Il tifoso dell’Olimpia Basket Matera, Michele Lisanti, autore delle pillole in versi che presentano le sfide della squadra cestistica biancoazzurra, traccia un bilancio della stagione disputata dalla formazione materana e esprime profonda delusione dopo la prestazione offerta dal roster di Miriello nella prima sfida play-off a Palestrina.
Ci troviamo dinanzi al punto più buio della nostra storia cestistica, ma non solo in termini di risultati quanto per la dignità. Perché nella vita si può vincere o perdere ma sempre con onore. La sconfitta di ieri, l’ennesima sconfitta di misura (grossa ovviamente), è l’immagine di una squadra, o meglio di giocatori che non sono mai diventati squadra, che non ha mai mostrato attaccamento alla maglia, ai nostri colori, alla nostra città. Sono giunti a Matera in veste di campioni, gli addetti ai lavori ci consideravano tra le pretendenti alla promozione, ma il risultato parla di tutt’altro; a parte i sogni promozione svaniti già nel girone di andata, non si può neanche parlare di campioni, perché campione lo si è innanzitutto fuori dal campo. Perdere in questa maniera la prima partita dei playoff è sinonimo di vergogna, le gare dei playoff si disputano col sangue agli occhi, fino all’ultimo canestro, sperando che l’ultimo secondo non arrivi mai, cercando di esultare al suono della sirena. Ma questi “signori” li hanno mai disputati qualche volta i playoff? Con le rare eccezioni, qui ci troviamo di fronte a gente che oggi, primo maggio, dovrebbe chiedere pubblicamente scusa per non aver lavorato alla causa Olimpia, per aver fatto i furbetti, per aver mancato platealmente di rispetto al coach, per aver deluso i tifosi e per non aver saputo sfruttare il privilegio della loro professione. Pensassero se tutti i lavoratori cosiddetti normali si fossero comportati come loro. Abbiamo toccato il fondo in modo assoluto, perché presi in giro di nuovo da persone che non meriterebbero nemmeno di assistere ad una partita sui nostri spalti, sugli spalti del nostro PalaSassi, figuriamoci a giocarla. Qualcuno potrà pensare che io stia già tirando le conclusioni senza aspettare l’esito di gara 2. Non ce n’è bisogno, la farsa di impegnarsi solo, e neanche tanto spesso in verità, tra le mura amiche è stata scoperta, perciò potranno anche vincere gara 2 ma ciò non toglie che siano stati ancora una volta poco dignitosi in terra laziale, non approfittando della grossa occasione per riscattarsi.
Detto ciò, mi rivolgo alla Società, che ha sempre manifestato voglia di grandi traguardi in passato (come le dichiarazioni di andare in serie A per il 2019), consigliando dal mio piccolo di affidarsi a gente seria, professionisti del settore che abbiano qualità morali oltre che tecniche, in quanto di figurine quest’anno in particolare, ma anche nel recente passato, ne abbiamo collezionate abbastanza.
Per questo motivo, in occasione della festività del 1° maggio, non resta che augurare buon lavoro ai nostri dirigenti, perché ci sarà da lavorare sodo per non imbattersi, nel prossimo futuro, in altri “Vitelloni” alla Alberto Sordi che nella celebre scena dell’omonimo film fa la pernacchia ai veri lavoratori il cui stipendio se lo devono sudare!
Michele Lisanti
Credo che Michele abbia interpretato con autenticità i sentimenti di tanti tifosi che frequentano il palasassi. Per fare una squadra bisogna avere a disposizione sei veri professionisti, gente che non si tira mai indietro. E questo non solo nello sport, ma in ogni campo della propria vita.