Grazie allo spirito investigativo alla Sherlock Holmes di Carlo Abbatino su SassiLive.it siamo in grado di svelare alcuni “misteri” legati a quella villa che ricorda un castello fiabesco presente in via Ascanio Persio, a pochi metri della centralissima piazza Vittorio Veneto. Nel cortile di pertinenza è stata abbattuta una palma alta circa quindici metri aggredita da un parassita e quindi resa secca e pericolosa per i passanti e i veicoli che transitano nelle vicinanze. La pianta ha vegetato da più di centocinquant’anni in questa villa dall’architettura fiabesca e dal fascino decisamente misterioso come dimostrano gli scatti della fotogallery inserita a fondo pagina. Ma chi sono i proprietari di questa struttura così affascinante? A svelare l’arcano, tanto per restare in sintonia con lo spirito fiabesco è Carlo Abbatino, che ha incontrato in mattinata il dottor Nicola Cuscianna, erede della famiglia materana che fa riferimento al proprietario Leonardo Cuscianna. Il professionista ha precisato che la villa è stata costruita dal nonno Leonardo Cuscianna nell’800: si compone di quattro stanze, due di queste da anni sono disabitate mentre dalla parte opposta vi sono altre due stanze che sono state prese in affitto da un’agenzia di Assicurazione che ha l’ingresso in piazza Vittorio Veneto. Sin qui le prime curiosità sul “castello fiabesco” che per tanti anni ha intimorito i bambini, convinti che all’interno di questa struttura ci fossero dei fantasmi. L’abbattimento della palma presente a destra della villa, gemella ad un’altra che è stata risparmiata dal parassita e quindi dal taglio, si è reso necessario in quanto poteva pregiudicarne una caduta e quindi dei danni. Ad operare il taglio a ruota, di uno spessore di una ventina di centimetri è stata un’azienda specializzata in interventi del genere. Nicola Cuscianna si sofferma anche sul significato di una frase latina posta in stampatello sulla facciata dell’abitazione: “Donec Erunt Ignes” che vuol dire “Finchè saranno i fuochi”. E già questa traduzione fa pensare a qualcosa di misterioso. Infatti partendo dal cancello per accedere alla porta di ingresso bisogna utilizzare una delle due scale. Sul pianerottolo della prima scala è disegnato un quadrato di colore rosso che contiene un ottagono ispirato alla forma del Castello di Castel del Monte e quindi a Federico II di Svevia. Il fatto singolare è che questo disegno è presente in tutte le zone laterali delle scale. A seguire è stata installata un’altra scala che permette di raggiungere la balconata che ha le porte di ingresso. Anche qui è disegnato un quadrato magico che ricorda un labirinto: al centro è disegnato un fiore con otto petali. “L’ottagono – spiega Cuscianna – richiama il significato simbolico del numero otto, collegato alla resurrezione, che ricorre spesso negli impianti occulti dei Templari. Esso corrisponde al ritmo perfetto dell’armonia e della felicità che derivano dalla riconquista del Paradiso. L’ottagono è considerato la figura geometrica intermedia al cerchio ed al quadrato. Il quadrato rappresenta lo stato terreno mentre il cerchio la coscienza divina. L’ottagono è il termine simbolico di passaggio tra la Terra ed il Cielo, una porta verso l’unione tra il maschile – visualizzato nel Cielo – ed il femminile – la Terra – ed in questo significato si ravvisa il compimento della grande opera alchemica”.
Osservando la villa sulla parete presente sul fianco sinistro si nota un quadrato di parole in stampatello e grassetto in lingua latina. Si chiama “Il quadrato del Sator”, una ricorrente iscrizione latina presente in forma di quadrato magico: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS. Anche qui c’è un altra curiosità: i più attenti noteranno che queste cinque parole formano un palindromo e quindi le parole si possono leggere da sinistra a destra e viceversa. L’iscrizione è stata oggetto di frequenti ritrovamenti archeologici, sia in epigrafi lapidee che in graffiti, ma il senso e il significato simbolico rimangono ancora oscuri, nonostante le numerose ipotesi formulate. Questo quadrato è stato rinvenuto anche negli Scavi di Pompei, nel 1936”.
Un altro aspetto affascinante di questa villa presente nel centro storico di Matera riguarda la sua forma: osservando dall’ingresso la parte superiore si può notare la forma di un corpo umano dove le scale rappresentano le gambe, il centro in cui è raffigurato l’ottagono ricorda il corpo mentre il labirinto sul pino di accesso alla porta di ingresso è la testa. Una villa che riconduce quindi alla leggenda dei Templari e alla dottrina dell’esoterismo.
Da sottolineare anche la presenza sulle zone laterali della porta d’ingresso del nome e cognome del proprietario, Leonardo Cuscianna: una caratteristica che richiama le ville romane o quelle di Pompei prima che fosse travolta dalla lava del Vesuvio. Un dato è certo: la storia di questa struttura rievoca anche quella Cristianesimo. Basta considerare che nel quadrato magico la parola Tenet al centro, leggendola dall’alto in basso e da destra a sinistra forma la croce. Naturalmente quando fu costruita questa villa era isolata ma nonostante l’arrivo di nuovi palazzi alla sua destra e alla sua sinistra ha sempre conservato il suo fascino.
Michele Capolupo. Intervista di Carlo Abbatino, fotogallery di www.sassilive.it
Finalmente un articolo che sveli qualche segreto su questa villa che ho sempre desiderato visitare fin da piccolo. Peccato però che non venga svelato un mistero che non sono riuscito a comprendere: il significato del quadrato numerico che si trova sul lato opposto rispetto al quadrato del sator. Qualcuno me lo sa spiegare?!?
altro quadrato magico numerico di base 5 .
Notiamo subito che il numero di sommatoria, in ogni senso (orizzontale – verticale – diagonale) è 65 ;
. che i numeri corrispondenti alle lettere S ed R della parola esterna ROTAS danno la stessa somma: 26 (11 + 15 = 26; 23 + 3 = 26);
2. che tutti i numeri presi due a due e la cui somma dà 26 (25 + 1; 24 + 2; 22 + 4; 21 + 5…) corrispondono sempre a due lettere identiche del quadrato magico letterale: EE, AA, EE, AA…
Ora, 26 è uguale a 13 X 2, e proprio 13 è il numero che compare al centro, corrispondente alla N.
R O T A S
O P E R A
T E N E T
A R E P O
S A T O R
11 24 7 20 3
4 12 25 8 16
17 5 13 21 9
10 18 1 14 22
23 6 19 2 15
La chiave dell’interpretazione kabbalistica del quadrato ROTAS risiede di volta in volta ora nel 13 al centro, ora nel 26 e nel 65.
65 è la somma “numerologica” del nome ADONAI: Aleph-Daleth-Noun-Yod: 1 + 4 + 50 + 10 = 65.
26 lo è, invece, del Tetragramma: Yod-Hé-Waw-Hé: 10 + 5 + 6 + 5 = 26.
ADONAI ed il Tetragramma (YHWH) sono, in ebraico, i due nomi dell’Eterno.
…
ADONAI e YHWH danno: 65 + 26 = 91 = 10 = 1. Ebbene, il nostro quadrato magico è centrato sul 13, vale a dire sull’Unità (infatti, già si è veduto che UNO in ebraico si dice E’HAD, la cui somma numerica è 13!).
è detto anche il quadrato di Marte. In Sanscrito era noto come Angaraka dal nome del dio celibe della guerra che possedeva i segni dell’Ariete e dello Scorpione e insegnava le scienze occulte.Il simbolo del pianeta, derivante dal simbolo astrologico di Marte, è un cerchio con una freccia che punta in avanti. Simboleggia lo scudo e la lancia che il dio romano usava in battaglia. Lo stesso simbolo è usato in biologia per identificare il genere maschile e in alchimia per simboleggiare l’elemento ferro a causa del colore rossastro del suo ossido che corrisponde al colore del pianeta.
Ciao
Proprio oggi dicevo che mi sarebbe piaciuto sapere di chi è 🙂 e magari viverci prima o dopo