“Il fatto fondamentale è rappresentato dalla ricerca del rapporto, del confronto e, quindi, di una intesa tra la Commissione e l’Assessorato”. Così il presidente della quarta Commissione consiliare (Politica sociale), Luigi Bradascio (Pp), convocata in mattinata.
“Questo rapporto – ha proseguito Bradascio – è mancato in questi anni, o non è stato sufficiente, ma deve essere ricercato con costanza in un momento di grande responsabilità che la Commissione vuol fare proprio, un momento in cui la Commissione sente la necessità ed il dovere di assumersi i propri oneri e prendere decisioni ponderate in relazione al riordino sanitario. Altro punto sostanziale è quello relativo agli articoli 25 e 26 della legge nazionale n.833 del 1978 che poche volte, come in questa occasione, vede la Commissione dimostrarsi unanime nel presentare criteri innovativi riguardanti la medicina privata, ovvero le strutture accreditate. Un mondo questo che, pur contemplando soltanto il 5,0 per cento (ex articoli 25 e 26), pari a circa 50 milioni, della spesa sanitaria regionale complessiva che si aggira intorno ad un miliardo, impiega, invece, diverse centinaia di lavoratori ed in modo particolare interessa tutte le problematiche legate alla riabilitazione delle persone affette da disabilità psico – fisiche”.
“Nel corso degli ultimi cinque anni – ha sottolineato Bradascio – si è selezionata tutta una classe di operatori altamente qualificati in relazione a grandi aspettative di prestazioni da parte delle famiglie. A tutti questi soggetti occorre dare urgentemente risposte di qualità ed un forte messaggio concreto di diffusione su tutto il territorio regionale. Sottolineiamo, anche, quale altra criticità da porre in evidenza – ha aggiunto Bradascio – la difficoltà a reperire specialisti in ortopedia e chirurgia d’urgenza, ma nei prossimi anni, anche di altre specializzazioni, e questo può essere uno degli ostacoli più grandi sulla strada del raggiungimento degli obiettivi che si prefigge il riordino sanitario”.
“I consiglieri componenti della quarta Commissione – ha posto in rilievo Bradascio – hanno dimostrato più volte, negli ultimi mesi, di volersi assumere importanti responsabilità in virtù, anche, del ruolo che ricoprono di politici e di cittadini e si offrono ad un dialogo completo e fattivo con l’Osservatorio, di recente istituzione, composto da professionisti di altissimo valore, ma che provenendo da altre regioni, potrebbero incontrare difficoltà nella conoscenza della nostra complessa realtà territoriale ed ospedaliera”.
La Commissione ha, quindi, preso in esame il provvedimento della Giunta regionale concernente il “Disciplinare recante criteri e modalità per l’iscrizione nel registro regionale dei mediatori interculturali per i servizi di mediazioni in ambito sociale, scolastico, sanitario, lavorativo legale e giudiziario, istituito ai sensi dell’articolo 12 legge regionale n.13/2016” che, su proposta del consigliere Napoli (Pdl-Fi), è stato rinviato, durante i lavori della precedente seduta, per maggiori chiarimenti.
Il consigliere Perrino ha posto delle eccezioni e forti dubbi in merito “ai criteri stabiliti per i requisiti professionali previsti all’articolo 3 che vanno ad equiparare il titolo di Laurea in mediazione interculturale e linguistica, in Master universitario di primo o secondo livello, al possesso della qualifica di tecnico esperto in mediazione culturale, conseguita a seguito di regolare conclusione del corso di formazione professionale di cui alla Delibera di Giunta regionale n.1514 del 2015, ovvero qualifica ad essa correlata conseguita a seguito di corsi di formazione professionale rilasciata da enti formatori di altre Regioni. Non è mia volontà – ha spiegato Perrino – quella di tenere fuori nessuno, ma mi chiedo se sia logica una simile equiparazione. Ritengo, quindi, che i criteri con cui si valutano i requisiti siano vagliati attentamente, magari con una griglia di valutazione ed un punteggio stabilito dalla Commissione, tenendo conto dell’esperienza maturata nel settore”.
Sulla stessa lunghezza d’onda di Perrino, il consigliere Polese che ritiene di “non dover in alcun modo ‘mortificare’ Laurea e Master mettendoli sullo stesso piano di un certificato preso fuori regione. Siamo – ha precisato – in un settore altamente strategico che richiede la massima tutela per chi usufruisce del servizio, ma anche per chi lo eroga. Fondamentale, pertanto, un’esperienza qualificata da un tempo minimo che può andare dai 5 ai 9 anni”.
Per il consigliere Romaniello è importante “capire bene il ruolo del mediatore, dando la giusta dignità alla ‘mediazione culturale’. Indispensabile – ha sottolineato – verificare le qualità professionali di chi già opera nel settore e stabilire con oculatezza i requisiti necessari per le nuove iscrizioni nel registro regionale, tenendo ben presenti le differenze esistenti tra i vari operatori e la specificità di chi proviene dallo stesso Paese di origine”.
Il consigliere Pace ha parlato di “giusta sperequazione tra Laurea, Master e ‘semplice’ certificazione, pur cercando di tutelare chi da tempo svolge il ruolo di mediatore interculturale. Adottare, quindi, il criterio della comprovata esperienza con l’ausilio di esperti del settore”.
Il presidente Bradascio ha precisato che “è stata prevista la delibera di Giunta che regolamenta i corsi di formazione per mediatori, corsi che non sono, però, ancora partiti. Purtuttavia, non si poteva tener fuori dall’Albo quelle persone che la Regione andrà a formare. Importante – ha continuato – è il filtro all’atto dell’iscrizione con la minuziosa verifica di titoli e competenze”.
Alla fine della discussione, la Commissione ha deciso di rinviare il parere di merito alla prossima seduta di Commissione e di chiedere l’audizione dei responsabili del Dipartimento “Presidenza della Giunta”.
Rinviati, anche, con la raccomandazione del consigliere Romaniello di addivenire in tempi brevi ad una decisione “visti i tempi lunghi con cui si sta procedendo”, gli atti concernenti i tetti di spesa da assegnare alle strutture private accreditate eroganti prestazioni di riabilitazione e di assistenza ospedaliera e di assistenza specialistica ambulatoriale.
L’organismo consiliare ha, infine, rimandato per ulteriori approfondimenti, l’esame della proposta di legge su “Ecomusei, Case di Comunità” d’iniziativa del consigliere Lacorazza.
Hanno preso parte ai lavori della quarta Commissione consiliare, il presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Mario Polese e Achille Spada (Pd), Giannino Romaniello e Aurelio Pace (Gm), Giovanni Perrino (M5s).