E’ in edicola e in libreria la storia e le foto del Grande Matera. Si chiama “Con il Matera nel cuore” il primo libro che ripercorre la storia del glorioso FBC Matera, dal 1964 al 1987 e che riuscì a conquistare la storica promozione in serie B nel giugno 1979 grazie alla tenacia del compianto presidente Franco Salerno. A pubblicare “Con il Matera nel cuore” è il giornalista Stefano Mele, già redattore sportivo della Gazzetta del Mezzogiorno. In attesa della presentazione ufficiale della pubblicazione di un libro destinato a riscuotere un grande successo ricordiamo che “Con il Matera nel cuore” si può acquistare presso libreria Mondadori in via del Corso, nella libreria “Dell’Arco” in via Ridola, nella libreria Di Giulio in via Dante, nell’edicola Capolupo in via Ridola, nell’edicola Scarciolla presso lo stadio XXI Settembre-Franco Salerno, nell’edicola Lamacchia in piazza Vittorio Veneto e nell’edicola Taratufolo in via Dante. Il libro “Con il Matera nel cuore” è stato dato alle stampe di Antezza Tipografi. Il prezzo di vendita è di 14 euro.
Di seguito l’intervista all’autore Stefano Mele e la relativa fotogallery (foto www.sassilive.it)
Quando è nata l’idea di realizzare questo libro sul Matera? “Dopo aver terminato la mia esperienza di circa 40 anni alla Gazzetta del Mezzogiorno ho sempre pensato di racchiudere la storia del Matera di Salerno in un libro e quando le mie figlie mi hanno regalato una macchina fotografica digitale sono andato in biblioteca e attraverso le cronache del mio giornale sono riuscito a ricostruire i 23 campionati disputati dalla squadra del mio cuore. Il libro si divide in due parti, la prima è dedicata agli aneddoti, la seconda è di pura cronaca mentre nelle ultime pagine ci sono presenze e reti segnate da tutti i giocatori che hanno vestito la maglia del Matera.
A chi ha dedicato questo libro? “Il libro è un omaggio a Franco Salerno, il presidentissimo del calcio materano e alla città di Matera. Non credo che in Italia ci sia stato un altro presidente capace di guidare una squadra per 25 anni. La storia del Foot Ball Club Matera, denominazione frutto di un errore del buon Gino Morelli, il segretario della società guidata da Salerno, arriva dopo un brutto fallimento che risale alla metà degli anni Cinquanta, subito dopo la seconda guerra mondiale. All’epoca quel Matera Calcio, o la Matera calcio come era anche denominata, era guidato da Furlò che era anche il Commissario del Consorzio di Bonifica. A Matera arrivarono giocatori dal Veneto e dal Friuli e i tifosi facevano la colletta per garantire vitto e alloggio a questi ragazzi. Altri tempi davvero. Poi ci fu il fatto politico legato alla Democrazia Cristiana che in quel periodo dominava anche a Matera e Salerno decise di sponsorizzare questa nuova società che fu chiamata Foot Ball Club Matera, nata da una fusione di due società che facevano riferimento alla Libertas. Il Matera cominciò la sua avventura nella stagione 1964-65 in prima categoria, il massimo campionato regionale. Un torneo strutturato come la coppa del mondo, con una fase a gironi e una ad eliminazione diretta che portava alla finale. Il primo presidente della neonata FBC Matera fu Gino Rizziero Zaccagnini. Il Matera costruì uno squadrone composto da numerosi giocatori baresi, diversi materani tra cui il compianto Carlo Abbatino, Mimmo Bellacicco, Gianni Di Marzio e Michele Paterino e un paio di fuori Matera, Iuorno di Policoro e Pennuzzi di Ferrandina. La finale era prevista con la Libertas Invicta Potenza, la seconda squadra del capoluogo, che poteva vantare la prima in serie B. Quel Potenza non si presentò allo spareggio e il Matera festeggiò la prima promozione della sua storia in serie D. Per questo nuovo campionato la squadra fu affidata a Carmine Arena, un professore che insegnava all’istituto Agrario della nostra città. Qualche anno dopo è diventato il suocero di uno dei grandi giocatori del Matera, Marcello Chiricallo. Ricordo anche che si aspetto in estate una sentenza della Caf a seguito di un ricorso del Venosa e solo a fine luglio la società del Matera riuscì a costruire la squadra per il nuovo campionato di serie D. Fu in questa circostanza che cominciarono i rapporti amichevoli con il Bari. Il Matera aveva bisogno di giocatori di categoria ed infatti solo pochi vennero riconfermati della precedente stagione. Grazie a Mario Gismondi, capo redattore della Gazzetta del Mezzogiorno di Bari a Matera arrivarono 13 giocatori in quella che definimmo una campagna acquisti all’ingrosso, come se il Bari fosse il nostro supermercato. Moltissimi arrivarono in prestito mentre tra i nuovi arrivi ricordo Giannattasio e Rosa. Durante questo campionato, il primo di serie D, entra in prima linea Franco Salerno. Era il giorno di Pasqua del 1966 e il Matera aveva giocato a Melfi. Salerno riuscì ad acquistare un certo Gennaro Rambone, già in forza al Bari, al Napoli e al Catanzaro e grazie a questo giocatore il Matera riuscì a conquistare la prima salvezza in serie D. Nel campionato 1966-67 fu riconfermato in panchina Rambone, coadiuvato da un suo vecchio maestro, De Nicola. Quel torneo era l’ultimo prima della riforma e prevede una sola promozione e nessuna retrocessione. A quel punto Salerno decise di prendere il timone del club e ricordo bene una frase che la dice tutta sul carisma del senatore: “In politica è bella la democrazia, nel calcio occorre la dittatura”. Il Matera vinse il campionato 67-68 e conquistò per la prima volta la serie C. Ci furono molte polemiche ma Salerno continuò a stupire tutti acquistando a Novembre due grandi giocatori che avevano militato in serie A: Buccione dal Bari e Toschi dalla Sampdoria. Quel campionato non fu semplice perchè il Matera fu inserito nel girone pugliese e campano assieme alle altre tre lucane Melfi, Bernalda e Policoro. Fu un campionato durissimo anche perchè il Matera si ritrovò a giocare contro Brindisi, Lecce, Bari e Taranto e il blasonato Internapoli di Chinaglia e Wilson.” Nel libro Stefano Mele racconta anche un’altra caratteristica del Matera di Salerno: “Siamo stati il club degli allenatori fatti in casa. Penso a Rambone, Chiricallo, Giannattasio, Zurlini, Antezza.”
Qual’è il giocatore a cui è particolarmente legato Stefano Mele? “Ogni giocatore aveva caratteristiche diverse sul piano umano e sotto il profilo tecnico ma se devo fare un nome dico Nicola Chiricallo, scomparso qualche anno fa”.
Nel libro racconto anche la storia relativa al punto più alto raggiunto dal Matera di Salerno, la promozione in serie B avvenuta al termine del campionato di C1 1978-79. Salerno all’inizio del campionato non faceva altro che ripetere la stessa cosa: speriamo di salvarci. Ed invece abbiamo concluso con il trionfo a Lucca. Di Salerno ricordo anche alcuni gesti scaramantici, come le tasche piene di semi offerti da Rurù, l’uomo che gestiva la vendita delle bevande allo stadio. Poi è arrivato il progressivo declino e una serie di campionato di C2 fino alla tragica partita interna contro Vis Pesaro a maggio del 1987. Ricordo la feroce contestazione a Franco Salerno e la scelta dei tifosi di festeggiare con un gemellaggio la promozione del Vis Pesaro a Matera. Molti tifosi pensavano che l’uscita di scena di Salerno avrebbe favorito un rilancio del calcio materano ma non è stato così almeno per altri quattro anni. Salerno subì una feroce contestazione, addirittura c’è chi fece esplodere un ordigno nella sede della Democrazia Cristiana in via Cappelluti e alcuni se la prendevano anche con il sottoscritto con scritte sui muri molto offensive. Ma io sfido a trovare nelle altre piazze italiane una società che ha lanciato in prima squadra tanti atleti cresciuti nel vivaio: ricordo molto bene Romita, Chisena, Cataldi, Todaro, Coppola, Tataranni, Innella, Incarbona. Quando il Matera è retrocesso nell’ultima partita contro la Vis Pesaro ho pianto di rabbia perchè quella squadra nonostante le difficoltà economiche stava per compiere una grande impresa, più importante persino della promozione in B. Per un semplice motivo: quella squadra era composta per nove undicesimi da giocatori materani e prima di perdere contro la Vis Pesaro a Iesi non riuscimmo a vincere la partita perchè Bottalico si fece respingere il rigore da un certo Marchegiani. Salerno si era stancato di gestire il Matera dopo 23 anni, avrebbe provato anche a rilanciare con un nuovo progetto il calcio a Matera ma è rimasto deluso sopratutto dalla legge 90, che ha tolto alle società il diritto di vincolo del giocatore. La sua abilità era quella di intuire che c’era in campo un grande giocatore e lo chiamava a Matera per poi venderlo a peso d’oro. Era un sentimentalone e da meridionale appassionato ha sempre cercato di favorire la sua terra. Nel 1988 il Matera fu radiato per inadempienze amministrative e si chiuse così la gloriosa avventura del FBC Matera.”
Come mai non c’è stata una presentazione ufficiale del libro “Con il Matera nel cuore?” La scelta è della casa editrice. I fratelli Antezza hanno pensato di fare una grande festa con la partecipazione di tutti i giocatori che hanno indossato la maglia del Matera e che vorranno aderire alla cerimonia ufficiale.
Michele Capolupo
Recensione del libro “Con il Matera nel cuore” di Carlo ABbatino
Solo chi scrive del Matera può approdare a stendere la storia calcistica della squadra della propria città: Matera. Lo ha fatto Stefano Mele in quanto giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno per un quarantennio. Con “Il Matera nel cuore” ha tracciato quel percorso che si era prefisso di fare portando a termine questo volume che parla del Matera del ventennio 1964-1987 (ventitre anni per l’esattezza). Un amarcord in cui i ricordi diventano molecole di sentimenti, emozioni, sofferenza, passione, partecipazione che hanno sviluppato le gesta dei tantissimi giocatori che hanno sempre fatto grande il Matera condotto dal presidente dei presidenti, Franco Salerno. Ventitre anni che hanno portato sulle gradinate composte di tavole e impalcature in metallo dalle quattro alle cinquemila presenze in serie C e dalle seimila alle dodicimila in serie B. La città dovrebbe ringraziare Stefano Mele per aver dato corpo ad una testimonianza che poteva rimanere solo nei ricordi di chi, da tifoso, da giornalista ha vissuto quel periodo. Oggi il suo narrare che è sotto forma aneddotica lascia il lettore trasportato dai fatti vissuti che diventano chicche di grande effetto.
Carlo Abbatino
Sin da ragazzo ho seguito con tanto interesse tutti i grandi articoli che Stefano spendeva per il calcio materano. Sono certo che in occasione di questo suo libro avrà un gran successo ricordando ai tifosi materani i successi più belli del ventennio che ricordiamo con tanta nostalgia.
Pasquale Fontana
Ricordo il puntuale commento sul Matera da parte di Stefano Mele il lunedì sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Il Matera calcio era per tutti i materani una finestra di notorietà nel panorama calcistico di quegli anni. Con pochi soldi e molti calciatori in prestito, soprattutto dal Bari calcio, si riusciva a fare campionati di serie C dignitosi. Per coronare il sogno della serie B, finito dopo appena un anno. Da allora, Mele ha continuato a svolgere con professionalità e puntualità le sue cronache calcistiche lentamente in declino fino quasi a scomparire. Un riconoscimento sincero a Stefano nella speranza che altri possano a cominciare da questo fine campionato a raccontare la storia gloriosa del calcio materano. Per un grande progetto tutti insieme verso la vittoria!!!
Anch’io sin da bambino seguivo con passione gli articoli stilati del giornalista Stefano Mele, a cui va tutta la mia riconoscenza per aver divulgato il calcio materano di quell’epoca. Nell’ultimo ventennio il suo posto era stato degnamente preso in carica dall’indimenticabile Renato Carpentieri, ma purtroppo un destino crudele ce l’ha portato via. Speriamo in futuro che un giovane giornalista possa continuare a scrivere con passione e dedizione, così come hanno fatto i loro predecessori.
Auguri anche a te Picas e….non mangion assà agn’ll !!!
Grazie ricambio gli auguri. N ma mantna’ liggir p dmanc…
salute.
sfaccim non mi avevi detto nulla del tuo libro – prevale sempre la tua modestia in ogni cosa – grande stefano –
Ho acquistato il libro, perché lo ritengo un “must”…!
Di quegli anni, ricordo la partita casalinga con la Vis Pesaro, con la quale si decise di fare il gemellaggio che io non condivisi affatto, seppure avessi solo 15 anni (un piscialetto, all’epoca!)!!!
A mio modesto avviso,dovevamo dedicarci solo a tifare la nostra squadra senza disperdere energie per gemellarci con chi, beffardamente, avrebbe (ed ha) gioito a nostro discapito (nonostante, la Vis non avesse colpa alcuna sulle nostre sfortune calcistiche…)!!!
Ricordo la doppietta di Brescia e le lacrime dei calciatori, tra cui il compianto Franco Mancini…
E questo brutto ricordo, mi fa tornare in mente altre brutte pagine del calcio materano, tra cui lo spareggio play-off di Foggia col Savoia (secondo me, qualcuno si vendette la partita…) e le lacrime che versai da Milano dopo il fischio finale…
Per tali motivi, dobbiamo vincere questo campionato del menga, anche per cancellare queste pagine infauste della nostra storia calcistica…FORZA MATERA!!!