Dopo aver smaltito la cocente delusione per il ritiro avvenuto la maratona femminile disputata domenica 5 agosto a Londra, l’atleta marocchina Soumiya Labani, che da oltre dieci anni è residente nella città dei Sassi ed è quindi considerata una materana d’adozione, ha deciso di raccontare alla stampa i motivi per i quali ha dovuto rinunciare “in corsa” al sogno di concludere la competizione che con tanti sacrifici aveva conquistato vincendo la maratona del suo Paese natio. Il suo allenatore, Nino Di Lecce, aveva provato a contattare telefonicamente e via mail Soumiya Labani ma il cellulare era spento e dal computer non arrivava nessuna risposta. Finalmente a distanza di una settimana ecco le dichiarazioni ufficiali di Soumiya Labani, con la quale chiede scusa anche per il ritardo con il quale si esprime per tracciare un bilancio della sua corsa terminata in anticipo, mentre correva il 32mo chilometro.
Riportiamo di seguito la dichiarazione che ha rilasciato Soumya Labani alla nostra redazione: “Sono partita per Londra il 22 luglio scorso: ero molto tranquilla e motivata per fare bene. Non dico per vincere ma di arrivare tra i primi quindici. In gare come queste naturalmente si accumula molto stress e c’è bisogno di molta concentrazione a differenza delle gare internazionali, perchè alle Olimpiadi c’è in gioco l’immagine e il simbolo del proprio Paese. Tutto questo aumenta la responsabilità e la volontà di raggiungere un risultato positivo. Naturalmente in queste occasioni bisogna avere anche la fortuna al tuo fianco ed è proprio questa che a me è mancata. A due giorni dalla gara stavo bene ed ero motivata, poi all’improvviso ho sentito febbre e ho preso un mal di gola. Ho cominciato a correre e sino al 21mo chilometro sono riuscita a restare nel gruppo di testa, poi al 32mo chilometro mi sono arresa. Puoi immaginare la rabbia e la tristezza per un atleta che ha preparato bene questa maratona e sopratutto quando ho visto in gara che il ritmo nella prima parte non era forte ma era alla mia portata ma nonostante questo non posso correre alla pari con loro. Ho cercato malgrado tutto di essere lì e magari di terminare comunque la gara ma la mia condizione di salute non me lo permetteva. Sono sincera, ho pianto molto perchèvolevo fare bene non per me ma per tutti quelli che mi sono stati vicini sempre negli momenti belli e meno belli. Ma quando ho pensato alla bella gente di Matera ho ritrovato il sorriso. Matera e i materani mi hanno dato tanto amore e per questo voglio ringraziarli. Sono orgogliosa di essere materana, di essere considerata una di voi. Matera per me non è la seconda ma la prima patria per me”. Soumiya ricorda che resterà a Londra con la Nazionale fino a lunedì 13 agosto.
Si chiude comunque bene una pagina di sport sfortunata per l’atleta che rappresentava sia Matera che il suo Marocco. Significative le parole con cui l’allenatore Nino Di Lecce aveva subito cercato di tranquillizzare l’atleta marocchina: “Hai partecipato alle Olimpiadi, questo è quello che conta.
Il ritiro è un incidente che può capitare sempre e a tutti, anche ai campioni”. Del resto l’importante alle Olimpiadi non è vincere, ma partecipare. E Soumiya Labani a Londra c’era. Nonostante la febbre e il mal di gola hanno spezzato a metà il sogno di poterla disputare sino alla fine per vivere sino alla fine un’emozione memorabile.
Michele Capolupo