Si è svolto venerdì 21 giugno nella Sala Consiliare della Provincia di Potenza il seminario formativo relativo al Disegno di Legge relativo per “Modifiche al Codice Penale, al Codice di Procedura Penale ed altre disposizione in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere (S-1200)” promosso da ANDE Associazione Aderente di Potenza, diretta dalla presidente Maria Anna Fanelli, in collaborazione con l’Ordine degli Avvocati, Presidente Maurizio Napolitano e l’Ordine degli Assistenti Sociali, Presidente Luisa Comitino, con l’adesione della Prefettura, della Questura di Associazioni, di Enti e Realtà del Territorio
Riflessioni Critiche sul “Codice rosso” (D.d.L. n. S 1200) con particolare riferimento al reato di Revenge Porn La violenza contro le donne ci riguarda. Considerazione sul maschile nel ripensare la comunicazione, i servizi ed il ruolo nelle politiche di contrasto alle discriminazioni ed alla violenza
Le qualificate relatrici e relatori intervenuti hanno presentato il disegno di Legge sul “Codice Rosso” nel campo connesso alle violenze di genere e che punisce il cosiddetto “Revenge Porn”, introducendo nel Codice Penale, di preciso all’art. 610-ter, il delitto di diffusione “illecita di immagini e video sessualmente espliciti”, nonché altri aspetti delittuosi relativi al cyber bullismo e quelli relativi a tanti danni ai minori
I preziosi contributi di Valentina Santoro Sostituto Procuratore della Repubblica Procura di Potenza, di Angela Pignatari Avvocata Cassazionista, di Rosario Danza Dirigente Polizia Postale di Potenza, di Ottavia Murro in rappresentanza dell’Ordine degli Avvocati di Potenza ed di Alessia Mascolo Criminologa, di Clelia Ardone in rappresentanza del Prefetto della Provincia di Potenza, di Elda Rizzitiello in rappresentanza della Polizia Locale di Potenza, di Francesca Leanza Commissario della Polizia di Stato in rappresentanza del Questore della Provincia di Potenza, di Simona Onesti Avvocata del Foro di Salerno insieme con Filomena Lamberti, di Roberta Fiore Presidente AIGA Potenza e di Pamela Raschella Consigliera dell’Ordine Regionale degli Assistenti Sociali hanno evidenziato e sottolineato che con il Codice Rosso è stato “criminalizzato” in particolare, per come già ricordato, proprio il fenomeno conosciuto con il controverso neologismo “Revenge Porn”, proveniente dal mondo inglese e volto a segnalare la diffusione non consensuale, nata da finalità vendicative di immagini private raffiguranti l’ex partner.
Si tratta di un nuovo reato, che intende punire chiunque, dopo aver realizzato o sottratto, trasmette, consegna, cede, pubblica o diffonde video o immagini a fini ricattatori, denigratori o di ritorsione affettiva, che avrebbero dovuto rimare private, senza il consenso delle persone rappresentate.
Per tale fattispecie di reato chi lo commette è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5mila a 15mila.
Se il fatto è commesso dal coniuge, se pure separato o divorziato, o da una persona legata alla persona offesa, da una relazione affettiva, precedente o in corso, è previsto un aumento di pena, ma una pena più severa viene prevista se i reati sono compiuti attraverso strumenti informatici o telematici, così da reprimere la divulgazione del “materiale” in rete.
Naturalmente, è prevista una punizione per chi divulga i “materiali”, inseriti nella rete da altri.
La persona offesa può procedere a querela. Il termine della presentazione della querela è di sei mesi, il ritiro della querela può essere soltanto processuale, ma se l’offesa colpisce una persona con disabilità ed inferiorità psichica o fisica o una donna in condizione di gravidanza è prevista la procedibilità d’ufficio e l’aumento della pena di un terzo.
In caso di reati relativi a maltrattamenti con familiari e conviventi, violenza sessuale aggravata e non, violenza sessuale di gruppo, lesioni personali aggravate, stalking, atti di corruzione di minori e/o atti sessuali con gli stessi, sempre nelle realtà familiari, il DdL, che introduce il “Codice Rosso”, prevede l’obbligo per la Polizia Giudiziaria di dare la precedenza alle indagini, escludendo che la stessa Polizia Giudiziaria, con discrezionalità, valuti la sussistenza dell’urgenza.
Il Pubblico Ministero, per come ha ben precisato da Valentina Santoro, Sostituto Procuratore della Repubblica Procura di Potenza, dalla trasmissione della notizia di reato entro tre giorni, dovrà ascoltare la vittima e le successive indagini dovranno svolgersi con immediatezza consentendo al Pubblico Ministero di “assumere informazioni dalla persona offesa e da chi ha presentato denuncia, querela o istanza”, entro il termine già citato, “dall’iscrizione della notizia di reato, salvo che sussistano imprescindibili esigenza di tutela di minori di anni diciotto o della riservatezza delle indagini anche nell’interesse delle persone offese”.
L’Incontro del 21 giugno ha costituito solo una prima tappa di lavoro da parte dell’ANDE, che verrà seguita da altri momenti operativi, volti a presentare proposte emendative e migliorative riguardanti una serie di aspetti problematici anche riguardo i danni ai minori, tramite l’apporto degli esperti e delle esperte invitate al fine di colmare alcuni limiti, in particolare segnalati anche dall’avvocato penalista Angela Pignatari, che, insieme agli altri relatori, ha voluto sottolineare che il Diritto Penale deve rimanere come prima ratio, naturalmente nel coordinamento con le nuove e recenti leggi.
Infine non possiamo non sottolineare che, nel corso dell’Incontro di ieri venerdì 21 giugno 2019, è stato molto ben evidenziato che il Disegno di Legge approvato alla Camera il 3 aprile 2019, oltre ad introdurre il reato di “diffusione di immagini o video sessualmente espliciti”, prevede anche l’introduzione del nuovo delitto di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso (nuovo art. 583-quiquies c.p.).
A tale proposito, preziosa e toccante, è stata la coraggiosa testimonianza di Filomena Lamberti, che accompagnata dall’avocata Simona Onesti ha presentato la sua drammatica vicenda personale di vittima di lesioni permanenti al viso, rispetto al quale il Disegno di Legge rende giustizia con la punibilità di questo reato, che Filomena Lamberti ha subito dal coniuge, condannato a soltanto 18 mesi con un patteggiamento e con imputazione di maltrattamenti in famiglia già dal maggio 2012. Oggi la punizione sarebbe stata ben diversa e ci auguriamo che il definitivo percorso del DdL confermi il delitto di “lesioni permanenti al viso”, così che venga fatta giustizia a Filomena ed a quante come Lei sono state tanto duramente colpite nella vita.
Dopo i saluti di Rappresentanti delle Istituzioni e di Associazioni Fanelli ha rivolto un ringraziamento a Rocco Guarino Presidente della Provincia di Potenza, Lorenzo Bochicchio Direttore Generale ASP Potenza, Maurizio Napolitano Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, Luisa Comitino Presidente dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Basilicata.