Una donna su tre (31,5%) tra i 16 e i 70 anni ha subito violenza fisica (20,2%), violenza sessuale (21%), stupri e tentati stupri (5,4%). Nel 2015 i “femminicidi” sono stati 157 di cui il 57% all’interno della famiglia. Da questi dati allarmanti è partito l’incontro organizzato oggi a Potenza nel Palazzo del Consiglio Regionale dal Centro Antiviolenza della UIL Basilicata dal titolo “Con le donne contro la violenza”. Una giornata di dibattito e riflessioni, moderata dal giornalista e scrittore Fabio Amendolara, a più voci con interlocutori istituzionali – il Presidente del Consiglio Regionale, Piero Lacorazza, l’Assessore alla Cultura del Comune di Potenza, Annalisa Percoco, la Presidente della Commissione Pari Opportunità regionale, Angela Blasi e la Consigliera di parità regionale, Maria Anna Fanelli – e dirigenti della Uil.
Non è casuale – ha sottolineato la responsabile del Coordinamento femminile UIL Basilicata, Anna Carritiello – la scelta della Uil in occasione della “giornata contro la violenza di genere e il femminicidio”, di insediare il Coordinamento delle Pari Opportunità con l’obiettivo di realizzare un laboratorio di studi, analisi e proposte, avente come obiettivi la rimozione di ogni forma di discriminazione nei luoghi di lavoro e nella società civile, l’aumento della presenza femminile a tutti i livelli di rappresentanza.
A tal proposito la UIL intende promuovere un Protocollo di intesa con i Sindaci e le Giunte comunali che devono, col il sostegno della Commissione P.O. regionale, attivarsi e favorire attività di contrasto e prevenzione della violenza sulle donne, prevedendo: un punto di raccolta protetto delle segnalazioni sulle violenze femminili; un forte sostegno dei centri antiviolenza esistenti sul territorio (e laddove non esistessero, stabilire convenzioni con analoghe strutture limitrofe; la creazione di un tavolo regionale contro la violenza sulle donne e sui minori che preveda, fra i suoi componenti, il sindacato rappresentato dalla Responsabile regionale P.O.; l’adozione di uno strumento di rilevazione delle segnalazioni di violenza finalizzato al monitoraggio e alla prevenzione. Elemento, questo, da cui non si può prescindere; la promozione di un servizio di mediazione familiare nell’ambito degli attuali servizi di assistenza sociale e volontariato; la promozione di attività di sensibilizzazione e prevenzione nelle scuole del territorio attraverso l’inserimento nei piani di studio scolastici degli elementi della cultura di genere; la collaborazione continua con il sindacato e gli strumenti front office che gli sono propri – Patronato e Centri di ascolto mobbing&stalking – per la prevenzione della violenza sulle donne, nel lavoro come in ambito familiare.
Per la Responsabile Nazionale dei Centri Antiviolenza UIL, Alessandra Menelao, “soprattutto al Sud si scontano due forti limiti: il primo di carattere culturale legato alla difficoltà delle donne a denunciare la violenza specie nel contesto familiare e di assoluta carenza di strutture di protezione delle donne che hanno subito violenza. Sollecitiamo pertanto le Regioni a realizzare cabine di regia con il sindacato, il volontariato e l’associazionismo impegnato su questi temi a dare priorità a finanziamenti per Centri di accoglienza e per programmi mirati inoltre a politiche del lavoro a favore delle donne violentate. Le donne cercano maggiore aiuto presso gli sportelli, i centri specializzati e i centri antiviolenza (+2% rispetto al 2006). I dati ci dicono che, in Italia, per le donne vanno costruite politiche di contrasto alle violenze, concrete e non demagogiche, come il Piano straordinario contro la violenza vorrebbe. Ci auguriamo che venga attivato un confronto serio e puntuale su tale Piano, utile a rispondere ai bisogni delle donne che quotidianamente subiscono le violenze”.
Il segretario regionale della Uil Carmine Vaccaro ha detto che “non è certo con la Commissione Pari Opportunità o con il nuovo Statuto regionale che è possibile affrontare le complesse problematiche che riguardano il rapporto uomo-donna, l’ambiente affettivo in famiglia, pari condizioni ed opportunità professionali tra i due sessi. La Uil sta offrendo il suo contributo con iniziative ed azioni tra le quali il Centro Antiviolenza, al quale lavorano Canio D’Andrea, la psicologa Vania Labriola e l’Avvocato Matteo Restaino.
Nell’incontro i dirigenti della Uil hanno denunciato che nella legge di stabilità 2016, (all’articolo 1, comma 334), gli stanziamenti per le Pari Opportunità subiranno nel prossimo triennio un taglio di 2,8 milioni di euro l’anno. Circa 8 milioni di euro in meno per i prossimi tre anni – ha affermato Menelao – sono una cifra importante che peserà notevolmente sulle politiche future per le donne e per le famiglie. E questo non giova al Paese.
Questi stanziamenti vengono tagliati nell’ambito di una generale riduzione di quanto destinato nel prossimo triennio alla Presidenza del Consiglio, ma le pari opportunità sono in carico alla stessa e, dunque, è forte la convinzione che quando si tratta di opportunità per le donne, la materia sia opinabile e, per certi versi, sacrificabile qualora l’occasione l’imponga. Ed è proprio questo il nodo della questione reso più inestricabile dalla mancanza di un Ministero delle Pari Opportunità. Infatti, l’assenza di un apposito Ministero rende vana la naturale azione di mainstreaming che dovrebbe animare tutti i dicasteri del Governo e questo è sicuramente un danno perché – a parere della Uil – non si può parlare di occupazione, di accesso al lavoro, di previdenza, di sanità, di anziani e programmare contestualmente l’avanzamento sociale ed economico del Paese, se prima non si risolvono le disparità, tutte le forme di disparità .