, a tante altre donne lucane, che hanno dato e danno un apporto di crescita nella cultura, nella poesia, quali Maria Padula e Beatrice Viggiani, che vive in Brasile, e ad altre donne di rilievo e spessore, che si sono distinte nella scrittura, nella narrazione, nelle arti, nella musica, mi sia consentito di richiedere, in quest’ultimo campo, l’intestazione nella toponomastica lucana di una via, una piazza, un largo, un parco, giardini, uno spazio pubblico per Teresa Zito Fanelli.
Teresa Zito Fanelli (1906 – 1989) arpista, Giulio Stolfi in occasione di un suo concerto d’arpa, nel presentarla, scrisse “l’artista che con la sua arpa suscita gli echi non spenti dei canti viggianesi è fra le migliori diplomate al Conservatorio napoletano di San Pietro a Maiella. Ricca è la carriera concertistica di Teresa Zito Fanelli esibitasi in varie città italiane sotto la guida di Maestri quali Zandonai, Gui ed altri […] sposatasi con l’avv. Giovanni Fanelli, svolge nella città e nel territorio lucano attività di educazione musicale suffragata da esperienza metodologica e didattica e da viva, umana sensibilità. In occasione della nascita del Conservatorio musicale Gesualdo da Venosa di Potenza, Teresa Zito si pone come entusiasta sostenitrice di una tradizione musicale da coltivare per conservare un’espressione artistica lucana originale… Artista rigorosa interprete di altissima sensibilità… è ricordata per i vincoli con Viggiano, comune noto per la tradizione de “l’arpetta viggianese” che gli emigrati, per come ci ricorda il Parzanese in una sua poesia, portavano a tracolla e suonavano nelle strade delle grandi città americane: il padre che aveva studiato a Viggiano in ricordo di quel periodo, avvia la figlia all’arte dell’arpa e l’altra figlia Menuccia, sposa del pianista e direttore d’orchestra Tito Aprea, allo studio del violino. In tal senso l’attività di Teresa Zito Fanelli si è sempre espressa come omaggio a Viggiano ed ai suoi artisti. Socia fondatrice del Soroptmist di Potenza e promotrice dell’ANDE, rimane quale testimone nel percorso artistico delle donne lucane”.
Vogliamo precisare che la nostra analisi, che non ha pretese tecnico-scientifiche non finisce qua e per questo motivo verrà portata ulteriormente avanti ed aggiornata, pertanto ci si scusa per eventuali omissioni.
Maria Anna Fanelli
Referente Regionale degli Stati Generali delle Donne della Basilicata / Città delle Donne
Consigliera Nazionale ANDE Presidente Ande Potenza
Angelo Danilo Di Chio
Componente
ANPI
Comitato Provinciale di Potenza Michele Petraroia
Presidente Coordinamento Regionale
ANPI
Associazione Nazionale Partigiani Italiani
Antonella Giosa
Responsabile
ANPI
Coordinamento Donne
Nota n.1
Il documento è frutto della consultazione di pubblicazioni e ricerche on-line:
– “Le donne nella storia della Basilicata” a cura di Michele Strazza – Collana “Un archivio della memoria”, luglio 2010, Grafiche Zaccara snc;
– Mostra “Tracciati al femminile. Storie di genere e di contesti economici in Basilicata nel processo di unificazione nazionale” a cura di Maria Anna Fanelli, agosto 2011 pubblicata nel volume “Mercato del lavoro, tutela antidiscriminatoria, pari opportunità – Rapporto delle attività della Consigliera Regionale di Parità della Basilicata gennaio 2010 settembre 2011” a cura di Maria Anna Fanelli Consigliera di Parità, More et Jure edizioni, 2011;
– “La Democrazia paritaria: da un diritto all’esercizio del voto” – Mostra Convegno Itinerante 1946-2017 – Pubblicata in Catalogo del Progetto di Ricerca ANDE Basilicata “La Democrazia paritaria: da un diritto all’esercizio del voto” a cura di Maria Anna Fanelli, Presidente ANDE Potenza;
– “Mezzo secolo da cittadine (1946 – 1996)” dell’Associazione Nazionale Donne Elettrici, finito di stampare il 30 settembre 1996, Eurografica s.r.l. – Roma;
– da Fonte Consiglio Informa su www.palazzosangervasio.net articolo di Antonietta Botta già Presidente della CRPO Regionale della Basilicata;
– “Dimensione donna. Itinerario di storie locali per ridisegnare un’identità femminile lucana” di Giuseppina Cervellino Masiello – Pubblicato dalla Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità – Regione Basilicata – Dipartimento Formazione e Lavoro, maggio 1999 (consultato per delineare l’impegno culturale, giuridico, civile e sociale per le politiche di genere dall’Avvocata Ester Scardaccione, già Presidente della CRPO Regionale della Basilicata).
– (fonte https://www.parcoletterariolomonaco.it/i-personaggi/rachele-cassano/);
– (https://www.aptbasilicata.it/a_galloitalico/_uneroina_titese)
– “Donne e Risorgimento”, di Laura Moschini, edito da Il Mulino
– “Una vita, forse due: Carlotta Orlando – appunti per una biografia di Elvira Valleri” da “Passato e Presente” n° 103 – 2018, editore Franco Angeli
– “Mezzo secolo da cittadine 1946 – 1996” dell’Associazione Donne Elettrici, Roma