“Tardi Ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai…Mi chiamasti ed il tuo grido sfondò la mia sordità…” (10,27,38 Confessioni S. Agostino). Questa citazione del nostro cappellano don Mimì Falcicchio è stata la chiosa che ha concluso la presentazione del programma di servizio del nuovo anno sociale che, con questa festa conviviale, il Serra Club di Matera ha inteso inaugurare alla presenza delle autorità serrane e civili della Città. Questa espressione è stata ampliata in senso simbolico dallo stesso don Mimì che poi ha incentrato in senso pratico il suo programma di catechesi sulla scoperta e sulla riflessione della bellezza di Dio che noi Serrani dobbiamo incontrare anche nei Sacramenti “nella prospettiva di un bilancio più coraggioso e coerente con l’ideale del nostro Club”. Il tema proposto è: “La Bellezza di essere chiamati a Cristo come segno concreto di Verità e Amore”. La verità della Sacra Scrittura ci porta a riflettere sull’armonia del creato che va rispettato e contemporaneamente difeso, per conservarne intera la bellezza e la bontà. La custodia del creato diventa un’attività che qualifica la vita cristiana.
Anche il tema nazionale, che il CNIS ha previsto per il corrente anno sociale, riguarda proprio “La bellezza di esserre chiamati a Cristo come esempio concreto di Verità e Amore”.
Punto di forza della serata sono state le tematiche affrontate al tavolo di lavoro dal neo Governatore dott. Angelo Pomes, dal past president nazionale avv. Donato Viti e da S.E. monsignore Arcivescovo Salvatore Ligorio.
Il governatore Pomes, nel complimentarsi per la completezza dei nostri programmi , si è soffermato su un aspetto che non va trascurato. I club serrani hanno bisogno di ringiovanire, per cui occorre lavorare per creare quel substrato necessario affinchè le “chiamate” possano trovare accoglimento ed esprimersi liberamente in un contesto in cui la nostra società appare in crisi.
A queste riflessioni ha fatto seguito l’esortazione del presidente Viti a vedere la bellezza negli altri in maniera tale che quel fascino ci renda seducenti all’interno del nostro animo. In questo modo sarà molto probabile che anche altri, attratti dalla nostra diversità positiva, possano avvicinarsi al credo serrano. La nostra credibilità, infatti, deriva dalla capacità dei credenti di generare comunità.
S.E.mons. Arcivescovo Ligorio si è soffermato, invece, sul carattere che deve avere l’amicizia serrana. “Il tempo che passa rafforza sempre più le nostre relazioni e porta alla vera amicizia” è stato l’incipit del suo intervento. Il senso spirituale dell’essere serrani deve esprimersi in quel gruppo dove l’amicizia possa “affiorare, esplodere e testimoniare la genia di quello che deve essere il Serra”. Per questo, ha soggiunto il Presule, dobbiamo rafforzare con la catechesi i nostri contatti nella gioia del nostro sodalizio. L’amicizia serrana deve concretizzarsi, soprattutto, nei momenti un cui il nostro prossimo attraversa momenti difficili. La vita continuamente ci pone su percorsi e sentieri oscuri e tenebrosi. In queste circostanze la natura e la forza della nostra umanità dovranno avere potere positivo sul nostro relazionarci umano.
Il Serra Club è un movimento di sostegno alle vocazioni. Nella diocesi di Matera, come ci ha informato il Vescovo, di recente sono stati ordinati diaconi due giovani laici già adulti e positivamente affermati nella vita lavorativa; altri 12 giovani si stanno preparando in teologia e cinque stanno per entrare nel propedeutico. Quale serrano mi piace citare la frase di S. Francesco d’Assisi: “se incontrassi simultaneamente un sacerdote ed un angelo, saluterei prima il sacerdote e poi l’angelo” perché la diffusione, l’incremento e lo sviluppo delle vocazioni costituiscono lo scopo primario ed istituzionale del nostro sodalizio. Le belle e dotte riflessioni sopra riportate mi fanno pensare alle parole di Papa Francesco: “preghiera che non porta ad azione è sterile ed incompleta”. Significa che noi serrani dobbiamo essere fattivi, concreti nell’azione; dobbiamo usare la comunicazione, come ha detto nel suo discorso introduttivo il nostro presidente dott. Salvatore Milanese. Anche la comunicazione locale è un importante aspetto di relazione e di trasmissione dei propri messaggi, perché la comunicazione funziona se mette gli individui in contatto diretto in un processo di scambio. E’ chiaro che se si vogliono raggiungere obiettivi di un certo livello occorre avere i fondi necessari. Purtroppo la misura della quota sociale a Matera è rimasta invariata dal lontano 1990 ed oggi, con il continuo ed inarrestabile rincarare del costo della vita, le spese per le conviviali, pur necessarie quali manifestazioni fortemente aggreganti nell’amicizia, assorbono circa la metà delle entrate annuali.