Claudia Di Dio, preparatrice dei portieri dell’Ita Salandra si racconta in questa intervista che pubblichiamo di seguito per i lettori di SassiLive.
Claudia, questa nuova esperienza da coach dopo tanti anni a difendere porte di compagini pugliesi, motivazioni di questa scelta? Considerato che sei ancora molto giovane e che potevi dare ancora tanto da giocatrice.
“La scelta che ho maturato quest’estate, in effetti, ha lasciato molti di sorpresa. Ma è stato il frutto di una serie di scelte personali che ho dovuto compiere: sono giornalista nella redazione del quoti-diano “Il Mattino di Foggia”, il lavoro che ho sempre sognato di fare e che mi assorbe gran parte della giornata. Non ho orari fissi, perciò ritagliare il tempo necessario per avere una preparazione atletica e tecnica da calcettista a buoni livelli, era diventato impossibile. Ho pensato di lasciare il calcio a 5, ma non ce l’ho fatta. Avevo bisogno anche di nuovi stimoli sportivi, di avere una pro-spettiva di crescita e di sfida. Volevo rimettermi in gioco a quegli alti livelli che il calcio a 5 gioca-to non mi permetteva di raggiungere, così non ho tentennato un attimo quando ho ricevuto la pro-posta dall’Ita Salandra.”
Tanti chilometri, una società lontana dalla tua regione e dalla tua Foggia. Perché l’Ita e non altre società vicine o almeno limitrofe alla tua residenza.
“Perchè con l’Ita è stato amore a prima vista e non ho avuto necessità di scegliere. Mister Sergia-no, infatti, già dal primo incontro aveva deciso di scommettere sul mio esordio come preparatore. E la sua fiducia nei miei confronti, ha convinto subito anche me a fare il grande passo e non ho a-vuto necessità di cercare altro. Devo aggiungere anche che la mia scelta ha spiazzato tutti, che prospettavano per me un ulteriore anno tra i pali. Diciamo che la distanza c’è, ma non si fa sentire: all’Ita ho trovato un ambiente carico di fiducia e aspettative nei miei confronti, e non avrei potuto chiedere di meglio alla prima esperienza”.
Lavori in collaborazione con un mister donna, un tandem tutto femminile all’Ita, con mister Sergiano che esperienza tecnica vivi e sopratutto che intesa hai trovato come prima panchina della tua vita sportiva?
“L’intesa con mister Sergiano direi che è perfetta: ci confrontiamo molto sul calcio a 5, all’interno del nostro ambiente Ita, ma anche in generale. Decidiamo insieme la strada da seguire, poi ho tutta l’autonomia di cui necessito per svolgere al meglio il mio lavoro. Stiamo lavorando insieme con tut-to lo staff tecnico per regalarci una grande stagione, come prima panchina non avrei davvero potu-to immaginare esordio migliore”.
Prima Gelsomino e Di Biase adesso Di Biase n. 1 e una giovane e promettente Fiordiriso. An-che i portieri protagonisti di movimenti di mercato nonostante siano ancora un numero limi-tato nel femminile.
“Il movimento femminile sta indubbiamente crescendo, anche se il numero maggiore di squadre presenti in questo secondo anno di serie A non ha dei risvolti tutti al positivo. Il panorama dei por-tieri che offre il nostro campionato, comunque, è vasto, e non esistono più portieri lasciati in porta soli al loro destino. Ho visto una crescita anche nel nostro ruolo, spero che tutte le società capisca-no dell’importanza di avere una preparazione specifica in un ruolo fondamentale nel futsal, contri-buendo alla crescita generale del movimento”.
Di Biase e’ una delle più giovani giocatrici di ruolo in questo campionato, eppure difende la porta da titolare di una delle magnifiche 8 d’Italia. Chi è Di Biase portiere a tuo parere?
“Angelica Di Biase è una scommessa. Anzi, direi senza possibilità di smentita, che la nostra espe-rienza insieme quest’anno sia una scommessa. Non è stato facile per Angelica essere catapultata da un’esperienza regionale in Basilicata, seppur quasi decennale, alla preparazione ad una competi-zione nazionale come la Final Eight. Ma ha dimostrato di avere le doti giuste, di avere la necessa-ria costanza, spirito di applicazione e voglia di mettersi in gioco. Abbiamo intrapreso un percorso insieme a settembre, e stiamo continuando a crescere giorno dopo giorno. Il feeling è quello giusto, il lavoro anche. Non abbiamo limiti, solo l’aspirazione a tirare fuori il massimo da questa stagione sportiva”.
Prossima sfida il fortissimo Real Statte, capolista di girone e vecchia tua conoscenza pugliese. Che partita sarà secondo il tuo punto di vista? Sopratutto guardandolo con occhi da portie-re…
“Il Real Statte è una squadra che non ha bisogno di presentazioni. Giocheremo in un palazzetto caldissimo e sarà una partita dalle mille insidie e dalle troppe variabili per poter azzardare un pronostico. Ricordo le partite contro il Real come alcune tra le più belle emozioni del mio calcio a 5 giocato, quelle partite in cui dovevi dare il massimo per non uscire con le ossa a pezzi. Ora, i tempi sono sicuramente cambiati da allora: noi troveremo in campo alcune tra le giocatrici più for-ti d’Italia, e dovremo essere pronte a tutto”.
Prossimo Impegno in Coppa Italia, al tuo primo anno da tecnico subito una piazza d’onore e sopratutto una bella vetrina per il tuo lavoro, immaginavi tanti risultati subito?
“Non li immaginavo, ma ci speravo. Mi sono lanciata in questa esperienza con quel pizzico di inco-scienza che non mi ha fatto pensare a quello che avrei potuto trovare sulla mia strada. Aver rag-giunto le Final Eight al primo anno di panchina è sicuramente una soddisfazione importante, che testimonia la bontà della scelta che ho intrapreso quest’estate. Sarà un’esperienza importante quel-la che vivremo a Pescara il prossimo mese, una delle più belle dei miei dieci anni nel calcio a 5, e, anche se resta un pizzico di rimpianto per non aver mai potuto calcare palcoscenici così da calcet-tista, mi gratifica di tutti gli sforzi di quest’anno. Oltre ad essere una soddisfazione grande per me e per tutti quelli che hanno creduto in me, volendomi qui a Salandra”.
Un in bocca al lupo per la tua giovane carriera e speriamo di vederti arrivare lontano nel tuo ruolo, cosa auguri alla nuova Claudia Di Dio?
“Auguro di conservare sempre gli stessi stimoli, la voglia e la passione che mi porta oggi a viag-giare per tanti kilometri in nome del calcio a 5. E di non sentirsi mai arrivata, di aver sempre vo-glia di imparare da tutto e da tutti. La strada è lunga e sono un tecnico molto giovane in un am-biente, a volte, difficile. Non pongo limiti al futuro, l’importante è farsi trovare pronti”.