Circa 300 i colloqui tenuti nei 13 mesi di durata del progetto “Ti ascolto AttivaMente”, per un totale di 70 persone che hanno fruito del servizio di ascolto/sostegno psicologico, di cui il 70% di età compresa tra i 18 e i 35 anni, il 20% età compresa tra i 36 e i 50 anni e solo il 10% di età superiore ai 50 anni.
E ancora, il 90% di chi si è rivolto allo sportello di ascolto sono donne per la maggior parte residenti a Matera (il 65%) ma c’è anche chi, per usufruire del servizio è stato disposto a fare qualche chilometro in più (30% dai paesi della provincia di Matera, e finanche il 5% dalla vicina Puglia).
Sono questi i dati più significativi presentati questa mattina a Matera, nell’hotel San Domenico, a conclusione del progetto promosso dall’Associazione di Volontariato Joven in collaborazione con Fondazione Carical, svoltosi nei locali adiacenti alla Parrocchia di San Rocco, in via Lucana.
I dati di partecipazione e i dettagli di un anno di attività sono stati illustrati da Pietro Iacovone, Presidente dell’Associazione di Volontariato Joven, dalla psicologa Milena Mucci che ha seguito le sedute e da Nunzio Olivieri, Vice Presidente Carical.
Ad illustrare il report delle attività il presidente dell’Associazione di Volontariato Joven, Pietro Iacovone che ha dichiarato “ancora una volta il volontariato ha svolto un ruolo primario in un ambito tanto delicato quale quello del disagio socio psicologico. Soprattutto dopo la pandemia, che ha acutizzato le problematiche legate alla sfera relazionale, lo sportello è stato uno strumento di supporto prezioso, tra l’altro il primo gratuito e costante per un intero anno. Non vorrei fare autocelebrazioni ma, ancora una volta, bisogna constatare che il volontariato ha intercettato in tempi celeri i bisogni del momento e messo in campo azioni concrete in tempi celeri.
“La cadenza settimanale con cui si sono realizzati gli incontri, hanno fatto in modo di poter dedicare ad ogni utente una prima attenzione e programmare, per quanto possibile, un percorso di supporto- ha dichiarato la Psicologa Milena Mucci, che ha seguito il progetto – Le situazioni di disagio emerse sono davvero tante: disturbi d’ansia, sintomi depressivi, senso di inadeguatezza, difficoltà e conflitti sia relazionali che familiari.
Lo sportello, da quanto emerso dalle risposte al questionario di gradimento compilato facoltativamente e anonimamente da ciascuna delle persone beneficiarie del servizio, ha “aiutato a gestire gli stati di ansia e le emozioni (nel 40% dei casi), migliorato l’equilibrio (per il 35%), ristabilito lo stato di benessere incontro dopo incontro (per il 25%)”.
Alla domanda “In che cosa il servizio potrebbe migliorare?” le risposte sono state prevalentemente: “aumentare il numero degli psicologi, aumentare la frequenza delle sedute a settimana e rinnovare il progetto”.
Per Iacovone, “occorre superare la fase delle iniziative eseguite in condizione di frammentazione per contrastare lo stato di necessità sempre crescente in ambito di salute mentale soprattutto da parte delle giovani generazioni, per operare con pratiche di sistema che veda la collaborazione tra i soggetti pubblici preposti, gli operatori della sfera e le organizzazioni di Terzo settore.”