Lo scorso anno il direttore di SassiLive Michele Capolupo riceveva una telefonata da un giornalista milanese che chiedeva i contatti dei familiari per occuparsi nuovamente della malattia che aveva colpito l’ex calciatore Franco Tafuni. Grazie alla cortesia di Carlo, uno dei figli di Franco Tafuni, è stata la moglie Anna a rispondere cortesemente alle domande del collega. Franco Tafuni da domenica 31 agosto è volato in cielo. I funerali sono previsti martedì 1° settembre ad Altamura, sua città natale.
Da sempre legato al mondo del calcio Franco Tafuni è nato ad Altamura il 3 ottobre del 1954. Quarto di dieci figli, a soli undici anni era già al lavoro come garzone nella latteria Dicecca in piazza Matteotti. La sua vita era tutta bottega e piazza Castello, dove tirava calci al pallone. A quattordici anni Tafuni esordisce nella “Fortitudo” una squadra giovanile locale; l’anno successivo si ritrova nell’Avis Edisport Altamura. Poi arriva a Matera e nella città dei Sassi si ferma per quattro stagioni. Successivamente gioca con Bitonto, Altamura, Carovigno, Bernalda, Canosa, Ostuni e Noicattaro. Dopo aver appeso le scarpette al chiodo nel 1982 diventa il presidente-giocatore dell’Altamura, che si salva nel campionato di prima categoria al termine della stagione. Poi Tafuni entra nella storia del calcio altamurano conquistando la Coppa Italia nella finale di Senigallia contro il Leffe (gara diretta da un giovanissimo Collina) e quindi diventa l’eroe della cittadina murgiana quando conquista proprio a spese del Matera la serie C2 nel campionato 88-89. La sua carriera nel mondo del calcio è proseguita come presidente e direttore sportivo ad Altamura dal 1984 al 1992 e poi a Matera, con Scalera presidente. Nella città dei Sassi regala agli sportivi materani anche la serie C1 grazie ad un ripescaggio: è il 31 luglio del 1993, i biancaozzurri si ritrovano nel terzo campionato nazionale dopo aver rischiato qualche settimana prima la radiazione dai campionati professionistici. E’ proprio a Matera che Franco Tafuni viene ribattezzato l’uomo tigre. Uomo di grande umanità, Franco Tafuni resterà per sempre nel cuore degli sportivi, con i suoi pregi e i suoi difetti. Perchè lui era fatto così: generoso con chi aveva bisogno, burbero con i potenti, perchè nel calcio solo chi ci sapeva fare riusciva a restare a galla. A Matera aveva praticamente spaccato in due la piazza calcistica. C’era chi lo amava e chi lo criticava. Adesso, ne siamo certi, tutti coloro che hanno conosciuto Franco Tafuni, pregheranno per lui.
Franco Tafuni da giovane era un difensore che nel fisico ricordava il terzino tedesco Hans Peter Briegel (uno scudetto storico con il Verona per lui) e che in campo ci metteva tanta grinta, alla Gattuso per intenderci. Se Matera ha ospitato una gara della Nazionale Under 21 (Matera-Ucraina valida per la qualificazione all’Europeo di categoria) il merito è stato di Franco Tafuni, che in Lega conosceva praticamente tutti e da juventino doc era diventato molto amico del grande presidente Giampiero Boniperti e di sua Maestà Michel Platini. Franco Tafuni era un dirigente particolare. Personalmente ricordo un’intervista televisiva che mi concesse in occasione di una partita di serie C2 del Matera nel campionato 96-97. La squadra biancoazzurra era in difficoltà nelle prime giornate e si sperava in un ritorno sul mercato a novembre. La domanda sul possibile colpo di mercato fu rivolta dal sottoscritto a Franco Tafuni in sala stampa. Lui allargò le braccia ed esclamò. “Abbiamo preso Del Piero…richiamando ancora una volta la sua fede juventina”. Aveva sempre la battuta pronta, Francuccio, come lo chiamavano gli amici. La vita di Franco Tafuni è cambiata quando sulla sua strada si è affacciata la SLA, una terribile malattia che ha riportato Franco all’attenzione anche dei media nazionali. Tutti ricordano un servizio a Dribbling ma il caso di Franco Tafuno è stato affrontato anche dalla carta stampata. Lo scorso anno Altamura, la sua città natale, ha dedicato a Franco Tafuni una gara di solidarietà intitolata “Una vita per il calcio”, di cui riportiamo il tabellino per ricordare i giocatori che hanno partecipato a questa iniziativa e in alto il video inserito su you tube dal giornalista di Telenorba Antonio Procacci e relativo alla giornata di solidarietà.
Sabato 28 giugno dalle ore 18 allo stadio D’Angelo di Altamura le vecchie glorie della squadra di casa sfidano gli ex calciatori del Bari per raccogliere fondi a favore di Franco Tafuni, un uomo che ha vissuto per il calcio e che da circa nove anni è affetto da sclerosi laterale amiotrofica.
Franco Tafuni, una vita per il calcio tra Altamura, la sua città e Matera, squadra con la quale ha esordito in serie C a soli sedici anni. A Matera è ritornato a metà degli anni 90 come presidente e grazie a lui la città dei Sassi ha ospitato anche una partita della Nazionale U21 guidata da Maldini contro l’Ucraina. Da circa otto anni Tafuni è costretto a fare i conti con una terribile malattia, la sclerosi laterale amiotrofica. Vive solo grazie all’ausilio di un respiratore artificiale, ha perso l’uso della parola e a stento muove le braccia.
La città di Altamura ha deciso di organizzare per sabato 28 giugno una gara di beneficenza a favore di Franco Tafuni. A partire dalle ore 18 allo stadio D’Angelo di Altamura si affronteranno le vecchie glorie dell’Altamura e gli ex giocatori del Bari. La gara sarà presentata dai giornalisti Mimmo De Gregorio di Telenorba e Nicola Lavacca della Gazzetta dello sport.
TABELLINO UNA VITA PER IL CALCIO
U.S. Altamura 88/89: Abbrescia S., Cornacchia, Cianciotta, Caputo, Innella, Tataranni,Chimenti, Loiacono, Popolizio, Di Benedetto, Quattromini, Tafuni N., Tafuni V. All. Di Benedetto
Rapp. Pro Tafuni: Abbrescia N., Guastella, Frappampina, Sciannimanico, Tafuni C., Dell’Oglio, Cassano, Caputo Piero, Rebesco, Tafuni L., Esposito, Saponini, Ventricelli. All. Di Benedetto
Arbitro Martinucci assistenti Carone e Limone
Rete: al 12’s.t. Di Benedetto
Ospiti annunciati: Matarrese (presidente Bari), Tisci, Paparesta G., Paparesta R., Ranieri, Selvaggi, Lattarulo, De Canio, Legrottaglie, Chiacchio, Moramarco, Orlando, Chimenti, Di Benedetto, Piacenza.
LA STORIA DI FRANCO TAFUNI
Aveva un fisico bestiale. Era una forza della natura. Lo chiamavano Gigi Riva, anche se era un mediano di spinta, ma aveva il gol facile e i muscoli, il fiato e la potenza – l’ accostamento non è una forzatura – del mediano azzurro Mario Bertini (Messico ‘ 70). Certo, il suo nome è molto più modestamente Franco Tafuni, nelle enciclopedie del calcio si deve faticare per trovarlo, ma se non è arrivato nell’ Olimpo del pallone è stato soltanto perché era un ragazzo persino più «marginale» di Vito Chimenti, suo coetaneo e compagno di squadra negli anni Settanta, che invece riuscì ad arrivare in serie A. Franco Tafuni era intemperante con gli allenatori, ruvido negli scherzi ai compagni, pronto al duello con qualsiasi avversario. Per questo, già a vent’ anni, dovette scordarsi la serie A prima ancora di poterla sfiorare. Ma il cuore di Franco Tafuni, detto Francuccio a dispetto della sua possanza fisica, era un cuore grande. E dev’ esserlo ancora, perché come lui stesso dice, senza più la voce, ma solo con le labbra, «è grazie al mio cuore se sono ancora vivo e combatto contro questa maledetta malattia». Generoso, pronto a prenderle e darle anche per conto terzi nei campi di serie C e D più difficili, Franco Tafuni ha continuato a fare l’ intonachista anche quando il calcio è diventato il suo primo lavoro. Lavorava e giocava, giocava e lavorava. Il fisico bestiale, certo. Ma anche medici e allenatori che non hanno avuto scrupoli a impossessarsi di quel treno che già Franco Tafuni era e a farlo marciare al massimo e oltre il massimo con pillole colorate e flebo prima di ogni gara. A scoprire Tafuni fu Franco Dibenedetto (vincitore del Seminatore d’ oro nel 1978-79, prima e unica stagione in serie B del Matera), che nel ‘ 74 lo volle proprio a Matera, dove lo fece subito esordire in Coppa Italia e nel campionato di C. Ma Dibenedetto, nel ‘ 74, era ancora allenatore in seconda e potè far poco per impedire che Franco Tafuni venisse dirottato in D, al Bitonto, per aver quasi accoppato il titolare della panchina, mister Veneranda. E tuttavia, non la «testa», né gli zeri in condotta avrebbero cambiato la vita di Franco Tafuni. I guai veri di Francuccio sarebbero stati altri. «I guai cominciarono a Matera, dove il medico ci dava pillolette rosse, di Micoren credo, e altre di cui non so nemmeno il nome – racconta Tafuni, affidandosi al solo ‘ ‘ labiale’ ‘ e con l’ aiuto della moglie Anna -. Dopo Matera, ci furono gli anni di Bitonto e di Canosa, in serie D. Lì, oltre alle pillole, le flebo il giorno prima di ogni gara erano la regola. Ma ci dicevano che erano vitamine, per vincere la stanchezza. Che potevo saperne io? Finivo di lavorare, dovevo allenarmi e giocare, e sentirmi meno stanco non mi dispiaceva». Dopo tutto, Francuccio si sentiva bene come sempre, «un leone, anche quando ho chiuso la carriera ad Altamura, da presidente-giocatore, nel 1988, con la promozione in C2». Anni in cui le cose andavano ancora bene e Tafuni passava dal calcio giocato alla tv, come uno degli indimenticabili acrobati della lingua italiana in «Mai dire gol», accanto a Trapattoni, uno dei suoi miti, al pari di Boniperti, Platini, Boniek, Tardelli, Paolo Rossi, nel frattempo diventati suoi amici. Andava a trovarli periodicamente a Villar Perosa, con le burratine di Andria e Gioia del Colle, e finì per conoscere anche l’ Avvocato Agnelli e Luca di Montezemolo. Di Antonio Matarrese, poi, presidente della Figc, aveva quasi un culto, poiché l’ aveva aiutato a muoversi da presidente tra i presidenti. Prima dell’ Altamura e poi, sempre in C, del Matera. Un padre-padrone, Franco Tafuni, che una volta cacciò l’ allenatore, Franco Selvaggi (ex campione del mondo di Spagna ‘ 82), che non ritenne di far svolgere una doppia seduta di allenamento ai giocatori nel giorno di Natale. «Ma sono stato sempre un presidente che ai suoi calciatori non ha mai fatto prendere niente» sillaba Tafuni, che ha anche due figli che giocano a calcio in Interregionale ed è terrorizzato dall’ idea che possano essere vittime come lui di «aiuti» misteriosi. Anna, sua moglie, è la sua infermiera, ma anche la persona che conosce meglio di tutti cos’ è la sclerosi laterale amiotrofica, al punto da parlarne direttamente con i medici, quelli dell’ ospedale San Raffaele di Milano e anche quelli di Londra con cui è riuscita stabilire un contatto e che interroga sulle cellule staminali. «Credo che questa sia l’ unica speranza – dice Anna Tafuni – ho scritto anche a diversi programmi tv per poterne parlare a tutti e ottenere qualche risposta. Sto aspettando». Il pudore ha impedito a Francuccio di far sapere ai suoi amici, anche quelli importanti, come lo ha ridotto il calcio degli apprendisti stregoni. Ma, adesso che sta cercando di vincere la sua partita più difficile, ricevere gli auguri di buon anno non dispiacerebbe nemmeno a lui, il burbero, l’ irascibile, l’ incorreggibile, generoso Franco Tafuni.
Articolo di Carlo Vulpio (Corriere della Sera del 2 gennaio 2005)
Il primo contropiede sul Matera, relativo alla prima uscita ufficiale in occasione della gara di Coppa vinta per 2-0 contro il Sant’Antonio Abate passa naturalmente in secondo piano per via del lutto che ha colpito anche il calcio materano. La notizia della morte di Tafuni è stata diffusa dal vicepresidente Perniola durante l’intervallo del match. Una gara dominata nei primi quindici minuti da un Matera pronto a fare un sol boccone del Sant’Antonio, la squadra che aveva fatto saltare solamente sei mesi prima la panchina di Foglia Manzillo. Il mercato estivo ha cambiato però la fisionomia delle due formazioni e sin dalle prime battute la nuova formazione costruita con i consigli di Pino Giusto potrà sicuramente ben figurare, sopratutto se arriveranno altri uomini di esperienza. Indisponibile Cusimano, l’allenatore biancoazzurro ha schierato la formazione prevista alla vigilia, con Cotttet in porta, difesa a quattro composta dai centrali Bartoli e Catalano e dagli esterni under Scudieri e Carità. A centrocampo Carretta e Campo pronti a scattare sulle fasce per sostenere gli attaccanti Genchi e Albano. Un Matera che ha schiacciato subito il modesto Sant’Antonio ma la rete che ha sbloccato il match è arrivata grazie al tocco magico di Genchi, il giocatore che è mancato nella scorsa stagione. Fisico straordinario e tecnica di categoria nettamente superiore, il giocatore che ha brillato già lo scorso anno con Giusto a Chieti, è già il nuovo beniamino della tifoseria materana. Da cineteca il colpo al volo sul cross telecomandato di Campo e da manuale la punizione che ha beffato Della Pietra…praticamente “pietrificato” nell’occasione. Genchi ha confermato le qualità espresse già nel memorial Salerno ma nella prima gara ufficiale si è distinto nella prima parte anche il leader del centrocampo Mazzoleni. Un giocatore così era atteso a Matera da almeno quindici anni (dopo D’ermilio c’è stato il vuoto assoluto in quel ruolo). Esame importante nella prima gara ufficiale anche per i cinque under schierati dal primo minuto. Sul portiere Cottet possiamo dire che tra i pali è una sicurezza mentre nelle uscite deve ancora migliorare. Sul rigore è diventato poi croce e delizia commettendo un fallo ingenuo dopo aver abbandonato la porta per poi riscattarsi con la respinta su Sekkum. Carità benino sulla sinistra mentre Scudieri ha fatto valere sopratutto il suo fisico per esprimersi al meglio come esterno destro basso. A centrocampo Leta non ha dovuto faticare molto per rincorrere gli avversari mentre l’esterno alto Carretta pur dimostrando grande volontà non ha ancora espresso il meglio le sue qualità. A sinistra si è mosso bene Campo, autore anche dell’assist che ha cambiato la partita mentre Albano ha preso tante botte dagli avversari, segno evidente che il materano sarà sempre marcato duro dai suoi “angeli custodi”. Ma adesso che ha trovato in Genchi il partner ideale per attaccare gli spazi là davanti vedrete che Albano sarà molto utile al gioco che piace a Pino Giusto. Un Matera che parte con il piede giusto, raggiunge i trentaduesimi di Coppa Italia e sogna un cammino positivo anche nella manifestazione tricolore. Intanto domenica arriverà la Turris ma mister Giusto non potrà schierare lo squalificato Mazzoleni. Assenza pesante e per questo a breve sarà annunciato dalla società l’arrivo di un altro calciatore. Niente da fare invece per il materano Pasquale Moliterni. In prova da lunedì scorso il trequartista della scuderia-Rebesco non rientra evidentemente nel progetto tattico di Pino Giusto.
Il direttore tecnico Gino Carrera anticipa al collega Carlo Abbtatino la mossa di mercato che rafforzerà a breve la rosa a disposizione del tecnico barese: “L’acquisto sarà ufficiale quando arriverà il comunicato stampa della società. Al momento c’è massimo riserbo sul giocatore che abbiamo contattato”. Carrera ritorna anche sulla partita di Coppa Italia contro il Sant’Antonio Abate: “ La gara è stata molto bella e la squadra ha dimostrato un’autonomia di gioco vicina agli ottanta minuti. La vittoria è arrivata con due gol stupendi, sopratutto il primo perchè frutto di un’azione tutta in velocità. Il gol è frutto di schemi che il mister spiega nel corso della settimana ai giocatori. Il tecnico vuole una squadra aggressiva e in alcuni momenti è stata brillante. La nota positiva arriva a mio parere da Carità, che si è ritrovato in pochi mesi è passato dalla promozione alla serie D. Adesso speriamo di fare ancora meglio contro la Turris nella prima di campionato. Ci servono subito i tre punti e siamo fiduciosi”.
Nel primo Contropiede ricordiamo con piacere anche il primo sigillo di Tonio Chisena, che in estate ha rinunciato alle vacanze per curare la pubalgia nel centro specializzato di Cesenatico e nella prima gara giocata con il Francavilla a Pisticci per la Coppa Italia ha messo ha segno la rete del momentaneo vantaggio. Chisena ha segnato anche su rigore ma la sua rete non è bastata per vincere la lotteria dal dischetto e passare il turno. In ogni caso il fantasista materano si è confezionato in anticipo il regalo per il suo trentesimo compleanno che festeggia martedì 1° settembre (auguri di cuore dal direttore di SassiLive Michele Capolupo) e ha dimostrato di essere tornato quel giocatore brillante che per due anni ha deliziato il Fittipaldi di Francavilla sul Sinni e che solo per guai fisici non previsti non è stato protagonista nella squadra della sua città.
Pagina a cura di Michele Capolupo.
Nella foto di Sandro Veglia (fcmatera.it) il Matera che ha battuto il Sant’Antonio nel primo turno di Coppa Italia.
Un grazie sincero a FRANCO TAFUNI che nel bene e nel male ci ha fatto vedere la C/1 e la nazionale under21 a Matera,ricordo ancora come rasava l’erbetta dello stadio seduto su un trattore,era un tuttofare umile e lavoratore GRAZIE ANCORA FRANCO TAFUNI R.I.P.
Grande Franguccio, una forza della natura, bella anche la ricostruzione
R.I.P