Missione compiuta per i due “nabbi” materani. Con l’arrivo in piazza Duomo, nel cuore della civita della città dei Sassi, si è concluso il viaggio in bicicletta dei due materani Giuseppe Chieco e Andrea Bianchi, partiti l’1 agosto scorso da Torino, dove risiedono per motivi di lavoro per attraversare tutta l’Italia e ritornare a casa per le ferie estive in bicicletta.
Il trentenne Giuseppe Chieco e il trentunenne Andrea Bianchi hanno percorso circa 1200 chilometri in 12 giorni, due in più di quelli previsti inizialmente.
Un viaggio tra piccoli borghi, natura e campeggi, in sella ad una bici, che tutti hanno potuto seguire online su instagram sul profilo “Nabbi fanno sport”.
Giuseppe Chieco ricorda come è nata questa autentica impresa sportiva: “Abbiamo cominciato ad andare in bici sei mesi fa. Non eravamo allenati per questa sfida importante ma ci abbiamo provato. Anche il titolo del nostro profilo social “Nabbi fanno sport”, la dice tutta sullo spirito goliardico della nostra iniziativa”.
Imprevisti e curiosità di questo viaggio in bici memorabile? “Già nella prima giornata c’è stato qualche imprevisto perché all’altezza di Asti ci siamo ritrovati ad attraversare un piccolo fiume e con una bici da corsa non è stato facile attraversarlo. Ma in realtà nei giorni successivi è accaduto di tutto. Per quanto mi riguarda ho rotto quattro raggi alla mia bici e ovviamente sono riuscito a ripararla con l’aiuto del mio amico Andrea. Oggi per un errore del navigatore ci siamo ritrovati ad attraversare per 12 chilometri il bosco dell’Alta Murgia. Non è stato semplice anche il pernottamento perchè alcuni giorni non siamo riusciti a trovare un campeggio per dormire e di conseguenza abbiamo viaggiato anche di notte. Abbiamo viaggiato con tutte le condizioni atmosferiche, dalla grandine al caldo afoso. E’ stata una faticosa ma entusiasmante esperienza che consigliamo a tutti di fare almeno una volta nella vita”.
Come vi siete organizzati per il viaggio? “Abbiamo fissato solo le tappe sulla mappa. Abbiamo cucinato il cibo con il fornetto da campeggio mentre per dormire abbiamo sempre cercato un campeggio e quando non lo abbiamo trovato siamo stati costretti a proseguire il viaggio e a riposarci in posti di fortuna. Le bici erano ben equipaggiate, provviste anche di attrezzi per risolvere imprevisti vari, tra cui rotture di copertoni delle ruote e rotture di raggi. La scelta di arrivare in piazza Duomo non è casuale, abbiamo scelto questo luogo perchè un simbolo della storia della nostra città e arrivare in bici dopo 1200 chilometri ed ammirare i rioni Sassi dal belvedere adiacente la Cattedrale è sempre una grande emozione”.
Michele Capolupo