Luigi Lavorano, cittadino di Venosa, in una nota denuncia il tema della precarietà degli impianti sportivi in Basilicata. Di seguito i particolari.
Cari amici, non so a quanti di voi è capitato di vedere il Tg1 del 3 gennaio. È stato proposto un servizio sulle abitudini degli italiani per smaltire le grandi abbuffate delle festività natalizie.
Beh, indovinate in quale location hanno girato le immagini? In una piscina.
Questo però succede in Italia, nella nostra repubblica delle banane, la Basilicata, questo non succede perché le piscine sono chiuse.
Analizziamo un po’ la situazione nel nostro piccolo, il Vulture: oltre alle piscine di Venosa e Rionero, chiuse ormai da tempo, l’unica piscina funzionante è quella di Melfi, comunale, quindi pubblica, benché in gestione a 2 società sportive.
Bene, la piscina di Melfi è chiusa temporaneamente a causa dei lavori di effientamento energetico e delle festività natalizie. E’ stata riaperta il 2 gennaio scorso all’agonismo mentre il prossimo 7 gennaio sarà riaperta all’intera utenza.
Ma meglio non va se allarghiamo l’orizzonte: la piscina di Potenza è stata chiusa negli ultimi 3 giorni per un fantomatico guasto alle caldaie, il 30 dicembre l’attività è incominciata con 2 ore di ritardo perché l’assistente bagnanti non si è presentato al lavoro. E non vado oltre perché allontanarsi oltre, con la nostra rete viaria, sarebbero a dir poco problematico.
E gli atleti? Quelli che ancora resistono a questa assurda situazione e quelli, costretti alla emigrazione sportiva per emergere, che si vedono interrotta la preparazione per 15 giorni?
Perché continuiamo a meravigliarci dello spopolamento della nostra Regione se non riusciamo a garantire ai nostri giovani nemmeno impianti sportivi all’altezza e soprattutto aperti?! Parole sante quelle che il Presidente del CONI Malagò ebbe a dire tempo fa: l’Italia vince malgrado i nostri impianti sportivi. E se vale per l’Italia, figuriamoci per noi lucani…
Faccio un appello al Presidente Bardi ed al Presidente regionale del CONI, Desiderio: vigilate anche su queste cose, che non sono fattori secondari di buona vita per gli abitanti di questa Regione e riflettete: se i vari Acerenza, Palumbo e compagnia bella fossero rimasti in Basilicata, avrebbero vinto le medaglie olimpiche e mondiali che hanno conquistato con gli enormi sacrifici di una vita fuori di casa?
Buon anno sportivo a tutti.