Il medico materano Carmine Sinno, presidente dell’Associazione Medico Sportiva di Matera, in una nota esprime alcune considerazioni sulla crisi dell’atletica leggera nella città di Matera.
i campionati Italiani Cadetti in corso a Forlì in data odierna e domani per la prima volta, forse della storia dell’Atletica Leggera, la Basilicata non ha presentato neanche un atleta. Questa assenza ripropone all’attenzione degli appassionati il discorso sulla carenza che questa disciplina presenta e sulla conseguente necessità di fare qualcosa per uscire dalla situazione di stallo creatasi dalle ultime vicende giudiziarie e dalla immatura perdita per covid 19 dell’olimpionico Donato Sabia, presidente FIDAL Basilicata, seguite da commissariamenti che hanno relegato l’atletica nell’oblio.
Il blocco dell’attività determinata a febbraio dalla pandemia per covid 19 ha ulteriormente messo in evidenza alcune lacune che da anni rappresentano la costante negativa dell’atletica leggera lucana e in particolare dell’atletica materana. Poche squadre femminili, paurosa carenza di atleti nelle fasce juniores e seniores e da alcuni anni, al contrario degli anni scorsi, anche una drammatica diminuzione dei partecipanti alle categorie cadetti e allievi che in passato erano il serbatoio dell’atletica leggera. Capita da alcuni anni che le manifestazioni di cross e su pista si riducono ad ospitare pochi atleti e molto spesso le gare vedono la partecipazione di un solo atleta e spesso molte delle gare in programma su pista sono annullate per mancanza di iscritti.
C’è da chiedersi perché tutto questo? Certamente il discorso è indubbiamente complesso e bisogna affrontare le cause determinanti per risolvere questa situazione riproponendo al prossimo Comitato Regionale di affrontare un discorso globale sull’atletica cercando soprattutto soluzioni.
I principali motivi di questa rarefazione tra i nuovi praticanti va ricercata in diversi aspetti: nel fatto che rispetto al passato l’atletica leggera deve fare i conti con altre discipline sportive (calcio, basket, volley, nuoto, ciclismo e altre discipline emergenti) che più dell’atletica riescono ad interessare i giovani e i genitori catturandone la partecipazione. Nella disorganizzazione, rispetto ad altre province, dei giochi della gioventù e la scarso interesse degli insegnanti di scienze motorie per l’atletica a favore di altre attività sportive più remunerative.
La notevole carenza organizzativa delle poche società esistenti sul territorio, che spesso non dispongono dei mezzi finanziari necessari per assicurare agli atleti di partecipare a manifestazioni nazionali, e le inutili diatribe tra presidenti e tecnici finiscono per far perdere ai giovani l’entusiasmo e la volontà per proseguire in uno sport di per se difficile e pieno di sacrifici inoltre dopo i 18 anni si pone il problema della migrazione per motivi universitari o l’abbandono per scelte lavorative che non permettono di potere continuare l’atletica ad un livello elevato. Negli ultimi 20 anni non sono state affrontate politiche da parte del comitato regionale Fidal e delle società per far si che gli atleti potessero proseguire l’attività sportiva in sede.
Il fallimento del movimento amatoriale nato con l’intento di avvicinare i figli dei partecipanti all’atletica leggera e che invece ha visto aumentare l’agonismo esasperato di persone di una certa età che ha determinato una ulteriore disaggregazione dei partecipanti a discapito di una attività svolta per il piacere di praticare una attività utile per il benessere psicofisico.
Emerge chiaramente che le responsabilità sono di parecchi, della Federazione, dei dirigenti delle società sportive, dei pochi tecnici. Si tratta, una volta eletto il nuovo Comitato Regionale per il quadriennio 2021-2024, di trovare soluzioni per indirizzare i giovani verso lo svolgimento di attività insite nella natura dei ragazzi come correre, saltare, lanciare.
Le società devono comprendere che è necessario unire le forze per mettere su squadre competitive in luogo delle squadrette che si affrontano sui campi d’atletica. Si otterrebbero due risultati riunire le migliori forze atletiche e portare l’agonismo a livelli nazionali. Purtroppo negli ultimi due anni è successo, invece, che i migliori atleti delle categorie giovanili maschili e femminili pur allenandosi a Matera, sono stati tesserati per società della vicina Puglia determinando un ulteriore depauperamento delle esigue forze locali e allontanando possibili sponsor in mancanza di una evidente visualizzazione delle capacità locali; a ciò si aggiungano le limitazioni per l’utilizzo del campo scuola determinate dalla pandemia e a volte da scelte non molto comprensibili dell’Amministrazione Locale relative alla gestione degli impianti con chiusura degli stessi in periodi nei quali invece maggiore sarebbe l’utilizzo della struttura da parte dei ragazzi
In conclusione ritengo sia necessario che i presidenti e i tecnici delle società s’incontrino per elaborare nuove linee programmatiche in previsione delle elezioni del prossimo Comitato Regionale Fidal al fine di rilanciare l’atletica materana, che ha avuto in passato atleti che hanno vestito la maglia azzurra ( Aldo Buonsanti, Giuseppe Carlucci,Carmine Ambrico, Carmine Sinno, Giuseppe Maragno, Francesco Sinno, Paolo Giorgialongo, Angelo Dichio, Lidia Mongelli, Elisabetta Di Santo, Paolo Sabino, D. Pierro, ) o vinto titoli italiani ed evitare che quanto successo nella giornata di oggi e di domani a Forlì non si ripeta mai più.