“La pubblicazione nella Gazzetta ufficiale n. 90 del 17 aprile scorso dell’ordinanza del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli che stanzia 13 milioni e mezzo di euro in totale per la costruzione dei Cie di Palazzo San Gervasio e di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) , la cui ultimazione è prevista per dicembre 2013, non tiene in alcun modo conto della netta contrarietà espressa in più occasioni dal Consiglio Regionale oltre che dagli altri enti locali ”. E’ il commento del capogruppo SEL in Consiglio Giannino Romaniello chiedendo al Presidente De Filippo di “esprimere al Prefetto Gabrielli tutta l’indignazione della Regione specie dopo le segnalazioni e le denunce di numerose violazioni dei diritti degli immigrati rinchiusi nel Centro di Palazzo, come accaduto anche in quello campano. E’ inoltre la strategia del Governo che intendiamo contrastare tenuto conto che, come è scritto nell’ordinanza, essa serve a “favorire e regolare il subentro del Ministero dell’interno nelle iniziative finalizzate al superamento della situazione di criticità derivante dall’eccezionale afflusso di cittadini extracomunitari sul territorio nazionale”, vale a dire si intende dare continuità alle azioni del precedente Governo Berlusconi e nello specifico adottate dall’allora ministro leghista Maroni per rinchiudere i migranti e respingerli nei Paesi d’origine”.
Romaniello ricorda di aver presentato una “proposta alternativa” per un ben altro utilizzo della struttura di Palazzo, da intitolare a Placido Rizzotto, sindacalista socialista ucciso dalla mafia corleonese per aver difeso le ragioni dei contadini di fronte al grande latifondo”.
“L’area, un tempo commerciale e industriale – continua Romaniello – è infatti uno dei 14 beni che l’Agenzia gestisce in Basilicata, un ‘patrimonio’ regionale decisamente inferiore rispetto alle altre regioni del Sud Italia e di percentuali infinitesimali rispetto al complessivo italiano di 11mila beni. Dopo una confisca decisa in Cassazione nel 2003, l’area di Palazzo fu assegnata al Comune che ne fece centro di accoglienza.
“Il Comune, nel 2011, ha manifestato l’intenzione a rinunciare al bene, con un comportamento che – afferma Romaniello – va decisamente censurato. Adesso il Ministero dell’Interno ha accelerato l’investimento per riaprirlo prima possibile. La mia proposta è invece di pensare ad una diversa utilizzazione della struttura sicuramente a fini sociali, da decidere nello specifico con la comunità di Palazzo, e per questo di intitolarla a Placido Rizzotto, certamente non come fatto formale”.