E’ tornato d’attualità nelle ultime settimane a Matera il tema dello stadio XXI Settembre-Franco Salerno. Riqualificare la struttura esistente o delocalizzare lo stadio in un’area non ancora definita per inserire al suo posto il cosiddetto “Parco del campo?” L’Amministrazione Bennardi non ha ancora le idee molto chiare su come spendere i 12 milioni di euro disponibili ma in ogni caso nella giornata di martedì 15 marzo ha discusso con la società Sportium Milano una proposta di project financing per la riqualificazione dello stadio XXI Settembre-Franco Salerno, che prevede la possibilità di realizzare un parcheggio sotterraneo e dei servizi.
Un progetto di riqualificazione in realtà è stato già realizzato 20 anni fa dall’architetto materano Mattia Antonio Acito, che ha inviato alla nostra redazione un contributo al dibattito per la riqualificazione dello stadio XXI Settembre-Franco Salerno, arricchito da ad un estratto dei documenti presentati in passato ai sindaci che hanno guidato la città negli ultimi anni, Porcari, Adduce e De Ruggieri.
Michele Capolupo
Di seguito il testo integrale e la fotogallery dei documenti
Ritorna in questi giorni di attualità il tema Stadio XXI Settembre Franco Salerno.
Ritorna perché il Comune di Matera è titolare di un finanziamento di oltre 12 milioni di euro dal titolo Parco dello Stadio.
Il Sindaco ha meglio chiarito che si tratta di “rigenerare” l’area lasciando lo stadio, migliorarne la fruibilità ed i servizi, in una logica di integrazione con la città ed il quartiere di Piccianello.
Il tema dello stadio urbano è un argomento che appassiona non solo i tifosi ma, come è giusto che sia, chi studia l’urbanistica, l’economia, la sociologia. L’approccio al tema deve essere infatti pluridisciplinare perché tocca il grande tema che metteremo sotto il titolo ‘Sport e società’.
Le città che hanno rigenerato stadi urbani ne hanno tratto indubbi benefici sia sociali che economici. Matera ha oggi questa opportunità e deve impegnarsi a sfruttarla al meglio ottimizzando ciò che ha (in termini di patrimonio materiale ed immateriale) e ciò che potrebbe ottenere indirizzando le risorse disponibili verso eventuali investimenti aggiuntivi privati.
La città di Matera ha un titolo sportivo storico in dote, ha un titolo di Capitale Europea della Cultura, è sito Unesco, ha un patrimonio storico ambientale riconosciuto nel mondo e può certamente ambire ad assumere un ruolo protagonista anche nella riconoscibilità di ospitare uno Stadio rigenerato con criterio di sostenibilità sia sociale (sport per tutti, accessibilità garantita anche alla pratica sportiva delle persone con disabilità) che energetica puntando a generare con opportuni sistemi di produzione il fabbisogno di energia richiesto.
Fra i beni immateriali si possono certamente comprendere anche le intelligenze professionali nei vari campi esistenti nel territorio.
Lo slogan “Matera si progetta” può essere un ombrello sotto cui la città riprende con orgoglio il suo protagonismo, cercando di sviluppare un originale e nuovo modello di progettazione partecipata, non facile da mettere in pratica ma entusiasmante da provare.
Architetto Mattia Antonio Acito
Tribuna ancora scoperta, che diamine siamo nel 2022, se si vogliano tifosi al campo bisogna garantire tutte i comfort che le tecnologie attuali permettono. Non è concepibile assistere ad eventi sportivi sotto le intemperie, sole o pioggia che sia. Frequento lo stadio da 50 anni e ho preso valanghe si acqua, sole e freddo che mi chiedo come abbia fatto. Secondo il mio modestissimo parere lo stadio va ricostruito ex novo con il campo parallelo a tutta l’aria disponibile in modo da avere spazio ottimale per le tribune che devono necessariamente essere tutte coperte, tutti gli stadi di recente costruzione lo sono. Potrei anche sbagliarmi in merito ma questo è il parere di un tifoso che per 50 anni ha frequentato il glorioso XXI Settembre Franco Salerno tra grandi gioie e grandi dolori (calcisticamente parlando). Il mio grande sogno e riuscire a vedere uno stadio nuovo, moderno e confortevole che sia il vanto di questa nostra bella città. Basta con progetti belli a metà.